CRIMINALITÀ, reati finanziari. Torna il consolidato «schema Ponzi»: otto arresti a Monza per abusivismo finanziario, truffa e autoriciclaggio

L’operazione «Yuppies 2.0» è stata portata a termine dalla Guardia di Finanza in coordinamento con la Procura della Repubblica di Monza

Guardia di Finanza (GdiF), posto di blocco, militare e paletta, autovettura,

Nella mattinata i militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Monza, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare e sequestro preventivo del GIP del locale Tribunale nei confronti di nove persone indagate a vario titolo per reati fiscali e associazione a delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, alla truffa, all’autoriciclaggio e alla bancarotta fraudolenta.

Le indagini hanno consentito di accertare che gli arrestati, avvalendosi di quattro società agli stessi riconducibili, avevano esercitato, in assenza delle prescritte autorizzazioni, un’illecita attività finanziaria secondo il cosiddetto schema Ponzi, promuovendo, attraverso simulati contratti di compravendita e/o locazione, prodotti finanziari a rendimenti elevati e ripagando gli incauti investitori con fondi raccolti presso nuovi clienti.

La restituzione degli interessi ai risparmiatori, tesa a incentivare la stipulazione di nuovi contratti, ha successivamente determinato il fallimento di due delle quattro società coinvolte nella frode.

Per la promozione dei prodotti finanziari, che venivano gestiti tramite una piattaforma informatica creata ad hoc, gli indagati si sono avvalsi di tecniche diversificate, sfruttando anche i social network e organizzando vere e proprie convention in Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna e Sardegna.

Il sodalizio criminale si caratterizzava per un’organizzazione dalla struttura piramidale, al cui vertice era situato il dominus delle società, mentre a un livello inferiore si ponevano i più stretti collaboratori di quest’ultimo, i quali lo coadiuvavano nella gestione del citato sodalizio, promuovendo inoltre i prodotti nella piena consapevolezza dell’effettiva natura delle transazioni.

Nell’ambito delle investigazioni sono state altresì individuate quindici persone nominate «leader regionali», le quali, pur avendo investito loro stessi somme nell’acquisto dei prodotti, si erano costituiti, al fine di trarre a loro volta delle provvigioni, un proprio nutrito portafoglio clienti, coinvolgendo anche familiari e conoscenti.

Vi era poi un ulteriore livello costituito dai procacciatori, circa 370 persone, i quali, avendo anch’essi acquistato dei prodotti, si sono poi occupati di collocarne degli altri sul mercato, in cambio di provvigioni.

L’attività fraudolenta, perpetrata dal 2016 al 2018 e commessa a danno di circa duemila risparmiatori (che hanno investito somme dai 5.000 ai 600.000 euro) ha messo gli indagati nelle condizioni di raccogliere sull’intero territorio nazionale capitali per venti milioni di euro.

Sono tuttora in corso di esecuzione le misure cautelari personali nei confronti di otto persone, delle quali sette destinatarie di custodia cautelare in carcere e una astretta agli arresti domiciliari, nonché il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni immobili e mobili e dei saldi attivi dei conti correnti fino a concorrenza dell’ammontare pari a venti milioni di euro.

Le operazioni sono in corso di esecuzione in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, i militari si avvalgono del supporto della Compagnia delle Fiamme gialle di Arezzo.

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