La Tunisia è il primo paese del Maghreb e il sesto dell’Africa a produrre un proprio satellite, in precedenza ne erano stati messi in orbita quarantadue. Challenge One, questo è il nome del satellite lanciato in orbita giovedì scorso dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan.
Il decollo è stato seguito in diretta dal presidente tunisino Kaïs Saïed presso la sede di TelNet, la società a capitali privati attiva nei settori aerospaziale e delle telecomunicazioni.
Fuga di cervelli dalla Tunisia
Riferendosi alla partecipazione di tecnici e maestranze tunisine alla realizzazione del satellite, Saïed ha dichiarato pubblicamente che: «La nostra vera ricchezza sono i giovani, che possono affrontare gli ostacoli», sottolineando come il Paese, afflitto da una grave crisi sociale e politica, pur non disponendo di risorse «ha comunque dimostrato un forte volontà nazionale».
Egli ha poi rimarcato come ogni anno migliaia di ingegneri lascino la Tunisia per recarsi all’estero per lavorare, ma nel caso del team che ha contribuito alla realizzazione del Challenge One un importante contributo è stato fornito da ingegneri tunisini espatriati, uno dei quali aveva preso parte alla recente missione della NASA su Marte.
Challenge One, il «nanosatellite»
«Il lancio di questo satellite realizzato in Tunisia rappresenta un forte segnale forte per la comunità scientifica nazionale», ha dunque aggiunto il Presidente. Al riguardo va rilevato il ruolo svolto da TelNet nel campo delle attività spaziali, grazie alle sue centrali e alla sala di controllo. La realizzazione del satellite va interamente attribuita ai tunisini, dato che soltanto per il lancio e la messa in orbita si è necessariamente fatto ricorso all’operatore commerciale russo GK Launch Services.
Challenge One è della classe dei cosiddetti nanosatelliti, sistemi spaziali aventi un peso dell’ordine di dieci chilogrammi, una stazza che comporta dunque costi di lancio non inaccessibili, che variano dagli 8.000 ai 10.000 euro per chilogrammo, un segmento indirizzato al mercato delle telecomunicazioni e a Internet of thing (IoT).
Il satellite sperimentale tunisino avrà la funzione della raccolta di dati al fine di consentire l’accesso in tempo reale alla rete anche in un’area terrestre priva di copertura Internet.
SIMBA monitorerà le migrazioni degli animali selvatici
Challenge One, satellite sperimentale di TelNet, è il primo di costellazione di trenta. Assieme a esso, da Baikonur è stato lanciato anche un altro nanosatellite, SIMBA (Sistema di miglioramento del monitoraggio del comportamento degli animali selvatici),sviluppato da un gruppo di studenti dell’Università La Sapienza di Roma, di quella di Tel Aviv (Israele) e di Nairobi (Kenya).
SIMBA monitorerà il comportamento degli animali del Parco nazionale del Kenya nel loro habitat naturale. A tale scopo verranno applicati dei sensori speciali ad alcuni animali appartenenti a varie specie e di diverse dimensioni, dagli uccelli ai grandi mammiferi, in modo da consentire al piccolo satellite di rilevarne la posizione trasmettendo alla Terra le informazioni relative alle loro migrazioni.