Sulla base delle disposizioni recentemente imposte da Washington in materia di importazioni dall’HKSAR, entrate in vigore il 10 novembre scorso, i prodotti esportati da Hong Kong negli Usa devono essere etichettati come “Made in China”.
Si è trattato della risposta americana al varo della legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong datata 30 giugno 2020, che estende sostanzialmente il controllo della Repubblica Popolare cinese (RPC) al territorio della e città Stato colonia britannica. In seguito, il 30 ottobre, Hong Kong aveva presentato una propria denuncia al WTO mediante la quale richiedeva ufficialmente l’istituzione di una commissione che si occupasse della risoluzione delle controversia.
Attualmente Hong Kong è un membro del WTO ancora separato dalla Cina continentale e nel corso del 2020 ha esportato negli Usa 167 milioni di dollari prodotti agricoli e alimentari.
Il riconoscimento dello status speciale
Il portavoce del WTO, prendendo atto del fatto che ai sensi della normativa vigente lo HKSAR è un territorio doganale distinto dalla RPC, esso può dunque utilizzare la denominazione di origine “Made in Hong Kong” ed essere parte di organizzazioni internazionali come il WTO e quelle della cooperazione economica nella regione dell’Asia e del Pacifico come membro individuale, sviluppando così reciproche e vantaggiose relazioni economiche e commerciali con le economie del resto del mondo.
Lo status speciale di Hong Kong è stato ampiamente riconosciuto e rispettato dalla comunità internazionale, e lo status economico e commerciale di Hong Kong, al pari di quello di altri membri del WTO.
Le vibranti proteste di Hong Kong
«La marcatura “Made in Hong Kong” apposta sui prodotti esportati dalla città Stato cinese – ha proseguito il portavoce del WTO – è stata accettata a livello internazionale per molti anni e, non solo risulta conforme allo status di territorio doganale separato nel rispetto delle regole dettate dal WTO, ma fornisce anche ai consumatori informazioni chiare e accurate sull’origine del prodotto».
Lo scorso 22 febbraio l’organo di risoluzione delle controversie del WTO su richiesta di Hong Kong ha convenuto di istituire una commissione investita della risoluzione della controversia in atto, sollevata dalla città Stato cinese in conseguenza dell’asserita violazione delle norme stabilite in ambito WTO da parte degli Usa a causa del citato nuovo requisito imposto nella marcatura di origine per i prodotti hongkonghesi.
Il rappresentante permanente della HKSAR presso il WTO, Laurie Lo, è intervenuto alla riunione dell’organo di risoluzione delle controversie, sede nella quale ha ribadito la forte obiezione di Hong Kong all’imposizione «unilaterale e irresponsabile» da parte di Washington del nuovo obbligo di marcatura di origine, sottolineando che il nuovo requisito «non solo è ingiustificabile, ma è anche incoerente con una serie di regole del WTO, inoltre danneggia gli interessi di Hong Kong quale membro dell’organizzazione».