TERRORISMO, Iraq. Baghdad, strage al mercato degli abiti usati, almeno 28 i morti

L’azione compiuta da attentatori suicidi non è stata ancora rivendicata, tuttavia si ritiene sia opera di jihadisti orfani del sedicente «califfato» di al-Baghdadi. Il furore mortifero risponde a una ben precisa tempistica allo scopo di alimentare il malcontento nel Paese, poiché il governo iracheno aveva da poco annunciato il rinvio delle elezioni politiche anticipate

Almeno 28 persone sono state uccise e altre 73 ferite in un duplice attentato suicida perpetrato nell’affollata zona commerciale di Bab al-Sharji, nella capitale irachena. Gli shuhada si sono fatti esplodere in un mercato di abbigliamento usato in piazza Tayaran mentre erano inseguiti dalle forze di sicurezza.

Un gran numero di feriti versa in condizioni molto critiche, il pesante bilancio è dovuto anche al fatto che il frequentato mercato era gremito a seguito dell’allentamento delle restrizioni in materia sanitaria imposte in conseguenza della diffusione del coronavirus.

Secondo le prime ricostruzioni, il primo attentatore suicida avrebbe finto di essere colto da un malore allo scopo di far avvicinare attorno a lui numerose persone e, dopo che esse si erano accalcate nei suoi pressi per prestargli soccorso, avrebbe fatto esplodere la cintura esplosiva che indossava.

Quindi, secondo la classica metodologia del crimine terroristico, il secondo attentatore si è fatto poi esplodere mentre la gente correva in soccorso alle vittime della prima esplosione.

Nessuna organizzazione ha fino a ora rivendicato l’azione terroristica, tuttavia si tende a ritenere che le responsabilità vadano ascritte agli jihadisti orfani del “califfato” di al-Baghdadi.

L’attentato è stato compiuto in un periodo nel quale si registrava un decremento di stragi del genere, questo anche per effetto della sconfitta militare di Islamic State e di una relativa ripresa del controllo del territorio da parte delle forze di sicurezza irachene.

Infatti, l’ultimo attacco suicida mortale in città risaliva al gennaio del 2018, quando nella stessa piazza Tayaran a perdere la vita furono 35 persone.

Sfruttando l’esaltazione mortifera dei suoi esecutori il terrorismo non colpisce mai a caso e, nel caso dell’attentato di Baghdad, cerca di destabilizzare in una fase  delicata, pochi giorni dopo che il governo iracheno aveva comunicato il rinvio delle elezioni generali anticipate, da giugno a ottobre, al fine dichiarato di fornire alle autorità un tempo maggiore per registrare gli elettori e i nuovi partiti.

Per gli iracheni, questo è uno sviluppo preoccupante che indebolisce la fiducia nelle forze di sicurezza e si aggiunge al livello di tensione già in essere.

“Papa Francesco è profondamente triste per gli attentati avvenuti questa mattina a Baghdad”, inizia così il telegramma di cordoglio per le vittime degli attentati avvenuti in Iraq, inviato a nome del papa, dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin al presidente iracheno Barham Salih. Nel suo telegramma Bergoglio definisce tutto questo un “atto di violenza insensato”, prega per le vittime e per i loro familiari e, infine, invoca la benedizione di Dio sul popolo dell’Iraq.

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