Operazione congiunta a Roma e provincia di militari dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza in forza ai rispettivi comandi provinciali nella capitale. Eseguito il decreto di confisca di beni che era stato emesso dalla Sezione specializzata misure di prevenzione del Tribunale civile e penale di Roma, atto richiesto dalla locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di tre persone risultate coinvolte nell’indagine convenzionalmente denominata «Babylonia», precedentemente condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, conclusasi nel giugno del 2017 con l’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di ventitré persone ritenute responsabili, a vario titolo, di appartenere a due distinte associazioni per delinquere finalizzate all’estorsione, usura, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e fraudolento trasferimento di beni e valori.
Se la misura di natura patrimoniale ha tratto origine dalle risultanze criminali di questa inchiesta, i successivi articolati accertamenti effettuati in sinergia da Carabinieri e Fiamme gialle hanno successivamente consentito di acclarare una netta sproporzione tra il reddito dichiarato e l’effettiva consistenza patrimoniale dei soggetti proposti, oltre all’individuazione, anche dopo il primo sequestro del 2017, di un ingente complesso di beni mobili e immobili oggetto che sono stati l’oggetto della confisca di ieri.
In particolare, è stata accertata l’operatività sul territorio romano di uno strutturato sodalizio, gerarchizzato e autonomo dedito al riciclaggio e al reimpiego in attività commerciali lecite e in beni immobili di ingenti somme di denaro di provenienza delittuosa e alla conseguente e strumentale fraudolenta intestazione di queste attività, beni o altre utilità a terzi.
È stato poi acclarato il ruolo fondamentale, nell’ambito del sodalizio, svolto da una delle persone oggetto del provvedimento, un imprenditore affermato nel settore del noleggio e della gestione di apparecchi per i videogiochi e videolottery, il quale era incaricato del peculiare ruolo di depositario e ripulitore del denaro di provenienza illecita per conto del sodalizio criminale.
Rilevata anche l’esistenza di rapporti di natura illecita in essere con una consolidata organizzazione criminale, radicata nell’area nordorientale della città e, segnatamente, a Monterotondo e Mentana, capeggiata da un pregiudicato deceduto nel 2017 che era gravato da precedenti per associazione mafiosa, in quanto in passato organico alla Sacra corona unita.
In quel settore della capitale e nell’adiacente hinterland, l’organizzazione criminale aveva investito cospicue somme di denaro di provenienza illecita nella costruzione di un complesso immobiliare a Guidonia Montecelio, località “I Pichini”, costituito numerose società riconducibili ai medesimi elementi dell’organizzazione.
Tra i beni oggetto di confisca figurano 52 società, 20 imprese, una quota societaria, 34 immobili, 6 autoveicoli, 19 rapporti finanziari e numerosi beni mobili tra orologi e preziosi, per un valore complessivo stimato in circa 300 milioni di euro.
Sono stati ricompresi nella misura ablatoria i noti bar “Mizzica!” di via di Catanzaro e piazza Acilia, acquisiti dal gruppo Vitagliano, il locale “Macao” di via del Gazometro, frequentato dai VIP della movida romana, e la nota catena di bar “Babylon Cafe”, dalla quale l’indagine prende il nome.
Per due delle persone oggetto del provvedimento di confisca è anche stata disposta la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno per anni tre nel comune di residenza.