«Il Presidente Draghi consideri tutte le istanze ambientali e le ponga al centro dell’agenda».
Con una nota congiunta le associazioni Amici della Terra, Enpa, Italia Nostra, Lipu, Mountain wilderness, Federazione ProNatura e Italia Nostra esprimono forti perplessità sull’operazione che porterebbe alla nascita di un Ministero per la Transizione ecologica.
«Non è affatto chiaro come si intende che questa operazione avvenga. Se ad esempio prevedrà più funzioni per il Ministero dell’Ambiente o invece implicherà la fusione del Ministero dell’Ambiente con quello dello Sviluppo economico, con il rischio di schiacciamento delle tematiche ambientali e comunque di lunga impasse dovuta alle complicatissime pratiche amministrative da svolgere».
Un quadro molto incerto che preoccupa, tanto più alla luce della necessità di allocare rapidamente e bene le risorse del Recovery Plan e, soprattutto, di ripensare i suoi programmi, oggi gravemente carenti, quando non errati, sotto il profilo naturalistico, ambientale e paesaggistico in genere.
«La transizione ecologica – prosegue il comunicato congiunto – è il grande impegno dell’Italia e dell’Europa dei prossimi decenni. Non si può commettere l’errore di impostarla male. Al Presidente Draghi segnaliamo nuovamente che le urgenze ambientali sono molteplici, dal restauro degli habitat degradati al mare, dalla tutela del paesaggio alla montagna, all’agricoltura e ad un uso dei suoli compatibile, alle politiche di benessere animale. E’ fondamentale considerarle tutte e porle in primo piano nell’agenda, in modo che facciano da sostanza del programma di transizione ecologica e che vengano prima di ogni operazione di immagine o speculativa e, anche per questo, a rischio di fallimento».