SOCIETÀ, emergenza coronavirus. Gli effetti della pandemia in Italia: sfiducia e facile cessione di libertà, i rischi da evitare dopo il Covid-19

Secondo incontro online della serie organizzata dalla Fondazione Circolo Rosselli e dal CENSIS su coronavirus e sue ripercussioni sulla società italiana. Ogni emergenza lascia delle scorie e, attualmente, i rischi sono due: quello della cessione della sovranità, ovvero che ci si abitui facilmente alla messa in gioco della libertà individuale e quello che la maggioranza degli italiani sia portato a ritenere che l’avvio di un’impresa sia un azzardo e non più un’opportunità

«Ogni emergenza lascia delle scorie. I rischi che vedo con la pandemia sono due: il primo è la cessione della sovranità, ovvero che ci si abitui troppo facilmente al fatto che la libertà individuale possa essere messa in gioco. Il secondo è che la maggioranza degli italiani veda l’idea di avviare un’impresa come un azzardo e non più come un’opportunità».

Sono le conclusioni tratte da Francesco Maietta, responsabile dell’area politiche sociali del CENSIS ieri pomeriggio al secondo degli incontri online organizzati dalla Fondazione Circolo Rosselli e dal CENSIS per discutere sugli scenari aperti per la società italiana dalla pandemia.

Meglio sudditi che morti

Il titolo dell’incontro di ieri era “Meglio sudditi che morti” e si è incentrato sulle reazioni degli italiani nell’anno della paura, fra tensioni sulla sicurezza e la percezione dello Stato come salvagente ultimo cui aggrapparsi nel momento del pericolo.

«Abbiamo affrontato la fase dell’emergenza con disciplina, meglio di altri Paesi, accettando le regole e affidandoci allo Stato», ha sottolineato Maietta, «il costo sociale è alto. Ci sono, ad esempio, quasi cinque milioni di persone che lavoravano nella cosiddetta gig economy scomparse dai radar senza lasciare traccia. Se occorre avere consapevolezza di quello che di positivo è stato fatto, bisogna tenere in conto anche dei rischi dell’eccessiva dipendenza da ristori e bonus. Ma siamo un Paese che dopo le fasi di emergenza ha sempre voglia di ripartire con quello che al Censis chiamiamo furore di vivere»

Draghi e l’Italia delle disuguaglianze

Sottolinea il presidente della Fondazione Circolo Rosselli, Valdo Spini: «Il presidente del Consiglio dei ministri incaricato, Mario Draghi, è stato più volte citato per la sua distinzione fra debito buono, che riesce a riattivare produzione e reddito, e debito cattivo, improduttivo. Abbiamo davanti un’Italia di disuguaglianze: nord e sud, giovani e anziani. Non ce lo possiamo più permettere. I soldi che arriveranno dall’Europa sono tanti. Chiediamo un’Italia nuova, diversa, quella che abbiamo davanti rischia di condurci in un vicolo cieco».

Giorgia Giovannetti, economista presso l’Università di Firenze, spiega: «Un enorme numero di italiani ha visto cambiare la propria situazione in peggio. Ha resistito chi aveva un lavoro dipendente, possibilmente statale. Storicamente le pandemia hanno avuto ripercussioni sociali. Da noi il Covid aggrava problemi preesistenti, le nostre fragilità strutturali: debito pubblico, povertà, mercato del lavoro, scuola. L’emergenza sanitaria unita a quella economica è potenzialmente esplosiva: sarà essenziale investire in scuola e università, sfruttando le opportunità del Next Generation EU per investimenti importanti a tasso di interesse basso».

Tecnici e professionisti «vedono nero»

Il punto di vista delle professioni, tecniche e giuridiche, è stato esposto da Gianni Massa, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e da Sergio Paparo dell’Organismo Congressuale Forense.

«In un nostro recente sondaggio – ha affermato Massa –  il 70% dei professionisti ha risposto negativamente alla domanda su come veda il proprio futuro. La scarsa inclinazione a fare network da parte dei professionisti è una criticità. Serve una nuova capacità organizzativa per intercettare la domanda che viene, ad esempio, da provvedimenti come quello del super bonus. Abbiamo un mercato del lavoro e una società che vivono un mondo digitale con regole analogiche. Se non si fanno delle riforme, sarà impossibile spendere i soldi che arriveranno dall’Europa».

«In questi mesi si è parlato della paralisi di molti settori, come la scuola, ma nessuno ha parlato di come si sia bloccata la giustizia. Forse perché è ritenuto un sistema già bloccato – ha quindi proseguito Paparo – I provvedimenti sulla giustizia nel Piano italiano per il Recovery fund sono insufficienti: tre miliardi previsti su progetti datati che non incidono sui problemi strutturali. La giurisdizione non sarà in grado di supportare il contenzioso, le disuguaglianze sociali, i licenziamenti, che inevitabilmente questa pandemia comporta. Per questo bisogna puntare sulle strade alternative alla giurisdizione ordinaria. E anche su una decisa informatizzazione: occorrerebbe ad esempio una piattaforma digitale per il deposito immediato degli atti».

Il punto di vista dei giovani

Sul punto di vista dei giovani hanno invece insistito Michael Musetti, coordinatore degli under 35 dell’Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane e Giulia Piccioni, segretaria nazionale della rete nazionale di cultura e politica I Pettirossi.

«Quella del Reddito di cittadinanza – ha detto Musetti – doveva essere una rivoluzione ma è rimasta incompiuta. Mancano ancora tanti tasselli perché si arrivi a un vero patto per l’imprenditorialità civile, come è stato definito».

Piccioni ha invece sottolineato che: «La domanda che ci dovremmo porre è perché i giovani siano interessati all’attività civica ma non alla rappresentanza o alla partecipazione politica?

Nessun partito intercetta il voto di questo pezzo di Paese. Eppure, anche se siamo di meno, siamo il futuro: i giovani, fra i più colpiti dalla crisi, non possono essere sottovalutati».

Prossimo appuntamento giovedì 11 febbraio: ristori e loro effetti

L’incontro previsto per la prossima settimana, in calendario giovedì 11 febbraio alle ore 17:00 sarà incentrato sulla riflessione riguardo al tema dei cosiddetti ristori e dei loro effetti; il titolo del webinar sarà: Nell’anno della bonus economy.

Tematica che verrà affrontata da Marco Baldi (responsabile area Economia e territorio del CENSIS), Antonella Di Bartolo (dirigente scolastico all’Istituto Sperone-Pertini di Palermo), Federico Gelli (coordinatore dell’Unità sanitaria di crisi della AUSL Toscana Centro per l’emergenza pandemica), Stefano Grassi (avvocato e costituzionalista presso l’Università di Firenze), Mariella Zoppi (professore emerito di Architettura dell’ateneo fiorentino; modererà Claudio Paravati (direttore Rivista e Centro Studi Confronti).

Il webinar viene trasmesso sulla piattaforma Zoom (https://us02web.zoom.us/j/327598981) e sulle pagine Facebook della Fondazione Fratelli Rosselli e del Censis

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