Dal 23 gennaio alle ore 16, online sui canali social del Teatro Villa Pamphilj, in prima assoluta, “Bambulatorio”, l’esclusivo format per piccoli e grandi creato da Andrea Satta e Andrea Calabretta, che andrà in scena ogni sabato per dieci appuntamenti.
Un pediatra cantante che crede nelle relazioni umane e un attore burattinaio che vive di spettacolo dal vivo, entrambi frequentatori di bambini, sembrano i meno attrezzati per parlare di divieti necessari per contrastare la diffusione di un virus.
Invece saranno proprio loro a darci preziosi consigli e spunti di riflessione in questi giorni di emergenza sanitaria. Dieci appuntamenti, per piccoli e grandi, per parlare di situazioni complesse, con una buona dose di coraggio e ironia.
«A cosa servono i burattini? A niente. Con la cultura non si mangia, figuriamoci con i burattini. Eppure un pediatra dialoga con loro in un ambulatorio surreale, li ascolta e a volte impara, così come si impara dai bambini il valore del tempo perso, da cui nasce il gioco, e della noia, da cui nasce l’idea e la creatività respira. Un modo di prendere la vita. In questo clima dire cose importanti è più leggero e divertente», questo afferma Andrea Satta, creatore del format.
I burattini sono talmente finti da essere veri. In un periodo così incredibile, per essere credibili occorrono personaggi incredibili. Per descrivere una realtà difficile la finzione è l’arma migliore. per raccontare con semplicità una situazione complessa cosa di meglio un pediatra che è un po’ burattino e di burattini che sono un po’ pediatri.
Satta e i burattini
Satta nasce e cresce in una famiglia numerosa, soprattutto di sorelle. Una delle case della sua infanzia affaccia sul deposito dei tram. Il padre, sardo e scampato al campo di concentramento tedesco, fa il professore di francese e sceglie come sede la provincia Est di Roma, luogo dal dopoguerra in transito tra campagna e periferia. La mamma gli legge come favola della buonanotte “I promessi sposi”.
Sin da piccolo appassionato di musica, viene selezionato per partecipare allo Zecchino d’Oro, ma la sobrietà familiare fa naufragare il progetto. Ripiega dunque sulla passione per il ciclismo, ascoltando il Giro d’Italia alla radio e riproponendo la corsa in casa con dei pezzettini di carta – personalizzati con i colori delle squadre – che sposta soffiandoci sopra, e su uno studio autistico della geografia. Rimane a tutt’oggi imbattibile in sfide quali “capitali del mondo” o “provincie e capoluoghi italiani” per non parlare di “altezze di montagne” e “lunghezze di fiumi”, spesso proposte nelle lunghe trasferte dei Têtes in furgone o utilizzate come colpi di teatro nei momenti di crisi.
Nel frattempo matura una grande passione per i poeti e gli chansonnier francesi, in particolare per Leo Ferré, studia canto e si iscrive a Medicina. Durante le estati dell’Università spolvera velivoli d’epoca in Belgio e dorme in campeggi deserti sotto la pioggia inglese.
In quegli stessi anni conosce Angelo Pelini. Tra gli altri esperimenti del periodo, insieme accettano un ingaggio come duo di liscio a Capodanno e rischiano di essere lapidati dalla folla a causa della loro precaria conoscenza delle basi dell’hully gully e della differenza intrinseca tra el Tiburon e il Meneito.
Nel 1992 fonda con Angelo, Carlo e Luca i Têtes de Bois e intreccia inevitabilmente le proprie vicende con quelle del gruppo.
Oltre che voce e autore dei testi della band, è ideatore e direttore artistico dei molti festival e progetti portati avanti dai Têtes in questi anni (“Stradarolo”, “Sotto il cielo di Roma e Berlino”, “Ferrovia dell’Allume”, “Avanti Pop”, “41° Parallelo”, “Festival della Bicicletta”, “Palco a Pedali” ecc.) e fa il pediatra nella periferia romana.
Poeta e scrittore, ha all’attivo due libri “I riciclisti” (Ediciclo, 2009) e “Ci sarà una volta – favole e mamme in ambulatorio” (Infinito Edizioni, 2011). E’ stato inviato al Giro d’Italia e al Tour de France per il Manifesto e L’Unità (su quest’ultima testata con il vignettista Sergio Staino) e, sempre su L’Unità, ha una rubrica settimanale, “Dio è morto”.
Ha partecipato come co-protagonista e co-sceneggiatore al film “Passannante” di Sergio Colabona, oltre che come autore delle musiche insieme ai Têtes de Bois.
Andrea Calabretta attore, autore, burattinaio, regista, narratore, formatore.
Si taccia sui suoi inizi come drammaturgo e attore alla recita di quinta elementare. E si stenda un velo anche sui trascorsi video al liceo pensati e realizzati nei giorni di autoproclamata vacanza.
Tutto comincia per strada come burattinaio e clown. Siamo nel 1995, con la compagnia Il Flauto Magico, di cui è tra i soci fondatori.
Si forma come attore con Fiorenzo Fiorentini e per due anni frequenta la sua compagnia, cominciando a recitare monosillabi – scrutando il più possibile dalle quinte – per arrivare a personaggi con discorsi compiuti (anche di qualche riga!) ma ormai il danno era fatto.
Nel 1998, con la complicità di Corrado Olmi, debutta come autore e attore burattinaio nello spettacolo Il Pifferaio di Hamelin. Nel 1999, con il Teatro Verde incontra Giuseppina Volpicelli e il teatro di figura, con cui lavora e impara. Nel 2000 entra a far parte della Compagnia Teatro Verde di Roma e ne assume la direzione insieme a Veronica Olmi e Antonella Crocicchia. Con la compagnia gira per tutte le regioni di Italia e partecipa a numerosi festival internazionali di teatro di figura (Mosca, New Delhi, Belgrado, Plovdiv, Iasi, Ekaterinburg, Tunisi, Bangkok, Baku…).
Da quel momento prende a parte a decine di spettacoli, in qualità di autore, burattinaio, attore e ultimamente anche di regista. Tra i tanti con cui ha collaborato: Fiorenzo Fiorentini, Pino Strabioli, Carlo Conversi, Giacomo, Zito, Armando Traverso, Santuzza Calì.
Nel 2016 animatore culturale nel progetto “Ci sarà una volta. Mamme Narranti”, da un’idea di Andrea Satta, finanziato dal MIBACT, coordinato da Teatro Verde e Tetes de bois.
Nel 2017 docente teatrale e regista nel progetto interculturale rivolto alle mamme del Narramondi, in collaborazione con l’ass. Asinitas e con Bruno Leone.
Dal 2019 collabora con RAI Radio Kids e dal 2020 con Rai yoyo, per la trasmissione Diario di casa, dando voce e vita al personaggio di Krud.
Contemporaneamente prosegue nella sua attività di formatore, sia per bambini e ragazzi che per personale docente.
Dal 2013 è docente del modulo sul Teatro di figura nel Corso “Culture Teatrali comparate” presso l’Università Roma Tre Cattedra di Teatro di Figura della prof. Valentina Venturini.
Con i bambini e ragazzi, dal 2000 coordina e partecipa al laboratorio teatrale espressivo Scuola di teatroverde, rivolto a bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni e dal 2002 è animatore teatrale dei laboratori espressivi curati dal Teatro Verde “Il teatro fatto dai ragazzi” e “Teatro è Natura” (con più di 3000 presenze ogni anno)
Come autore pubblica sei libri tratti dai propri testi teatrali e un trentina di testi teatrali (tutt’ora rappresentati); riceve nel 2004 una menzione per la drammaturgia nell’ambito del premio Stregagatto –ETI, per lo spettacolo Il Mago dei Sogni e vince alcuni festival di teatro ragazzi (Aosta, Padova, Omegna, Porto S.Elpidio, Molfetta)
Nel campo del volontariato dal 2004 al 2015 è docente e animatore del laboratorio teatrale integrato composto “Bottega teatrale”; in vari anni organizza e partecipa a progetti laboratoriali per bambini all’interno del campo profughi del popolo Sharawi nel deserto Algerino; 2010 e 2011 docente teatrale e regista nei laboratori espressivi a Debre Marcos in Etiopia.
Bambulatorio è una produzione Teatro Villa Pamphilj (Dir. Artistica Veronica Olmi) a cura di Andrea Satta e Andrea Calabretta e rientra in #Romarama, il programma culturale promosso da Roma Capitale.
Per seguire gli aggiornamenti sui social #Romarama #laculturaincasa”
Teatro Villa Pamphilj – Villa Doria Pamphilj Via di San Pancrazio 10 – P.zza S. Pancrazio 9/a, Roma
Orario segreteria: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18
Info tel. 06 5814176 – scuderieteatrali@gmail.com
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