Perugia, 20 marzo 2021 – «Noi oggi ricordiamo le vittime di questo flagello, di questa strada di corruzione che nega in radice il bene comune. Si compie un errore se si associano le mafie alla sola violenza delle armi. La loro violenza è anche più ampia: si chiama corruzione», questo il messaggio scritto dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e inviato a don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione “Libera”, in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
«Le vittime delle mafie – ha sottolineato il porporato – sono martiri, nostri modelli, nostri maestri ed è a loro che dobbiamo guardare per imprimere in noi stessi la consapevolezza della gravità di questi fenomeni che divorano le società, in Italia e all’estero. Questi martiri sono lì a osservarci, a giudicare le nostre azioni, le nostre intenzioni e le nostre coscienze: sono tutti lì a misurare la nostra verità e coerenza».
Dopo aver ricordato «l’imminente beatificazione del giudice siciliano Rosario Livatino”, Bassetti, che è anche arcivescovo di Perugia, ha osservato che «grazie alla pandemia le mafie e la sottocultura mafiosa si stanno rafforzando e in questo modo aumentano le loro vittime. Non possiamo rischiare di farci avvelenare dai loro frutti cattivi, ecco perché dobbiamo dare forza ai corpi intermedi i quali formano l’architrave della democrazia».
«È necessario un impegno costante e chiaro – ha quindi concluso il presidente della Cei -, nel ricordo dei martiri e dei loro cari, nella consapevolezza che le mafie prosperano lì dove c’è corruzione, inefficienza ed ambiguità. Dobbiamo muoverci concretamente, tutti assieme, per sostenere il Santo Padre contro queste apostasie, che spesso calpestano lo stesso messaggio evangelico per fondare le loro identità».