VATICANO, Bangladesh. Bergoglio: «Il Paese asiatico ha sempre avuto un posto speciale nel cuore dei Papi»

Videomessaggio inviato dal Pontefice al Presidente, al Primo ministro e al popolo del Bangladesh in occasione del centenario della nascita dello sceicco Mujibur Rahman e del cinquantesimo anniversario dell’indipendenza del Paese asiatico dal Pakistan

«Il Bangladesh, Bengala d’oro (Sonar Bangla), è un paese di rara bellezza naturale e una nazione moderna, che si sforza di tenere insieme l’unità della lingua e della cultura con il rispetto per le diverse tradizioni e comunità che abitano al suo interno». Questa una parte del videomessaggio che il Pontefice ha inviato al presidente, al primo ministro e al popolo del Bangladesh in occasione del centenario della nascita dello sceicco Mujibur Rahman e del cinquantesimo anniversario dell’indipendenza del Paese asiatico dal Pakistan.

«Il Bangladesh è uno Stato giovane e ha sempre avuto un posto speciale nel cuore dei papi, che fin dall’inizio hanno espresso solidarietà al suo popolo, hanno cercato di accompagnarlo nel superamento delle avversità iniziali e lo hanno sostenuto nel compito impegnativo di costruire e far crescere la nazione», ha quindi commentato il Papa.

«Auspico che le buone relazioni tra la Santa Sede e il Bangladesh continuino a fiorire. Confido altresì che il clima sempre più favorevole di incontro e di dialogo interreligioso, che ho potuto riscontrare durante la mia visita, continuerà a permettere ai credenti di esprimere liberamente le loro convinzioni più profonde sul significato e sul fine della vita e contribuirà così a promuovere i valori spirituali, che sono la base sicura per una società pacifica e giusta», ha poi egli proseguito.

«Come amico del Bangladesh – ha dunque concluso Bergoglio -, incoraggio ciascuno di voi, in particolare le giovani generazioni, a rinnovare lo sforzo di lavorare per la pace e la prosperità della nobile nazione che rappresentate. E chiedo a tutti voi di continuare nel vostro impegno di generosità e di sensibilizzazione umanitaria nei confronti dei rifugiati, dei più poveri, degli svantaggiati e di quanti non hanno voce».

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