Israele avrebbe preso di mira almeno dodici navi iraniane in rotta per la Siria, la maggior parte delle quali trasportavano petrolio e armi per Bashar al-Assad e le milizie proxi di Teheran, almeno questo trapela da un rapporto statunitense reso pubblico giovedì.
Gli attacchi sarebbero iniziati alla fine del 2019 e avrebbero avuto quale obiettivo sia le navi iraniane che altre imbarcazioni recanti carichi iraniani, questo ha recentemente riferito il “Wall Street Journal” citando «funzionari statunitensi e della regione del Golfo».
Le navi non furono affondate, tuttavia, in alcuni casi vennero costrette a rientrare in porto nella Repubblica Islamica.
Il «conflitto ombra» tra Israele e Iran
Obiettivo di queste azioni poste in essere dallo Stato ebraico sarebbe stato il blocco (o perlomeno il rallentamento) delle forniture e del commercio di petrolio, quindi dei conseguenti finanziamenti degli estremisti anti-israeliani presenti nella regione, traffici attuati in violazione delle sanzioni statunitensi imposte a Teheran e di quelle internazionali irrogate a Damasco.
Per il momento le autorità di Gerusalemme non hanno voluto commentare la notizia diffusa dal Wall Street Journal, ma è oltremodo evidente che questi attacchi aprono un nuovo fronte nel «conflitto ombra» da tempo in atto tra Israele e Iran, limitandosi a ricordare come gli iraniani «fossero dietro un’esplosione che ha colpito una nave di proprietà israeliana nel Golfo Persico il mese scorso», ma riguardo a questo episodio Teheran ha negato con decisione l’accusa.
Altre fonti avevano riferito che l’esplosione sulla MV Helios Ray, una petroliera che trasportava automobili, sarebbe stata causata da una mina, provocando un danno che ha costretto la nave in porto per le riparazioni, ma senza distruggerla o ferire alcun membro dell’equipaggio.
Nell’estate tesa di 2019 gli americani hanno accusato l’Iran di avere colpito due petroliere nei pressi dello Stretto di Hormuz, rotte marittima dalla valenza strategica poiché praticata dalle petroliere che imbarcano il greggio mediorientale.
Guerre per procura e impegni diretti
L’Iran sostiene gli sciiti libanesi di Hezbollah, così come alcuni gruppi islamisti palestinesi attivi nella Striscia di Gaza.
L’esercito israeliano ha lanciato centinaia di attacchi aerei in Siria sin dal 2011, anno di inizio della guerra civile, nel tentativo di prevenire e arginare le mosse di Teheran miranti a stabilire una presenza militare permanente nell’area.
L’Iran ha spesso accusato lo Stato ebraico di una recente serie di attacchi, attribuendogli anche la responsabilità in ordine alla misteriosa esplosione verificatasi la scorsa estate, che ha distrutto un avanzato impianto di assemblaggio di centrifughe nucleari a Natanz, nonché l’eliminazione di Mohsen Fakhrizadeh, lo scienziato iraniano responsabile del programma nucleare militare di Teheran.
Le tensioni hanno registrato una fase incrementale in questi ultimi mesi, prima dell’insediamento a Washington dell’amministrazione presieduta da Joe Biden.
Dal canto suo, Gerusalemme, per bocca del proprio ministro dell’Ambiente, ha accusato l’Iran di avere provocato una fuoriuscita di petrolio al largo della costa israeliana lo scorso mese, quando centinaia di tonnellate di catrame hanno inquinato le spiagge lungo la maggior parte della costa mediterranea di Israele, un’accusa comunque non confermata dalle autorità di sicurezza israeliana.
Sempre negli ultimi mesi si è tornati a ventilare l’ipotesi di un attacco militare contro i siti nucleari iraniani allo scopo di fermare il programma atomico degli ayatollah, questo mentre colloqui informali tra Stati Uniti d’America e Iran sul ritorno all’accordo nucleare potrebbero avere luogo nelle prossime settimane.