CULTURA, libri. “Lei mi parla ancora”, di Giuseppe Sgarbi

Le “Memorie edite e inedite di un farmacista”, opera prefata da Pupi Avati e che include testi scritti da Vittorio Sgarbi, Elisabetta Sgarbi, Claudio Magris e Giuseppe Cesaro, ha ispirato l’omonimo film di Pupi Avati, in anteprima su Sky il prossimo 8 febbraio, interpretato da Renato Pozzetto, Stefania Sandrelli, Chiara Caselli, Fabrizio Gifuni e Serena Grandi

«Mi sono voltato, ho chiuso gli occhi e alzato la testa in direzione delle tue finestre. “Se c’è”, ho pensato prima di riaprirli, come in uno di quei giochi che fanno i bambini, “sarà per sempre.” C’eri».

«Giuseppe Sgarbi è uno scrittore e un uomo autorevole, che non dà confidenza ma non gioca con alcun segreto. Nomina le cose, fa vivere le persone e i fatti, con tacito amore e tranquillo riserbo. Una personalità – e una penna – ricca di tenerezza e istintivamente incline a incutere soggezione. Il suo sguardo ha la spregiudicatezza di chi è libero da idoli, convenzioni, retoriche e non ha paura di guardare in faccia la morte, la guerra, il disincanto di tutte le cose. Ma il suo sguardo è soprattutto quello del rispetto, che Kant considera la premessa di ogni virtù e che sembra sempre più raro».

Così Claudio Magris a proposito della scrittura di Giuseppe «Nino» Sgarbi, nell’introduzione di “Non chiedere cosa sarà il futuro”, secondo volume della sorprendente tetralogia con la quale, a più di novant’anni, il farmacista di Ro Ferrarese, padre di Elisabetta e Vittorio, si è imposto all’attenzione di pubblico e critica come una delle voci più profonde della narrativa contemporanea.

In questo volume sono raccolti i quattro romanzi scritti da Sgarbi in cinque anni: Lungo l’argine del tempo (2014, Premio Bancarella Opera Prima e Premio Internazionale Martoglio), Non chiedere cosa sarà il futuro (2015), Lei mi parla ancora (2016, Premio Riviera delle Palme) e Il canale dei cuori (2018).

Esso include anche alcune pagine inedite che sono state ritrovate, nelle quali rivive la «prosa classica e affascinante, piana e percorsa da echi e risonanze, come ogni classicità» di «uno scrittore, ossia qualcuno che ci fa sentire le cose, ci riporta in mano la loro irripetibile unicità e la familiarità o estraneità col nostro essere; che ce le fa scoprire in una luce nuova».

Afferma Elisabetta Sgarbi che: «I racconti orali, trasferiti nella magia della pagina scritta, hanno acquistato una forma, sono diventati, loro e lui, mio padre, eventi più grandi della vita vissuta. La scommessa era vinta. Mio padre è uno scrittore.

Questo, invece, il commento di Vittorio, il figlio maschio del farmacista: «Fin dalle prime pagine ho provato emozione, entusiasmo, soddisfazione, e poi compiacimento per le rivelazioni e per lo stile, preso dal racconto di tante storie che non conoscevo. Ma anche un’ironia, un’intelligenza, una curiosità, un amore per la vita, un entusiasmo, una vitalità che mi erano del tutto sconosciuti».

Giuseppe Sgarbi

Giuseppe Sgarbi, padre di Vittorio ed Elisabetta, per quasi mezzo secolo ha esercitato la professione di farmacista nella campagna tra Veneto ed Emilia. Nel 2014, a novantatré anni, ha esordito nella narrativa con il romanzo Lungo l’argine del tempo.

Memorie di un farmacista (vincitore del Bancarella Opera Prima e del Premio Internazionale Martoglio) è stato poi seguito da Non chiedere cosa sarà il futuro (2015), Lei mi parla ancora (2016, Premio Riviera delle Palme) e da Il canale dei cuori (2018).

Nel 2021 Pupi Avati ha tratto da Lei mi parla ancora l’omonimo film con Renato Pozzetto, Fabrizio Gifuni, Isabella Ragonese, Chiara Caselli e Stefania Sandrelli.

titolo: Lei mi parla ancora, memorie edite e inedite di un farmacista

autore: Giuseppe Sgarbi

editore: La nave di Teseo

collana: le Polene

pagine: 688

prezzo: 20 euro

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