«Mi avvarrò della facoltà di assegnare un’autorità delegata di Intelligence sui Servizi, una persona di mia fiducia», questo quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte nel corso del suo intervento alla Camera dei Deputati in occasione del dibattito sulla crisi di governo. «Teniamo fuori il comparto di Intelligence dalle polemiche», ha egli aggiunto.
La delega ai servizi segreti è una materia molto controversa che, negli ultimi mesi è divenuta centrale nello scontro politico tra Palazzo Chigi e quella che fino a pochi giorni fa è stata una componente della maggioranza, cioè Italia Viva di Matteo Renzi, ma anche con lo stesso Partito Democratico
Infatti, Renzi ha chiesto a lungo che Conte cedesse la delega sui servizi segreti a una persona di fiducia per la loro gestione, denunciando un accentramento di poteri sensibili nelle mani del Presidente del Consiglio.
In realtà, tecnicamente la legge in vigore in materia, la nr.124/2007 prevede la possibilità che il capo del Governo mantenga la delega all’Intelligence in via esclusiva, in quanto egli «può detenere l’alta direzione e la responsabilità della politica dell’Informazione per la Sicurezza, l’apposizione e la tutela del segreto di Stato, la nomina e la revoca del direttore e dei vicedirettori del DIS (Dipartimento per le informazioni della sicurezza) e delle altre agenzie (AISI e AISE).
In più, può determinare l’ammontare annuo delle risorse finanziare, provvedere al coordinamento dei servizi e impartire le direttive.
Ora, è fuori di dubbio che una pandemia come quella attuale possa venire compresa in quella «via esclusiva» stabilita nel dettato normativo.