Se in passato la leishmaniosi era diffusa soltanto nelle regioni collinari appenniniche e litoranee, a seguito dei cambiamenti climatici verificatisi negli ultimi decenni essa si è diffusa anche nella Pianura Padana. Di recente sono stati segnalati nuovi focolai anche in Piemonte, Triveneto e Lombardia, ma la tendenza è alla diffusione anche altrove
Con l’arrivo della primavera, soprattutto del mese di aprile, i proprietari di cani solitamente corrono ai ripari al fine di proteggere i propri amici a quattro zampe dalla leishmaniosi, una diffusa malattia infettiva protozoaria (ovvero provocata da protozoi) trasmessa da un insetto, il flebotomo che, nonostante terapie appropriate e mirate, ha tassi di letalità rilevanti.
MYLAV (https://saluteanimale.net/#chi-siamo), laboratorio di analisi veterinarie che, grazie alla collaborazione di un team di esperti, si prende cura della salute di cani, gatti, cavalli e degli altri animali da compagnia – insieme al supporto del dottor Luigi Venco (medico veterinario specialista in Clinica dei piccoli animali), ha voluto fare il punto sulla tematica, dando anche qualche prezioso consiglio su come evitare questa frequente malattia. Parola chiave: prevenire.
Come si trasmette la malattia
Il flebotomo responsabile della trasmissione della Leishmaniosi è un insetto ematofago (si nutre di sangue come le zanzare) che predilige le ore crepuscolari e notturne per cibarsi, così come i mesi caldi. I flebotomi si trovano principalmente in ambienti rurali e costieri delle regioni meridionali e delle isole, poiché per lo sviluppo e la crescita delle larve necessitano di temperature relativamente calde e di umidità elevata.
Quando un flebotomo punge un cane infetto assume il protozoo diventando infettante, ossia in grado di tramettere la leishmaniosi pungendo un animale sano dai quattro ai venti giorni. La malattia non colpisce solo i cani, infatti può colpire anche i gatti e altre specie animali selvatiche come i conigli, arrivando a infettare anche l’uomo.
I tre stadi della leishmaniosi
In corso di leishmaniosi i pazienti possono essere suddivisi in tre categorie sulla base di una combinazione di segni clinici e rilievi di laboratorio, nel caso dei cani in esposti, infetti e malati.
Gli esposti sono clinicamente normali, o comunque presentano segni clinici riconducibili ad altre malattie, che posseggono titoli anticorpali negativi o bassi (prossimi al valore soglia del laboratorio), ma che sono negativi alla ricerca del parassita mediante citologia e/o PCR.
I cani infetti, invece, sono pazienti clinicamente normali, o con segni clinici riconducibili ad altre malattie, ma nei quali è stata dimostrata la presenza del parassita nei tessuti mediante identificazione diretta (ad esempio citologia e/o PCR); in questi pazienti i titoli anticorpali risultano negativi o bassi (prossimi al valore «soglia» del laboratorio), ma non sono presenti alterazioni clinico-patologiche riferibili a leishmaniosi.
I cani malati, infine, sono pazienti infetti nei quali la presenza del parassita è dimostrata mediante citologia e/o PCR indipendentemente dal titolo anticorpale, o con titolo anticorpale uguale o superiore di quattro volte il valore soglia del laboratorio. In questi soggetti si identificano segni clinici e/o alterazioni clinico patologiche riferibili a leishmaniosi.
I gravemente malati sono poi quei pazienti nei quali si identificano gravi condizioni cliniche come la nefropatia proteinurica, insufficienza renale cronica, patologie oculari gravi e artropatie.
La diffusione della malattia in Italia
La leishmania viene trasmessa dai flebotomi nel periodo che va da aprile a novembre in relazione alle diverse condizioni climatiche e la sua diffusione viene registrata in costante aumento.
«Per lungo tempo, la Leishmaniosi canina è stata considerata stabilmente endemica nell’Italia meridionale e centrale, e nelle aree litoranee del nord Italia, con tassi di siero prevalenza fino al 53,1% – informa il dottor Venco -, tuttavia, sulla base di dati recenti inerenti la raccolta e l’identificazione di flebotomi, l’individuazione di casi autoctoni nel cane e di casi nell’uomo, nuovi focolai di Leishmaniosi canina sono stati individuati nelle regioni settentrionali in cui la malattia era precedentemente considerata non endemica».
Infatti, inizialmente la leishmaniosi era diffusa soltanto nelle regioni collinari appenniniche, però, attualmente infetta anche nella Pianura Padana, dove in conseguenza delle mutamento delle condizioni climatiche (aumento delle temperature invernali e scomparsa della nebbia) si sono verificate le condizioni per la sopravvivenza di uova e larve dei flebotomi in diapausa durante il periodo invernale.
Di recente sono stati segnalati nuovi focolai in Piemonte, Triveneto e Lombardia, ma la tendenza in atto è quella alla diffusione ad altre zone, quali le provincie di Pavia, Bergamo, Brescia, Lodi, Milano e Cremona.
Come prevenire la Leishmaniosi
Secondo i veterinari, per prevenire questa pericolosa malattia è necessario ricorrere a prodotti a base di piretroidi (sia in pipette che in collari antiparassitari), da applicare all’animale in particolar modo da aprile a novembre. Se si risiede in una zona particolarmente a rischio, può rivelarsi utile anche limitare le passeggiate serali del cane in campagna, così come nelle zone rurali, cioè laddove è più alta la concentrazione di flebotomi. Inoltre è disponibile sul mercato un vaccino che non protegge dall’infezione, che tuttavia è in grado di ridurre notevolmente le probabilità che un cane infetto sviluppi la malattia clinica.
Come si cura la Leishmaniosi
Attualmente, una cura capace di guarire definitivamente dalla leishmaniosi non esiste, proprio per questo è importante assumere tutte le precauzioni del caso al fine di prevenire questa malattia piuttosto che curarla. Se un cane ha contratto la leishmania è necessario affidare l’animale alle cure del veterinario, che lo sottoporrà a una terapia farmacologica commisurata allo stadio della malattia, un azione tesa al controllo dei sintomi che garantisca al contempo uno stato di benessere al cane.
Specifici controlli veterinari a cadenza periodica risultano fondamentali per tutto il corso della vita dell’animale, questo sulla base dello stadio clinico di esso, oltre naturalmente all’utilizzo di pipette e collari antiparassitari a base di piretroidi, per evitare che diventi fonte di contagio per altri.
Secondo gli esperti di MYLAV «è importante spiegare ai proprietari di animali che un cane con Leishmaniosi può tranquillamente vivere una vita normale, senza sofferenze o limitazioni. Ovviamente, più un cane viene curato ai primi sintomi, migliori saranno le probabilità di successo della terapia. È importante ricordare poi che anche se il cane non presenta più i sintomi caratteristici della Leishmaniosi, ciò non vuol dire che il parassita sia stato eliminato, nella maggior parte dei casi infatti continua a sopravvivere, controllato dal sistema immunitario, nel cane, esponendolo a potenziali recidive».
MYLAV
MYLAV, già Laboratorio di analisi veterinarie La Vallonea, nasce nel 2002 come dipartimento di analisi veterinarie di un laboratorio di analisi cliniche umane.
Nel 2005 viene certificata ISO 9001:2000, divenendo così il primo laboratorio di analisi veterinarie in Italia a raggiungere questo importante traguardo (sette anni dopo otterrà anche la certificazione ISO 9001:2008).
Tra i servizi offerti ai medici veterinari figurano le analisi di laboratorio con prenotazione on-line, il servizio di consulenza per i casi più complessi, i canali di informazione per i proprietari di animali, oltre a molto altro ancora.
Nel 2018 e per i tre anni seguenti, il “Financial Times” ha inserito il laboratorio nella classifica delle mille imprese a più elevata crescita in Europa. Soltanto un anno dopo, “Il Sole 24 Ore” ha riconosciuto MYLAV quale Leader della Crescita 2019 assieme ad altre 450 imprese italiane, un titolo detenuto da tre anni.
MYLAV è anche impegnata nel sociale a fianco di Save The Children, Mission Rabies, Wami: Water with a Mission, Medici Senza Frontiere e AGEBEO.
info: https://saluteanimale.net, il sito dedicato ai proprietari.