«Il Fondo Monetario Internazionale sta lavorando “molto intensamente” con il Sudan al fine di pervenire a condizioni idonee a un’ampia riduzione del debito e nel prossimo mese di marzo valuterà i progressi sulla base di un programma monitorato dal proprio personale», questa la dichiarazione ufficiale di Kristalina Georgieva, direttrice operativa dell’organizzazione finanziaria internazionale.
La dichiarazione è stata resa alla stampa nel corso di una conferenza stampa online fortemente voluta dagli Usa, dal Regno Unito e da altri Paesi membri, intenzionati a stabilizzare il Sudan anche attraverso la riduzione del suo debito.
«Mi aspetto che a marzo avremo altro da dirvi», ha quindi aggiunto la Georgieva.
Washington, che è il maggiore “azionista” del Fmi, il mese scorso aveva rilegittimato il Paese africano escludendolo dalla lista nera degli sponsor del terrorismo, inclusione che per trenta anni ne aveva per altro limitato l’idoneità a ricevere aiuti economici internazionali e il Congresso degli Stati Uniti d’America ha quindi sanzionato formalmente la decisione approvato una legislazione che formalizza la mossa, dopo la fine della designazione del Sudan come sponsor statale del terrorismo.
Questo importante cambiamento di status secondo il dettato della legge statunitense consentirà l’autorizzazione dell’erogazione di finanziamenti in favore di Khartoum, denaro destinato al pagamento del debito arretrato contratto negli anni dal Paese africano con il Fmi e la Banca mondiale.