AFRICA, trasporti. Traffico aereo in difficoltà, per la IATA si dovrà attendere il 2023 per tornare ai livelli pre-pandemia

L’industria del trasporto aereo rischia il collasso e registra la perdita di due miliardi di dollari di fatturato e, in prospettiva, di oltre tre milioni di posti di lavoro su scala continentale

Ad avviso dell’Associazione internazionale del trasporto aereo (IATA), i volumi di traffico registrati nel continente nel corso dell’anno 2019 non saranno replicabili prima del 2023, quando si prevede che in Africa si registrerà una ripresa in termini di risultati sul piano finanziario.

Nel frattempo, l’industria del trasporto aereo rischia il collasso e registra la perdita di due miliardi di dollari di fatturato e, in prospettiva, di oltre tre milioni di posti di lavoro su scala continentale.

Secondo i dati ufficiali diffusi nel recente rapporto dell’International Civil Aviation Organization (ICAO), nel 2020 le compagnie aeree africane hanno registrato mancate entrate pari a quattordici miliardi di dollari a causa degli effetti della pandemia da Covid-19, cioè un decremento pari a settantotto milioni di passeggeri e una riduzione del 58% della loro capacità complessiva rispetto all’anno precedente, un trend negativo che ha costretto quattro vettori locali a sospendere le attività e altri due a sottoporsi al regime di amministrazione controllata.

Una tendenza che aveva registrato alcuni timidi segnali di ripresa negli ultimi mesi del 2020, quando erano riprese le spedizioni aeree, principalmente nel Nord America ma anche in Africa.

Un lieve recupero nello specifico settore, sia sul fronte della domanda sia su quello della capacità disponibile, tuttavia estremamente contenuto e del tutto in linea con la tendenza registrata nel periodo immediatamente precedente. Un recupero che, però, nel caso dei vettori africani era stato in sostanziale controtendenza, in quanto la movimentazione delle merci era stata superiore in volumi rispetto al 2019, con una crescita pari al 9,7% spinta in particolare dalle rotte mercantili con l’Asia, pur mantenendosi estremamente critica la situazione con rifermento al traffico di passeggeri.

Alcuni governi africani sono intervenuti promettendo aiuti al settore. Lo hanno fatto Rwanda, Costa d’Avorio, Senegal e Burkina Faso, tuttavia, le problematiche che affliggono quei Paesi unite alle oggettive condizioni di sistema, difficilmente permetteranno il conseguimento degli obiettivi auspicati per il trasporto aereo, i viaggi e il turismo.

Una sostanziale, seppure necessitata, inversione di tendenza rispetto all’atteggiamento assunto da non pochi governi africani fino a pochi anni fa, scarsamente sensibili al coinvolgimento in programmi di investimento in sicurezza e infrastrutture, pervenendo inoltre all’adozione di tutti gli standard stabiliti dall’ICAO per gli aeromobili, rispettati soltanto da poco più della metà delle compagnie aeree africane.

Ma, trasporto aereo, viaggi e turismo rappresentano componenti produttive che, complessivamente considerate, nel recente passato hanno garantito il sostentamento a quasi venticinque milioni di africani e questo senza considerare l’indotto, apportando 169 miliardi di dollari all’economia locale, pari al 7,1% del prodotto interno lordo del continente.

Una potenzialità che potrà trovare attuazione nel futuro post-pandemia, quando la graduale apertura dei mercati africani sarà nelle condizioni di generare sviluppo, anche e soprattutto grazie ai necessari progressi nella connettività aerea, sia regionale che internazionale.

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