Lo riferisce Marco Mancini in un suo articolo pubblicato oggi dall’agenzia di informazioni di oltre Tevere ACI Stampa, che spiega come con la rinuncia accettata sabato scorso dal Pontefice e presentata dal cardinale Robert Sarah, per raggiunti limiti di età, dall’incarico di Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, si apre per la Curia romana una fase di vero e proprio «risiko».
Gerontocrazia vaticana
Infatti, quasi tutti i capi dicastero sono in piena età pensionabile, ma sono stati prorogati nei loro incarichi dal Pontefice donec aliter provideatur, ovvero fino a quando non si disponga altrimenti.
Secondo le norme al compimento del settantacinquesimo anno di età essi devono presentare al Papa la loro rinuncia. Spetterà poi a quest’ultimo decidere se, come e quando accettare e, conseguentemente, procedere alla nomina di un loro successore.
Già sabato scorso Bergoglio aveva proceduto alla nomina del giovane cardinale Mauro Gambetti, cinquantacinquenne, quale suo nuovo Vicario generale per lo Stato della Città del Vaticano, Presidente della Fabbrica di San Pietro e arciprete della Basilica vaticana, in sostituzione del settantasettenne cardinale Angelo Comastri, che ha servito sotto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
È particolare poi, sottolinea sempre Mancini, come il Papa si sia limitato ad accettare la rinuncia del cardinale Sarah senza contestualmente nominarne il successore.
Congregazioni e vacatio
Le altre otto congregazioni vaticane (nove se si include anche quella del Culto divino, vacante per la rinuncia di Sarah) attualmente sono guidate in cinque casi da prefetti in proroga di mandato.
Quella per i vescovi dal settantaseienne cardinale Marc Ouellet, quella per le Chiese orientali dal settantasettenne cardinale Leonardo Sandri, quella per il Clero dal settantanovenne cardinale Beniamino Stella, quella per la Dottrina della Fede dal settantaseienne cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer e quella per l’Educazione cattolica dal settantasettenne cardinale Giuseppe Versaldi.
A questi uffici vanno aggiunti il Pontificio Consiglio della Cultura che è guidato dal settantottenne cardinale Gianfranco Ravasi, il Governatorato per lo Stato della Città del Vaticano, che ha quale Presidente il settantottenne cardinale Giuseppe Bertello e la Penitenzieria apostolica, che vede al suo vertice il settantaseienne cardinale Mauro Piacenza.
Con l’uscita di scena del cardinale Sarah, l’Africa resta poi alla guida del solo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, il cui Prefetto è il cardinale ghanese Peter Turkson.
Europa über alles
Se analizziamo i continenti, conclude mancini nel suo articolo, si può notare come l’Europa sia al vertice di ben diciassette tra dicasteri, congregazioni, pontifici consigli e uffici.
Nello specifico: la Segreteria di Stato con il cardinale italiano Pietro Parolin; la Segreteria per l’Economia con il gesuita spagnolo Juan Antonio Guerrero Alves; la Congregazione per la Dottrina della Fede con il cardinale spagnolo Ladaria Ferrer; la Congregazione per le Cause dei Santi con il cardinale italiano Marcello Semeraro; la Congregazione per il Clero con il cardinale italiano Beniamino Stella; la Congregazione per l’Educazione cattolica con il cardinale italiano Giuseppe Versaldi; il Dicastero per la Comunicazione con l’italiano Paolo Ruffini; la Penitenzieria apostolica con il cardinale italiano Mauro Piacenza; il Supremo Tribunale della Segnatura apostolica con il cardinale francese Dominique Mamberti; il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani con il cardinale svizzero Kurt Koch; il Pontificio Consiglio per i testi legislativi con l’arcivescovo italiano Filippo Iannone; il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso con il cardinale spagnolo Miguel Angel Ayuso Guixot; il Pontificio Consiglio della Cultura con il cardinale italiano Gianfranco Ravasi; il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione con l’arcivescovo italiano Rino Fisichella; l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica con il vescovo Nunzio Galantino; il Governatorato per lo Stato della Città del Vaticano con il cardinale Giuseppe Bertello; il Vicariato per lo Stato dello Stato della Città del Vaticano con il cardinale Mauro Gambetti.
Gli «amerikani»
L’America del Nord ha due rappresentanti: il cardinale canadese Ouellet alla guida della Congregazione per i Vescovi e il cardinale americano Farrell, peraltro Camerlengo di Santa Romana Chiesa, a capo del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.
L’America meridionale invece vede il cardinale argentino Sandri alla Congregazione per le Chiese orientali e il cardinale brasiliano Braz de Aviz alla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
Infine vi è l’Asia che con il cardinale filippino Luis Antonio Tagle guida la Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli.
Resta al momento senza rappresentanti l’Oceania, che nel recente passato ha annoverato il cardinale australiano George Pell alla guida della Segreteria per l’Economia, incarico al quale è stato costretto a rinunciare per le note vicende giudiziarie che lo hanno poi visto prosciolto nel 2019.
Prima di Pell, tra gli altri sono stati in Vaticano i cardinali australiani Cassidy e Knox, rispettivamente Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani dal 1989 al 2001 e Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti dal 1974 al 1981.