DONNE, immigrazione. Brutalmente assassinata Agitu Ideo, simbolo dell’integrazione, del coraggio e del riscatto femminile

Aveva quarantadue anni ed era nata ad Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, ma ormai da anni si era stabilita in Trentino. Il suo cadavere è stato rinvenuto all'interno della propria abitazione nella valle dei Mocheni, luogo dove ella da tempo aveva intrapreso la sua attività. I sospetti si concentrano su un giovane africano che lavora nella sua azienda, con il quale la donna avrebbe avuto dissapori per questioni economiche

Agitu Ideo Gudeta è stata assassinata a colpi di martello alla testa. La donna etiope immigrata in Italia, dove aveva avviato un allevamento di capre, divenuta poi un simbolo dell’integrazione e del riscatto femminile.

Aveva quarantadue anni ed era nata ad Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, ma ormai da anni si era stabilita in Trentino.

In gioventù aveva studiato sociologia a Trento, poi aveva fatto ritorno nel suo paese che, però, aveva dovuto abbandonare nel 2010 a causa delle minacce di arresto subite da parte del governo etiopico, conseguenza del suo impegno civile contro il fenomeno del land grabbing, cioè l’accaparramento delle terre a opera delle multinazionali a danno degli agricoltori locali.

Era dunque tornata in Trentino, dove aveva avviato una attività che era anche la sua passione: l’allevamento delle capre, prima in valle di Gresta, poi in valle dei Mocheni.

Il suo cadavere è stato rinvenuto all’interno della propria abitazione, in località Maso Villata di Frassilongo, nella valle dei Mocheni, luogo dove ella da tempo aveva intrapreso la sua attività.

Da un primo sopralluogo esterno sul corpo senza vita sono state riscontrate profonde ferite al capo.

Nel pomeriggio di ieri, alcune persone che si sarebbero dovute incontrare con lei con lei nel corso della mattinata, non avendone più notizie si sono allarmate, infatti, Agitu non rispondeva neppure al telefono, quindi, allarmatisi, i suoi conoscenti prima di sera si sono rivolti alle Forze dell’Ordine.

La donna è stata trovata priva di vita all’interno della stanza al secondo piano della sua abitazione, con ogni probabilità colpita ripetutamente con un martello o un altro oggetto del genere. Il colpo mortale l’avrebbe raggiunta al capo.

I sospetti degli inquirenti si sono concentrati su un giovane africano che lavora nell’azienda della Ideo, col quale avrebbe avuto dissapori per questioni economiche.

Nell’agosto del 2018 la stessa Ideo nel corso di un servizio della testata giornalistica regionale della RAI aveva denunciato un’aggressione verbale da parte di un vicino. In quell’occasione aveva raccolto la solidarietà di associazioni, Istituzioni e privati cittadini. L’uomo che l’aveva minacciata in seguito era stato poi arrestato e, nel gennaio di quest’anno, condannato a nove mesi di reclusione per lesioni dal Tribunale di Trento. Il giudice non aveva però sposato la tesi della pubblica accusa, che aveva richiesto una condanna per stalking con l’aggravante dei motivi razziali. Tuttavia, gli inquirenti escludono che egli sia coinvolto nell’omicidio.

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