POLITICA, governo in crisi. Approvato nella notte il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma Italia Viva non dice ancora addio al Conte 2: «Facite a’ mmuina…»

In tarda mattinata la notizia di trattative in corso tra il Presidente del Consiglio e Matteo Renzi. In precedenza si era espresso Beppe Grillo: «È il momento dei costruttori» (non dei “responsabili”). Nel primo pomeriggio Conte si reca al Quirinale per conferire con Mattarella

Nella notte il Governo ha approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che stabilisce l’allocazione delle risorse finanziarie delle quali è prevista l’erogazione – sulla base di precisi tempi e modi – dall’Unione europea nel quadro  programma Next Generation EU (Recovery Fund), 209 miliardi di euro.

Nel corso della seduta del Consiglio dei ministri presieduto da Giuseppe Conte i ministri Teresa Bellanova ed Elena Bonetti (esponenti del partito di Matteo Renzi Italia Viva) si sono astenute dalla votazione finale, aprendo a una possibile e annunciata «crisi al buio».

Prosegue dunque l’incertezza sulle sorti dell’esecutivo, tuttavia, una volta approvato il Recovery Plan, da Zingaretti e Grillo vengono lanciati appelli al fine di evitare la caduta del traballante esecutivo in carica.

La lettera di Trizzino e l’appello di Grillo

In mattinata il fondatore e leader dei pentastellati decide di intervenire pubblicamente sulla scorta della lettera aperta del parlamentare palermitano del M5s Giorgio Trizzino (noto per essere in buoni rapporti con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e favorevole al MES) e lancia un appello all’unità nazionale.

Il fondatore di M5s ha parlato di «patto tra partiti», affermando di raccogliere «l’esortazione di Mattarella di diventare costruttori», si misurino attentamente le parole da lui pronunciate: «È il momento dei costruttori», egli afferma, poiché non si riferisce a  eventuali «responsabili», questo in una fase convulsa che vede non pochi protagonisti della politica italiana (tra tutti Clemente Mastella) alla ricerca di parlamentari che sostengano il Governo mantenendo così la maggioranza in Parlamento.

«Stiliamo insieme un patto tra tutti i partiti e lavoriamo per la ricerca di un obiettivo condiviso che altro non può essere che la ricerca del bene comune per il Paese. Lavoriamo uniti» e «cambiamo la nostra prospettiva di ricerca di quello che può essere utile al singolo individuo e raccogliamo l’esortazione che ci indirizza il   dell’Italia».

Poi, però, in un successivo lancio è costretto a una precisazione: «È sottinteso che il Governo è di Conte».

Conte al Quirinale da Mattarella

A questo punto dunque muta la situazione, infatti, dopo l’aut aut al «rottamatore» dei giorni precedenti e al «rilancio» di Grillo di oggi, si apre un’ennesima trattativa tra Conte e Renzi per evitare le dimissioni dei due ministri di Italia Viva.

Alle ore 15:00, quindi poco prima dell’attesa conferenza stampa (programmata per le ore 17:30) nella quale Renzi avrebbe potuto annunciare l’abbandono dell’esecutivo in carica, Conte si reca al Quirinale per un intervento definito «interlocutorio» con il Presidente della Repubblica Mattarella.

La trattativa si riapre alla ricerca di una soluzione. Negli auspici del segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti il mantenimento del dialogo per evitare la crisi: «Si faccia di tutto per riprendere il dialogo, il confronto nella maggioranza, per trovare una soluzione alla crisi e affrontare con responsabilità i prossimi decisivi passaggi come lo scostamento di bilancio e i ristori economici alle imprese».

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