CINEMA, la scomparsa di Tavernier. Lutto nel mondo dello spettacolo: il regista è morto all’età di settantanove anni

Premiato più volte nella sua carriera in Francia e all'estero. L’annuncio è stato dato dall'Institut Lumière. Personalità eminente della cinematografia francese, artista impegnato ed eclettico, nel corso della sua carriera ricevette numerosi riconoscimenti in Patria e all'estero

Ci ha lasciato un gigante della cinematografia francese e internazionale, all’età di settantanove anni Bertrand Tavernier si è spento a Sainte-Maxime, nel Var. Questa informazione è stata poi confermata dall’Istituto Lumière.

In vita è stato un tuttofare: autore, regista, sceneggiatore, scrittore di opere e dialoghi. Più volte premiato, sia in Francia che all’estero, Tavernier era nato il 25 aprile del 1941 a Lione, città sede dell’importante istituzione cinematografica francese, l’Institut Lumière, della quale era il presidente.

Cineasta e cinefilo

Figlio dello scrittore e combattente della Resistenza René Tavernier, scoprì il cinema nel corso di un suo soggiorno in un sanatorio. Personalità eminente della cinematografia francese, artista impegnato ed eclettico, nel corso della sua carriera ricevette numerosi riconoscimenti in Patria e all’estero.

Egli realizzò film d’epoca e contemporanei, prediligendo le tematiche di natura sociale. Inoltre fu un grande cinefilo, animato dalla passione si dedicò alla conservazione e alla trasmissione di pellicole anche meno note, perennemente spinto dalla volontà di difendere il cinema indipendente francese e dall’interesse per il cinema americano del Ventesimo secolo.

Insignito di numerosi riconoscimenti

Venne insignito del Premio Louis-Delluc per il suo L’Horloger de Saint-Paul, ebbe la nomination all’Oscar per Coup de torchon, il Premio alla regia a Cannes nel 1984 per Una domenica in campagna, l’Orso d’Oro a Berlino per L’Appât, il Leone d’Oro a Venezia alla sua carriera. In Francia ricevette cinque César,  inclusi quelli per la miglior regia nel 1976 per Che la festa abbia inizio e nel 1997 per Capitan Conan.

Tra le sue opere si annoverano anche Il giudice e l’assassino (1976), Una settimana di vacanze (1980), Intorno a mezzanotte, Legge 627 (1992), La Fille de d’Artagnan (1994), In the Electric Haze (2009), The Princess of Montpensier (2010), Quai d’Orsay (2013), oltre a numerosi film dei generi poliziesco, di indagine politica, storico, d’avventura e di guerra.

Un lungo impegno sociale, non soltanto attraverso il cinema

Egli si batté sempre battuto contro le ingiustizie, il razzismo, la droga e la piaga della disoccupazione, un impegno caratterizzato dal gusto per la narrazione e per i personaggi.  Assieme al suo fraterno amico, l’attore Philippe Noiret, col quale girò sei film, si batté contro la censura, contro la tortura durante la guerra d’Algeria (su quel sanguinoso conflitto diresse anche un documentario, La Guerra senza un nome), in favore dei «sans papiers», nella difesa del ruolo degli  sceneggiatori e in difesa del cinema europeo contro il mercantilismo di quello americano.

Esplorare e dominare epoche e universi attraverso personaggi dai destini complicati, questa la traccia che ha lasciato Bertrand Tavernier, testimoniando l’amore per la propria professione attraverso il piacere fisico provato dalla presenza fisica sul set e dalla direzione degli attori.

Una vita dedicata alla settima arte

«Non sono più stanco di quando ho iniziato», assicurò nel 2016 in occasione della presentazione del suo documentario Voyage à travers le cinéma français, narrazione intimistica della «settima arte», opera che gli fu possibile realizzare grazie alla visione di centinaia di film.

Dalla sceneggiatrice Colo Tavernier, scomparsa nel 2020) dalla quale aveva divorziato, ebbe due figli: Nils, attore e regista, e Tiffany, scrittrice. Con lei nel 2004 girò il film Holy Lola, che trattava dell’adozione dei bambini in Cambogia. L’anno seguente si risposò con la sceneggiatrice Sarah Thibau.

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