MALI, guerra. Bombardamento francese su un villaggio: colpita una festa di matrimonio, ventidue morti

Forse i terroristi jihadisti rimasti uccisi sono tre, se così fosse verrebbe dunque ribaltata la versione ufficiale diffusa dall’aviazione militare di Parigi, nella quale si afferma che non ci sarebbero state vittime tra i civili. Le risultanze dell’indagine condotta dall’Onu

Almeno diciannove civili sono stati uccisi a seguito di un raid aereo effettuato dall’aviazione militare di Parigi in Mali, che ha bombardato una festa di matrimonio che vedeva la presenza di un centinaio di persone, almeno secondo quanto riferisce un rapporto redatto dall’Onu.

Il ministero della Difesa francese ha respinto con forza le accuse affermando che il raid, che ha avuto luogo nella notte tra il 3 e il 4 gennaio scorso nel villaggio maliano di Bounti, situato nei pressi di Douentza, era diretto contro un gruppo di terroristi armati.

A rilevare la strage un team di osservatori delle Nazioni Unite, che hanno intervistato centinaia di persone, analizzato documenti ufficiali e preso visione di articoli di stampa e immagini fotografiche e video.

Si è trattato del personale della Sezione per i diritti umani della missione MINUSMA, che, avvalendosi della preziosa collaborazione fornita loro dai tecnici specializzati dell’Onu, sono pervenuti alla conclusione che l’effetto dell’azione militare francese è stato l’uccisione di ventidue persone, delle quali soltanto tree, però, ritenute appartenenti al gruppo jihadista Katiba Serma Mali, mentre numerose persone sono rimaste ferite.

Parigi ha contestato le conclusioni dell’indagine dell’Onu eccependo che, allo specifico riguardo, non sono state prodotte prove in grado di contraddire la versione ufficiale resa dalle forze armate francesi, inoltre, il ministero della difesa ha espresso riserve sulla metodologia adottata per la redazione del rapporto, che citerebbe alcune testimonianze raccolte in loco, ma non trascritte nella loro interezza.

In questo modo – si afferma a Parigi – diviene impossibile distinguere tra fonti attendibili e testimonianze false rese da possibili simpatizzanti dei terroristi o di persone sotto l’influenza di gruppi jihadisti.

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