ECONOMIA, Usa. Rapporto Fed: prospettive economiche e politica monetaria per il dopo-Trump

Gli orizzonti e le linee-guida in materia e sulla base del mandato conferito alla banca centrale americana illustrate (da remoto) dal Vicepresidente Richard H. Clarida al Council on Foreign Relations di New York, New York; insidertrend.it riporta una sintesi del suo discorso, nel corso del quale sono state espresse alcune osservazioni sulle prospettive economiche, sulla politica monetaria della Federal Reserve e sul nuovo quadro di politica monetaria degli Stati Uniti d’America

Nel secondo trimestre dello scorso anno, la pandemia Covid-19 e gli sforzi di mitigazione posti in essere per contenerla hanno inferto il colpo più grave all’economia statunitense dal tempo della Grande depressione.

Situazione economica attuale e prospettive

L’attività economica ha registrato una robusta ripresa nel terzo trimestre e ha continuato a riprendersi nel quarto dai livelli di depressione del secondo trimestre, sebbene il ritmo del miglioramento si sia poi andato moderando.

La spesa delle famiglie in beni, in particolare beni durevoli, è stata forte e si è collocata al di sopra del livello registrato precedentemente alla pandemia, una spesa sostenuta in parte dai pagamenti dovuti agli stimoli federali e dall’aumento dei sussidi di disoccupazione.

Al contrario, la spesa per i servizi è rimasta ben al di sotto dei livelli pre-pandemici, in particolare nei settori che in genere richiedono alle persone di riunirsi da vicino, come i viaggi e i servizi basati sull’ospitalità.

Nel mercato del lavoro, più della metà dei ventidue milioni di posti andati perduti a marzo e ad aprile sono stati recuperati, poiché molte persone hanno potuto tornare alle loro occupazioni.

L’inflazione, dopo i forti cali nella primavera del 2020, ha registrato un incremento nel corso dell’estate per poi stabilizzarsi; per quei settori che sono stati maggiormente colpiti dalla pandemia, gli aumenti dei prezzi rimangono tuttavia contenuti.

Diminuisce il Pil ma l’economia si dimostra «resiliente»

Sebbene la crescita del prodotto interno lordo nel quarto trimestre sia diminuita rispetto al trimestre precedente, risulta chiaro che dalla primavera del 2020 l’economia si è rivelata più resiliente nell’adattarsi al virus e anche più reattiva al sostegno ricevuto dalla politica monetaria e fiscale, più di quanto molti in realtà prevedessero.

In effetti, vale la pena sottolineare che nelle proiezioni di base del Federal Open Market Committee (FOMC) riassunte nell’ultimo Summary of Economic Projections (SEP), sono state riviste le prospettive relative all’andamento nel medio termine dell’economia, con una diversa previsione riguardo a un ritorno relativamente rapido ai livelli di occupazione e di inflazione coerenti con il mandato statutario della Federal Reserve rispetto alla ripresa dalla crisi finanziaria globale.

In particolare, viene previsto che entro la fine del 2023, quindi a poco meno di tre anni da adesso, il tasso di disoccupazione sarà sceso al di sotto del 4%, mentre l’inflazione PCE (spesa per consumi personali) sarà tornata al 2 per cento.

Dopo la Grande crisi finanziaria globale ci sono voluti più di otto anni affinché occupazione e inflazione tornassero a livelli simili coerenti con il mandato.

Effetto pandemia coronavirus

Mentre il recente aumento di nuovi casi di Covid e di ricoveri ospedalieri è motivo di preoccupazione e fonte di rischio al ribasso per le prospettive a brevissimo termine, le notizie positive sullo sviluppo di diversi vaccini efficaci indicano che le prospettive per l’economia nel 2021 e oltre si stanno rasserenando, con il rischio di ribasso in diminuzione.

I due nuovi grafici SEP pubblicati per la prima volta dopo la riunione del FOMC di dicembre evidenziano questi problemi fornendo indicazioni su come i rischi e le incertezze che caratterizzano le proiezioni modali o di base si sono andati evolvendo nel tempo.

Sebbene quasi tutti i partecipanti abbiano continuato a ritenere che il livello di incertezza sulle prospettive economiche permanga elevato, un numero inferiore di essi ha osservato come il bilancio dei rischi ponderato al ribasso rispetto a settembre.

L’ultima decisione del FOMC e il nuovo quadro di politica monetaria

Nelle riunioni più recenti del FOMC, il Comitato ha apportato importanti modifiche alla dichiarazione politica che ha aggiornato le linee-guida future sul tasso dei fondi federali e degli acquisti di attività, fornendo inoltre informazioni senza precedenti sulla funzione di reazione della Fed alle politiche.

Come annunciato nella dichiarazione di settembre e ribadito a novembre e a dicembre, con l’inflazione costantemente al di sotto del 2%, la politica statunitense mirerà a ottenere risultati in termini di inflazione che mantengano le aspettative sui relativi tassi ben ancorate all’obiettivo di lungo periodo del 2 per cento.

Ci si attende il mantenimento di un atteggiamento accomodante da parte della politica monetaria fino a quando questi risultati, così come il mandato di massima occupazione indica, non verranno raggiunti.

Ci si attende inoltre che sarà opportuno mantenere il target range corrente per il tasso dei fondi federali da 0 a 1/4% fino a quando le condizioni del mercato del lavoro avranno raggiunto livelli coerenti con le valutazioni della massima occupazione fatta dal Comitato, fino a quando l’inflazione non sarà salita al 2% e fino a quando essa non sarà sulla buona strada per superare moderatamente il 2% per qualche tempo.

Forward guidance per il tasso sui fondi federali

Inoltre, nella dichiarazione di dicembre la forward guidance per il tasso sui fondi federali è stata contemperata con un migliore indirizzo basato sui risultati degli acquisti di asset.

La Fed ha indicato che continuerà ad aumentare le proprie disponibilità in titoli del Tesoro di almeno $ 80 miliardi al mese e le disponibilità in titoli garantiti da ipoteca di agenzia di almeno $ 40 miliardi al mese, questo fino a quando non saranno stati compiuti ulteriori progressi sostanziali verso la massima occupazione e conseguiti gli obiettivi di stabilità dei prezzi.

Le modifiche alla dichiarazione politica apportate in autunno collocano le linee-guida della politica in linea con il nuovo quadro delineato nella dichiarazione rivista sugli obiettivi a lungo termine e la strategia di politica monetaria, approvata dal Comitato lo scorso agosto.

Nel nostro nuovo quadro, viene riconosciuto che le decisioni politiche future saranno basate sulle stime del FOMC, al fine di ancorare le aspettative al livello del 2%, tasso coerente con la stabilità dei prezzi, una politica monetaria appropriata mirerà probabilmente a raggiungere un tasso d’inflazione moderatamente superiore al 2% per un certo periodo.

Come ha indicato il presidente Jerome Powell nelle sue osservazioni a Jackson Hole, la Federal Reserve pensa al suo nuovo quadro nei termini di un’evoluzione da «obiettivi flessibili dell’inflazione» a «obiettivi flessibili dell’inflazione media».

Un nuovo quadro che rappresenta una robusta evoluzione nella strategia di politica monetaria, posta al servizio degli obiettivi e al doppio mandato conferito alla Federal Reserve dal Congresso degli Stati Uniti, cioè il conseguimento del massimo livello occupazionale e della stabilità dei prezzi.

Osservazioni conclusive

Sebbene gli strumenti in possesso della Fed, tasso di interesse e di bilancio, stiano fornendo un potente sostegno all’economia statunitense, e continueranno a farlo con il progredire della ripresa, ci vorrà però del tempo prima che l’attività economica e l’occupazione tornino ai livelli che prevalevano al picco del ciclo economico raggiunto lo scorso febbraio.

In questo senso la Fed si impegna a utilizzare la propria gamma completa di strumenti al fine di sostenere l’economia e per contribuire a garantire che la ripresa da questo periodo difficile sia la più solida possibile.

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