ECONOMIA, rischio NPL e «credit crunch». Il monito di Draghi al G30

L’ex presidente della Bce ha sottolineato come gli interventi che attualmente hanno luogo attraverso l’ampio ricorso a politiche monetarie si rendono indispensabili, tuttavia va prestata estrema attenzione a quelle che si manifesteranno nella forma di politiche economiche «zombie», che possono rendere drammatica l’uscita dall’emergenza qualora non ben gestite. Di questo e di legge di bilancio ne hanno discusso il giornalista Claudio Landi e il professor Mario Baldassarri nel corso della trasmissione di approfondimento “Capire per Conoscere”, andata in onda su Radio Radicale

Il “Rapporto Draghi” recentemente illustrato al G30, cioè al gruppo di consulenza accademica sulle politiche economiche, ha indicato chiaramente le linee strutturali sulle quali dovrà avviarsi non soltanto l’Italia e l’Europa, ma l’intero Occidente, questo per far sì che «nel XXI secolo non domini l’Asia e, in particolare, ma si instauri un rapporto sinergico attraverso il quale si confrontino le vecchie e nuove potenze».

Nell’occasione, Draghi ha sottolineato come tutti gli interventi che attualmente hanno luogo attraverso un ampio ricorso a politiche monetarie si rendono indispensabili, tuttavia bisogna prestare estrema attenzione a quelle che si manifesteranno nella forma di politiche economiche «zombie», che possono rendere drammatica l’uscita dall’emergenza qualora non ben gestite.

Questa è stata la prima sollecitazione da parte del giornalista Claudio Landi al professor Mario Baldassarri nel corso dell’ultima trasmissione “Capire per Conoscere”, appuntamento del lunedì mattina dedicato all’approfondimento dei temi economici andato in onda su Radio Radicale.

Il presidente del Centro Studi Economia Reale (CSER), già viceministro dell’Economia, ha replicato affermato che quella di Draghi è stata una intelligente prevenzione, poiché «all’orizzonte, sperando che nel 2021 a crisi del Covid sia superata, emergerà il problema della mole di crediti concessi alle imprese e alle famiglie che si trasformeranno nella loro gran parte in crediti difficilmente solvibili, quindi le banche si troveranno in pancia una massa importante di non performing loan. Sarà dunque necessario predisporre degli strumenti idonei a far “digerire” alle banche questi crediti. In questo caso, salvaguardare la solidità delle banche significherà salvaguardare i risparmi delle famiglie e gli investimenti delle imprese».

E, infatti, in Europa si va delineando il concetto di bad bank nazionale proprio per quanto concernerà i “crediti incagliati”.

«L’Europa – ha spiegato Baldassarri – ha proposto una sostanziale modifica del MES mirante a questo obiettivo, costituendo un fondo destinato a disinnescare sul nascere eventuali crisi bancarie, qualunque sia il Paese nel quale si manifestino, questo allo scopo di evitare che tali crisi si diffondano, dato che l’Europa ormai possiede un sistema bancario fortemente integrato. Dopodiché, per “digerire” gli NPL occorreranno anche strumenti nazionali».

Ma questo, è stato altresì sottolineato, se non verrà fatto in tempi rapidi e in via preventiva, porterà a auna fortissima stretta creditizia, effetto causato dallo squilibrarsi dei parametri patrimoniali delle banche, addirittura a un grande “credit crunch”.

Baldassarri poi ha legato i principi informatori del rapporto del G30 con la legge di bilancio che sarebbe andata in discussione alla camera dei deputati in Italia il giorno successivo a quello della trasmissione, affermando che quest’ultima «stride pericolosamente» rispetto alla prima.

«Una legge di bilancio – ad avviso del presidente del CSER – palesemente vecchia di due mesi, a suo tempo predisposta per una manovra da 38 miliardi di euro, quando, lo stesso esecutivo presieduto da Giuseppe Conte, aveva previsto per quest’anno una caduta del prodotto interno lordo pari allo 0,9%, seguita però da una ripresa spontanea tendenziale per il 2021 del +5,3%, con la legge di bilancio che avrebbe contribuito a fornire un piccolo impulso portando la crescita al 6%, un numero che oggi non esiste più».

Infatti, le successive previsioni della banca d’Italia stimano la crescita in quel periodo soltanto del 3,5%, ma al realizzarsi di due condizioni interne e tre esterne:

efficacia della legge di bilancio, basata su ulteriori provvedimenti di sostegno dell’economia da varare nelle prossime settimane;

il rapido e buon utilizzo da parte italiana dei fondi erogati in sede europea, Recovery Fund e altri;

la contestuale crescita del commercio mondiale per un volume del 10% nel 2021 e del 5% negli anni seguenti;

assenza di perturbazioni e fibrillazioni sui mercati finanziari internazionali;

cessazione della pandemia da coronavirus.

Quel 3,5% sconta quindi queste cinque condizioni, ma in caso contrario gli effetti negativi porterebbero a zero la crescita economica italiana.

Nel corso della trasmissione radiofonica andata in onda lo scorso 21 dicembre sono state inoltre trattate le tematiche relative alla politica economica del governo italiano, con l’evidente contenzioso sulla governance relativa all’impiego dei finanziamenti che giungeranno dall’Unione europea. Un particolare focus è stato concentrato sul Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) e sulle sue possibili modifiche.

Di seguito è possibile ascoltare l’audio integrale della trasmissione radiofonica andata in onda il 21 dicembre 2020 su Radio Radicale (A287)

A287 – ECONOMIA, RISCHIO NPL E «CREDIT CRUNCH»: ILMONITO DI DRAGHI AL G30. L’ex presidente della Banca centrale europea ha sottolineato come gli interventi che attualmente hanno luogo attraverso l’ampio ricorso a politiche monetarie si rendono indispensabili, tuttavia va prestata estrema attenzione a quelle che si manifesteranno nella forma di politiche economiche «zombie», che possono rendere drammatica l’uscita dall’emergenza qualora non ben gestite.
Di questo e di legge di bilancio italiana ne hanno discusso il giornalista CLAUDIO LANDI e il professor MARIO BALDASSARRI nel corso della trasmissione di approfondimento “Capire per Conoscere”, andata in onda su Radio Radicale il 21 dicembre 2020.
Quella di Draghi è stata una intelligente prevenzione, poiché «all’orizzonte, sperando che nel 2021 a crisi del Covid sia superata, emergerà il problema della mole di crediti concessi alle imprese e alle famiglie che si trasformeranno nella loro gran parte in crediti difficilmente solvibili, quindi le banche si troveranno in pancia una massa importante di non performing loan. Sarà dunque necessario predisporre degli strumenti idonei a far “digerire” alle banche questi crediti. In questo caso, salvaguardare la solidità delle banche significherà salvaguardare i risparmi delle famiglie e gli investimenti delle imprese».
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