«Il recente conflitto nella regione etiope settentrionale del Tigrai ha richiamato l’attenzione internazionale anche per il coinvolgimento dell’Eritrea», ha affermato nel corso dell’intervista rilasciata ieri a Giacomo Galeazzi, giornalista di Interris.it, dal direttore della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs).
Lo stesso Alessandro Monteduro ha poi aggiunto che «l’Eritrea ha dichiarato il proprio appoggio all’Etiopia e lo ha realizzato attraverso un affiancamento all’esercito di Adis Abeba nelle zone di confine. L’attenzione internazionale dovrebbe essere tuttavia richiamata anche da un’altra crisi, questa volta interna alla stessa Eritrea».
Un’emergenza concomitante a quella tigrina che si verifica nel martoriato Paese del Corno d’Africa.
Tigrè, la situazione dei cristiani
«Il regime eritreo – ha proseguito Monteduro -, almeno sulla carta riconosce quattro gruppi religiosi ufficialmente registrati: la Chiesa ortodossa eritrea di Tawaheddo, l’Islam sunnita, la Chiesa cattolica e quella evangelica luterana dell’Eritrea. Negli ultimi anni il governo si è assicurato il controllo delle leadership della Chiesa ortodossa e della comunità islamica, non soltanto pagando i salari delle rispettive gerarchie e donando loro mezzi di trasporto, ma anche controllandone attività e risorse economiche. La Chiesa cattolica e quella luterana hanno invece mantenuto l’indipendenza economica».
Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs)
Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) è una fondazione di diritto pontificio che ha la propria sede in Vaticano e dipende dalla Santa Sede per il tramite della Congregazione per il Clero.
Acs-Italia è diretta da Alessandro Monteduro. Laureato in Scienze economico-bancarie, ha vissuto una decennale esperienza dirigenziale al Ministero dell’Interno. Ha coordinato e diretto gruppi di lavoro. Si è occupato di tematiche attinenti alla pubblica sicurezza, alla prevenzione e al contrasto del racket e dell’usura. È stato inoltre consigliere di amministrazione di alcune società nel settore dei trasporti.
di seguito il link per leggere l’intero testo dell’intervista sul periodico online Interris.it