ENERGIA, gas naturale. Mare del Nord: ENI ottiene una nuova licenza esplorativa nel Regno Unito

L’ENI ha ottenuto l’assegnazione di una nuova licenza di esplorazione e produzione nel Mare del Nord britannico come risultato della gara competitiva denominata 32º UK Offshore Licensing Round.

L’ENI ha ottenuto l’assegnazione di una nuova licenza di esplorazione e produzione nel Mare del Nord britannico come risultato della gara competitiva denominata 32º UK Offshore Licensing Round.

La licenza, denominata P2511, ricopre un’area di circa 340 kmq ed è ubicata nello specchio settentrionale del Mare del Nord, a circa 250 chilometri dalla costa, a una profondità d’acqua variabile fra  100 e 130 metri. Si tratta di un’area situata in prossimità del limite tra acque britanniche e quelle norvegesi, dove recentemente sono state effettuate diverse scoperte di giacimenti di idrocarburi.

La licenza prevede un periodo esplorativo iniziale della durata di sei anni, essa è stata assegnata a ENI UK con interesse partecipativo del 100% e ruolo di operatore.

Nelle incertezze sul futuro del North Stream, in un momento, per altro, nel quale i prezzi sul mercato del gas naturale sono aumentati si in Europa che in Asia a causa delle rigide temperature di questi ultimi mesi, attraverso la Norvegia il nuovo gasdotto baltico pone in collegamento i collettori di quella zona di estrazione con l’Olanda, la Danimarca e molto presto (fine 2021) anche la Polonia.

I tracciati delle due condotte, quella russa del North Stream e quella del gasdotto baltico (l’ultimo a ricevere sovvenzioni dall’Unione europea), quasi si incrociano sui rispettivi terminali sulla costa.

Tenuto anche conte del fatto che la materia prima energetica russa è più sporca di quella estratta nel Mare del Nord con riferimento agli attuali standard ambientali europei, insomma, per tutta questa serie di ragioni sia le attività di prospezione (meno costose) che quelle successive di estrazione e di recapito ai clienti (più costose), agli operatori impegnati nello specchio di mare britannico ai confini con quello norvegese risultano convenienti.

Ovviamente, a San Donato milanese e a piazzale Enrico Mattei (oltre agli arabi del Golfo Persico, che anche loro hanno investito da quelle parti) si saranno fatti i loro bravi conti e avranno preso in considerazione tutte le variabili che possono incidere sullo sviluppo e i costi di un progetto del genere, quali temperature esterne, dell’acqua, correnti marine artiche, eccetera.

Ma, se si apre il mercato e si riescono a mettere insieme in un consorzio le forze (anche dai punti di vista finanziario e delle capacità tecnologiche), tutto diviene possibile.

Così, stante la richiesta di gas naturale da parte dei Paesi europei, con l’Olanda destinata a divenire sempre più un importante hub gasiero, si andranno riducendo i livelli di dipendenza dalle forniture di materia prima energetica provenienti dalla Russia.

Attraverso la partecipazione nella licenza, ENI rinnova l’impegno alla valorizzazione delle risorse del settore britannico del mare del Nord in cui opera da lungo tempo.

Il Gruppo di piazzale Mattei è presente nel Regno Unito fin dal 1964, dove è attivo nell’esplorazione e nella produzione, con un volume pari a 55 Kboed, così come nei settori Gas & Power, Refining & Marketing e chimico.

Nell’ottobre 2020 si è aggiudicato una licenza per lo stoccaggio di anidride carbonica nell’area offshore di Liverpool Bay, nel settore orientale del Mare d’Irlanda.

Condividi: