Le attività addestrative note come «esercitazione AsterX» (che riprende il nome del primo satellite lanciato dai francesi nel 1965) costituiscono uno dei primi impegni dei transalpini nel settore della guerra spaziale, un importante passo verso l’implementazione del Commandement Militaire de l’Espace, recente struttura militare francese con comando a Tolosa e posta sotto il comando del generale Michel Friedling che venne istituita dal presidente Emmanuel Macron nell’estate del 2019.
Temi dell’esercitazione sono stati la verifica ai fini dell’implementazione dei processi operativi della struttura, sottopposta appositamente a stress. Analizzate le capacità espresse nel monitoraggio, nella sorveglianza e nella raccolta dei dati nell’orbita terrestre, dunque in un contesto extra-atmosferico.
A venire simulati mediante il ricorso a un potente data base sono stati diciotto differenti scenari spaziali, questo grazie alle informazioni raccolte dal Centro operativo per la sorveglianza militare degli oggetti spaziali (Cosmos), che registra i movimenti in orbita.
AsterX e i satelliti spia nemici
Il focus principale di AsterX è stato concentrato sulle capacità di monitoraggio in via preventiva dell’azione condotta da eventuali satelliti-spia ostili, come quelli russi, che nel 2017 avrebbero attaccato il satellite militare franco-italiano Athena-Fidus.
Due anni dopo venne resa pubblica la nuova strategia spaziale di difesa francese, finalizzata alla militarizzazione dello spazio extra-atmosferico, quindi il citato annuncio da parte dell’inquilino dell’Eliseo, avvenuta alcune settimane dopo, della creazione del Comando militare spaziale, organico all’Armée de l’Air, l’aeronautica militare.
Il principio informatore della politica difensiva spaziale francese è quello della “difesa attiva”, che tuttavia non esclude il ricorso all’impiego di strumenti offensivi, principio tradotto in seguito nel programma concreto noto come Maîtrise de l’Espace.
Attualmente l’organico del Comando spaziale francese conta su sessanta elementi in servizio, ma entro il 2025 dovrebbe giungere a cinquecento unità.
Le attività del Comando sono state ovviamente concordate con la NATO, organizzazione difensiva della quale la Francia è paese membro, con la quale si potrebbe pervenire a qualche forma di integrazione.