Il parlamentare eletto alla Camera dei Deputati Gianluca Benamati, capogruppo del Partito Democratico (PD) alla Commissione Attività produttive della Camera, è intervenuto oggi nel corso dell’evento promosso da FORUMAutoMotive, il movimento di opinione guidato dal giornalista Pierluigi Bonora.
Benamati, intervistato dallo stesso Bonora, si è soffermato sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), sulle prime decisioni assunte dal Governo Draghi, sull’esigenza di accelerare il rinnovo del parco circolante nazionale e sulla transizione verso una mobilità realmente sostenibile.
«Domani proprio nella Commissione Attività Produttive – ha evidenziato Benamati – avremo una riunione di analisi del PNRR, un piano in cui puntiamo a inserire anche misure strutturali per la filiera automotive, che è uno dei pilastri dell’economia nazionale e oggi ha urgente bisogno di sostegno per alimentare una politica di riconversione e rilancio del settore, guidata da investimenti in ricerca, innovazione e formazione degli addetti».
Riguardo al possibile rifinanziamento degli incentivi, in particolare delle fasce ormai quasi esaurite (61-135 grammi di CO₂/Km), Benamati ha indicato che: «ll nostro parco veicoli è tra i più vecchi d’Europa e ciò provoca evidenti ricadute negative in tema di inquinamento atmosferico e sicurezza sulle nostre strade. Velocizzare il ricambio del parco circolante è un tema strutturale che caratterizza il nostro Paese da diversi anni. A questo si è aggiunto un problema congiunturale dovuto alla pandemia degli ultimi tredici mesi. La promozione di incentivi ha consentito di sostenere il settore anche nei primi mesi del 2021. Ho personalmente sottoposto al Governo la questione di un rifinanziamento degli incentivi (in scadenza il 30 giugno) per quelle fasce di veicoli il cui stanziamento è ormai vicino all’esaurimento. Dal Ministero dello Sviluppo economico ho avuto primi segnali confortanti che mi fanno ben sperare».
Benamati ha quindi concluso commentando il nuovo assetto governativo: «Il cambiamento di denominazione di due ministeri chiave, quello della Transizione ecologica e quello delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, porta con sé un approccio non ideologico e razionale, di maggiore attenzione alle nuove forme di mobilità sostenibile e al mercato globale. Tutto con la concretezza e la consapevolezza che la transizione, in quanto tale, sarà graduale».