AMBIENTE, inquinamento. Emissioni di gas climalteranti: EDF e la strategia europea sul metano

Dimezzare le emissioni di metano di origine antropica permetterebbe di ridurre l'aumento della temperatura globale di 0,2°C entro il 2050. Le stime attuali indicano che le riduzioni delle emissioni di metano più efficaci in termini di costi possono essere ottenute nel settore energetico

Should Europe put a price on methane? Potential effects of putting a price on upstream methane emissions, a cura di EDF (Environmental Defense Fund) – L’Europa è il più grande importatore di gas al mondo, e le sue importazioni rappresentano l’85% dei consumi di gas dell’Unione europea.

La maggior parte delle emissioni di metano associate a tali importazioni avviene prima che il gas raggiunga i confini europei.  La strategia europea sul metano rappresenta quindi un importante passo in avanti verso i nuovi target climatici al 2030, tuttavia, la Commissione europea potrebbe ottenere molto di più affrontando direttamente le emissioni associate alle sue importazioni di gas, che vedono tra i principali fornitori anche i maggiori emettitori al mondo.

Nuove regole in funzione della prevenzione

Attualmente la Commissione sta sviluppando nuove regole per prevenire le perdite di metano nel settore energetico e, in particolare, sta lanciando una serie di valutazioni di impatto relative alla riforma del pacchetto gas e all’integrazione dei gas verdi (idrogeno, biogas, biometano, gas sintetici) nel mercato interno.

In occasione di un webinar organizzato dagli Amici della Terra, che hanno a loro volta condotto uno studio relativo agli strumenti di mercato per ridurre le emissioni di metano dalla filiera del gas, è stato presentato, da parte di Julius Ecke esperto analista, il nuovo studio di Enervis (società tedesca di consulenza energetica). Il rapporto analizza quali potrebbero essere i potenziali effetti e i vantaggi nell’imporre un prezzo per le emissioni di metano upstream, sia prodotte internamente che importate dai paesi fornitori.

Le emissioni hanno un prezzo…

Secondo il rapporto, far pagare un prezzo per le emissioni di metano upstream associate al gas naturale che entra nell’UE potrebbe ridurre tali emissioni fino all’80%, sempre che questa misura riuscisse ad incentivare gli esportatori ad attuare efficaci azioni di mitigazione per il gas destinato all’Union e europea.

Se poi i paesi esportatori estendessero le stesse riduzioni innescate dall’Ue a tutta la loro produzione di gas, allora le emissioni di metano della filiera globale di Oil & Gas sarebbero ridotte fino al 15-25 per cento.

L’Unione europea potrebbe inoltre massimizzare questo potenziale coinvolgendo ad esempio anche altri paesi importatori di gas naturale in un’iniziativa di acquisto volta ad armonizzare gli standard tecnici internazionali relativi alla qualità ambientale del gas naturale, anche nell’ottica di accelerare le misure di mitigazione emissiva da parte dei fornitori in tutto il mondo.

Executive Summary

Dimezzare le emissioni di metano di origine antropica permetterebbe di ridurre l’aumento della temperatura globale di 0,2°C entro il 2050. Le stime attuali indicano che le riduzioni delle emissioni di metano più efficaci in termini di costi possono essere ottenute nel settore energetico.

Le emissioni di metano contribuiscono significativamente al cambiamento climatico e sono responsabili di almeno il 25% del riscaldamento antropico attuale (IPCC, 2013).

Ridurre le emissioni antropiche di metano della metà contribuirebbe ad abbattere l’aumento della temperatura globale di 0,2°C entro il 2050.

Le valutazioni attuali indicano che le riduzioni delle emissioni di metano più efficaci in termini di costi possono essere ottenute nel settore energetico, con le attività petrolifere e del gas a monte, in particolare, ritenute idonee a consentire una riduzione delle emissioni a costi contenuti.

Le stime inoltre indicano che la maggior parte delle emissioni di metano dell’Unione europea (Ue) proveniente dal consumo di gas deriva dalle emissioni a monte nei paesi che forniscono gas all’Ue (CE, 2020b).

Nell’ottobre 2020 la Commissione europea ha pubblicato la sua strategia sul metano, che riguardo al settore energetico prevede una proposta per richiedere una migliore individuazione e riparazione delle perdite (LDAR) nelle infrastrutture del gas e la valutazione di una normativa atta a vietare le pratiche di flaring e venting (combustione e rilascio in atmosfera) di routine nell’Ue.

La Commissione si è anche impegnata a esplorare possibili standard, obiettivi o incentivi per l’importazione di energia in Ue, nonché strumenti per farli rispettare, e ad impegnarsi in un dialogo con i suoi partner internazionali per affrontare le emissioni di metano derivanti dall’importazione di energia (CE, 2020b).

L’Ue nel 2019 ha importato circa un terzo di tutto il gas commercializzato a livello internazionale e si stima che nel 2025  costituirà  il 9% della domanda globale di gas (bp, 2020b). Le esportazioni verso l’Unione europea rappresentano una parte sostanziale della produzione totale di gas in alcuni paesi e sono legate alle rotte dei gasdotti esistenti.

Per esempio, la quota Ue della produzione totale di gas nel 2019 è stata del 33% in Algeria e del 28% in Russia. (Eurostat, 2020b).

La maggior parte del gas di questi due grandi paesi esportatori viene distribuito all’Ue attraverso i gasdotti.

Tutto ciò dimostra che gli incentivi introdotti dall’Ue per gestire le emissioni a monte di metano derivanti dalla filiera del gas potrebbero avere un’influenza significativa su alcuni fornitori, che – sebbene possano incrementare la loro capacità di liquefazione del GNL e implementare percorsi alternativi dei gasdotti, sono vincolati, almeno in parte, a fornire gas all’Ue attraverso le infrastrutture esistenti.

Questo studio analizza l’impatto di una eventuale tassa UE sulle emissioni a monte di metano derivanti dalla produzione di gas naturale in rapporto a tutto il gas importato o prodotto nell’UE.

Una tassa sulle emissioni di metano appare promettente nel quadro delle opzioni discusse al fine di ridurre le emissioni a monte nella filiera del gas dell’Ue.

Tale tassa potrebbe concretizzarsi in una sanzione percentuale sul gas naturale che non rispetta il target di intensità delle emissioni a monte di metano. Il presente studio si propone di analizzare l’impatto di una tassa Ue sulle emissioni a monte di metano derivanti dalla produzione di gas naturale sulla totalità del gas importato o prodotto nell’Ue.

Valutare opzioni e conseguenze legali non rientra nello scopo dello questo studio che quindi non analizza quale politica specifica o quale strumento normativo possano implementare la tassazione sul metano.

Questo studio analizza una possibile tassa sulle emissioni a monte di metano per  il gas naturale in Ue a 25 e 100 €/tCO2eq nel 2025. Per entrambi i livelli di tassazione –  rispettivamente 25 e 100 €/tCO2eq – si considereranno due diversi scenari.

Nel primo – lo scenario “Tassazione del CH4 con risposta di abbattimento del produttore” – si ipotizza una risposta dei produttori di gas alla tassazione del metano che risulti in una riduzione del 75% delle presunte emissioni di base per i volumi di gas esportati in Ue.

Questa ipotesi si basa sull’analisi dell’AIE che indica che il 70-80% delle misure di riduzione disponibili sarebbero efficaci dal punto di vista dei costi a fronte di una tassazione del metano pari o superiore a 25 €/tCO2eq (AIE, 2020a). Nel secondo scenario – lo scenario “Tassazione del CH4 senza risposta di abbattimento del produttore” – si esaminerà il caso in cui non si verifichi alcun abbattimento in risposta alla tassazione del metano in Ue.

Questo secondo scenario rappresenta il “caso peggiore” per la valutazione dell’impatto di una tariffa sul metano in Ue, in cui i principali fattori di impatto sulle emissioni di metano saranno le variazioni della domanda di gas e i flussi commerciali globali del gas, anziché l’abbattimento diretto delle emissioni di metano.

Ulteriori controlli di sensibilità sono stati condotti per valutare il peso dell’incertezza legata all’intensità delle emissioni locali ipotizzate.

Le emissioni di metano globali derivanti dal petrolio e dal gas sono altamente imprevedibili, sia in termini di portata che di collocazione delle emissioni per paese/regione

Le emissioni di metano globali derivanti dal petrolio e dal gas sono altamente imprevedibili, sia in termini di portata che di collocazione delle emissioni per paese/regione.

L’AIE stima 82 milioni di tonnellate (Mt) di metano all’anno dal comparto petrolifero e del gas a livello globale, con recenti studi scientifici che indicano un range di 80 – 140 Mt all’anno . I dati sui livelli di emissione di metano e sui costi di abbattimento non sono attualmente abbastanza dettagliati da poter definire un chiaro andamento dei volumi da utilizzare in vista di  soluzioni politiche basate sul mercato.

Un’ampia gamma di scenari e ipotesi è stata esaminata per valutare il potenziale impatto sulle emissioni di metano, sul mix di approvvigionamento di gas dell’UE e sui prezzi del gas naturale

Un’ampia gamma di scenari e ipotesi è stata esaminata per valutare il potenziale impatto sulle emissioni di metano, sul mix di approvvigionamento di gas dell’Ue e sui prezzi del gas naturale, il tutto tenendo presente il contesto di grande incertezza intorno alla reale intensità delle emissioni per le importazioni di gas da diverse regioni.

È stato ipotizzato un range di intensità di emissione inteso a rappresentare l’impronta di metano a monte derivante dalla produzione che rifornisce l’Ue. Questi valori – ad eccezione degli Stati Uniti – sono basati sui dati dell’AIE (AIE, 2020a) e sul parere degli esperti.

I numeri degli Stati Uniti si basano su stime empiriche di Alvarez et al. (2018). I principali scenari considerati si basano su valori di intensità di emissione ipotetici calcolati a partire da questo range e devono quindi essere considerati solo a titolo illustrativo.

Secondo lo scenario di Tassazione del CH4 con Risposta di Abbattimento del Produttore, le emissioni complessive globali di metano provenienti dal petrolio e gas si ridurrebbero fino al 4 per cento.

Nello scenario di tassazione del CH4 con risposta di abbattimento del produttore, le emissioni di metano a monte per i volumi di gas esportati verso l’UE diminuirebbero di circa 2,5 Mt di CH4  (pari a  71 Mt CO2eq con un Potenziale di Riscaldamento Globale (GWP)100 e 210 Mt CO2eq con GWP20).

La valutazione è attuata in rapporto a uno scenario da business as usual, secondo l’intensità delle emissioni ipotizzata.

Quando si variano le previsioni sull’intensità delle emissioni di metano per i principali paesi fornitori di gas dell’Ue, i risultati indicano una riduzione delle emissioni complessive globali di metano provenienti dal petrolio e dal gas in questo scenario di abbattimento fino al 4 per cento.

L’entità della riduzione delle emissioni di metano a fronte di una tassa sul metano pari a 25€/tCO2eq è la stessa di quella calcolata per lo scenario di abbattimento di 100€/tCO2eq nello scenario con risposta di abbattimento del produttore, in virtù della nostra ipotesi secondo cui il 75% delle emissioni di base sono convenientemente abbattute a un prezzo pari o superiore a 25€/tCO2eq.

Una riduzione di 2,5 Mt delle emissioni di metano corrisponde a circa il 2% delle emissioni totali di gas serra dell’Ue nel 2018 per l’UE 27 (Eurostat & EEA, 2020) e sarebbe quindi considerevole.

Se l’abbattimento fosse esteso oltre i volumi importati in Ue dai paesi fornitori  (cioè il 75% della riduzione delle emissioni di metano su tutta la produzione di gas nei paesi fornitori), le emissioni globali di metano di petrolio e gas potrebbero ridursi del 15-25% .

Ciò si basa sull’ipotesi plausibile che se i produttori implementassero attività di abbattimento del metano nei loro impianti di produzione, queste non si applicherebbero solo alla quota di produzione destinata all’Ue, ma si espanderebbero anche oltre quei volumi di gas. Inoltre, se i produttori di petrolio e gas dovessero anche ridurre il 75% delle emissioni di metano dai loro impianti di produzione di petrolio – per esempio, in risposta all’adozione di politiche e regolamentazioni globali sul metano nei paesi importatori di petrolio e gas e/o negli stessi paesi fornitori – l’impatto sulle emissioni globali di metano provenienti da petrolio e gas potrebbe essere due volte maggiore.

Tassare il metano di 25 €/tCO2eq avrebbe un impatto  minimo  sull’approvvigionamento di gas dell’Ue. Tassare il metano di 100 €/tCO2eq avrebbe un impatto maggiore sul flusso di gas dell’Ue.

Una tassa sul metano di 25 €/tCO2eq avrebbe un impatto relativamente minimo sul mix di approvvigionamento di gas dell’Ue, con o senza una risposta di abbattimento da parte del produttore, sulla base delle nostre ipotesi di intensità di emissioni di riferimento.

Per esempio,  se si ipotizza un’intensità di emissioni di metano relativamente più bassa per la produzione in Medio Oriente, si ha un aumento delle importazioni dell’Ue da quella regione, mentre se si ipotizza un’intensità di emissioni di metano relativamente più alta per la Russia, gli Stati Uniti e il Nordafrica, allora si osserverà una corrispondente riduzione delle importazioni dell’Ue da quelle regioni.

Le verifiche di sensibilità  mostrano che il mix di approvvigionamento è suscettibile ai cambiamenti nelle intensità di emissione ipotizzate. L’effetto complessivo sui volumi totali di produzione di gas nei paesi fornitori è minore a causa della redistribuzione dei volumi di gas naturale liquefatto (GNL) verso mercati diversi da quelli dell’Ue.

Tassare il metano di 100 €/tCO2eq avrebbe un impatto maggiore sull’approvvigionamento di gas dell’Ue, ma tale impatto verrebbe mitigato da una risposta di abbattimento da parte del produttore (perché tale risposta di abbattimento ridurrebbe proporzionalmente il ricarico della tassa sul metano sui costi di importazione del gas nell’Ue).

Questo impatto sul mix di approvvigionamento è maggiore perché la simulazione presuppone la fruibilità del gas trasportato attraverso i gasdotti e l’infrastruttura GNL, vale a dire che il mercato reindirizzerà i flussi commerciali di gas attraverso un GNL flessibile in risposta al costo elevato delle emissioni di metano.

I produttori con un’alta intensità di emissioni di metano distribuirebbero quindi il loro gas altrove piuttosto che in Ue, mentre i produttori con basse emissioni di metano reindirizzerebbero i flussi commerciali verso l’Ue.

Questa simulazione, tuttavia, non tiene conto dei contratti a lungo termine, delle relazioni commerciali esistenti e dei vincoli politici o amministrativi che potrebbero, in realtà, limitare l’opportunità di esportare il gas in mercati diversi dall’Ue nel breve e medio termine.

Una tassa sul metano avrebbe un impatto minimo di sui prezzi all’ingrosso del gas naturale in UE

Una tassa sul metano avrebbe un basso impatto di sui prezzi all’ingrosso del gas naturale in Ue, tranne nel caso di una tassa sul metano di 100 €/tCO2eq senza risposta di abbattimento del produttore.

A livello di consumo finale, l’impatto di una tassa Ue sul  metano è minima a causa della presenza di tasse nazionali, imposte, distribuzione e altre voci di prezzo. Il ricarico del metano sul prezzo medio del gas ad uso domestico nell’Ue, secondo le ipotesi sarebbe compreso tra l’1% a 25 €/tCO2eq e il 5% a 100 €/tCO2eq. Entrambe le cifre sono significativamente più basse se si ipotizza che i produttori vadano a ridurre le emissioni.

A causa dei prezzi medi di consumo finale più bassi per il settore industriale, il ricarico della tassa  sul metano ha una maggiore influenza sui prezzi del gas per l’industria, risultando in un aumento potenziale dei prezzi inferiore al 10 per cento.

Queste cifre andrebbero ad abbassarsi se si suppone che i produttori di gas riducano le emissioni in risposta alla tassa UE sul metano.

Data la scarsa affidabilità dei dati sulle emissioni, i risultati dello scenario principale sono da considerarsi esempi illustrativi dell’impatto che una tassa UE sul metano può avere sul mix di approvvigionamento dell’Ue, sui prezzi del gas e sulle emissioni.

Data la scarsa affidabilità dei dati sulle emissioni, i risultati dello scenario principale sono da considerarsi esempi illustrativi dell’impatto che una tassa Ue sul metano può avere sul mix di approvvigionamento dell’Ue, sui prezzi del gas e sulle emissioni di metano.

Questo perché si basano sull’intensità di emissioni ipotizzata. Sono stati quindi eseguiti ulteriori controlli di sensibilità per esplorare il peso dell’incertezza nell’ipotizzata intensità di emissione a livello locale.

I controlli di sensibilità si concentrano sull’incertezza nell’intensità delle emissioni di metano provenienti dai principali paesi fornitori, Russia e Algeria, e mostrano infatti che la portata del mix di approvvigionamento, il prezzo del gas e l’impatto delle emissioni sono altamente sensibili agli assunti sul livello e sulle differenze di intensità delle emissioni di metano nei diversi paesi esportatori.

Una tariffa Ue sul gas naturale proporzionale all’intensità delle emissioni a monte di metano può avere un impatto sulle emissioni globali senza aumentare significativamente il prezzo al consumo del gas nell’Ue.

La conclusione principale di questo studio è che una tassa Ue sul metano proporzionata all’intensità delle emissioni a monte, può avere un impatto sulle emissioni globali provenienti dal petrolio e dal gas, se si incentivano adeguatamente i produttori ad implementare misure di riduzione e può farlo senza aumentare significativamente i prezzi del gas al consumatore nell’Ue.

Per massimizzare il potenziale di riduzione delle emissioni globali con una politica Ue sul metano, sarà necessaria una coalizione di paesi importatori di petrolio e gas costituita tramite la diplomazia energetica della Commissione europea per incentivare i singoli produttori a ridurre il metano e motivare i paesi produttori di petrolio e gas ad attuare delle politiche interne finalizzate a gestire le emissioni di metano.

Condividi: