Lo scavo è stato aperto a poca distanza dalla chiesa del Getsemani, in direzione della valle del Cedron. Si tratta di una delle prime testimonianze archeologiche del tipo di attività che si svolgeva nel periodo del Secondo Tempio al Getsemani. Le scoperte, di notevole importanza scientifica, sono state presentate pubblicamente dal Custode di Terra santa padre Francesco Patton, dagli archeologi dell’Israel Antiquities Authority e dagli studiosi dello Studium Biblicum Franciscanum.
«Il Getsemani è uno dei santuari più importanti della Terra Santa – ha spiegato Patton -, perché in questo luogo la tradizione ricorda la preghiera di Gesù. Anche gli ultimi scavi condotti in questo sito hanno confermato l’antichità della memoria e della tradizione cristiana legate al luogo e questo è molto importante per noi e per il significato spirituale connesso ai ritrovamenti archeologici».
Negli ultimi anni la Custodia di Terra santa ha investito nello sviluppo del turismo presso la chiesa del Getsemani e nella valle del Cedron, a beneficio di visitatori e pellegrini. Le novità comprenderanno un centro visitatori e un tunnel sotterraneo che collegherà la chiesa alla valle del Cedron. Quando gli operai hanno rinvenuto i resti antichi, l’Autorità israeliana competente per materia iniziò uno scavo di studio nel sito, lavoro diretto da Amit Re’em e David Yeger, assistiti dello Studium Biblicum Franciscanum.
La chiesa del Getsemani, situata ai piedi del Monte degli Ulivi, è uno dei templi più importanti della cristianità ed è visitata da migliaia di fedeli ogni anno. Essa, che risulta visibile da tutta la Città Vecchia, venne costruita tra il 1919 e il 1924 sul luogo in cui si ritiene si siano verificati gli eventi del periodo del Secondo Tempio. Quando vennero gettate le fondamenta dell’edificio furono portati alla luce resti di chiese del periodo bizantino e crociato, tuttavia, non fu rinvenuta alcuna traccia archeologica del periodo nel quale si asserisce che Gesù abbia visitato il luogo.
Durante lo scavo del nuovo tunnel per i visitatori, a pochi metri dalla chiesa moderna, le maestranze del cantiere sono rimaste sorprese nello scoprire una cavità sotterranea, identificata successivamente come un bagno rituale risalente al periodo del Secondo Tempio.
Amit Re’em, archeologo del Distretto di Gerusalemme dell’Autorità israeliana per le antichità, ha così spiegato: «La scoperta del bagno rituale probabilmente conferma l’antico nome del luogo, Getsemani. La maggior parte dei bagni rituali del periodo del Secondo Tempio sono stati trovati in case private ed edifici pubblici, ma alcuni sono stati scoperti vicino a installazioni agricole e tombe, nel qual caso il bagno rituale si trova all’aperto. La scoperta di questo bagno, non accompagnato da edifici, attesta probabilmente l’esistenza di un’industria agricola qui duemila anni fa, forse produttrice di olio o vino. Le leggi ebraiche di purificazione obbligavano i lavoratori coinvolti nella produzione di olio e vino a purificarsi mediante abluzioni.
Infatti, questa scoperta suggerirebbe l’origine dell’antico nome del luogo, Getsemani appunto, toponimo derivato probabilmente da «Gat Shemanim» (frantoio), un luogo dove si produceva olio ritualmente puro vicino alla città.
Negli anni passati degli studi avevano anche confermato che alcuni ulivi nel giardino della chiesa discenderebbero direttamente da piante dell’epoca riconducibile a quella di Cristo. Si tratta di otto alberi millenari del giardino, ulivi che hanno novecento anni trapiantati ai tempi dei crociati da alberi più antichi.
Lo scavo ha inoltre portato alla luce i resti di una chiesa precedentemente sconosciuta, edificio risalente alla fine del periodo bizantino (VI secolo d.C.), luogo di culto che continuò a essere utilizzata durante il periodo omayyade (ottavo secolo d.C.), un tempio ornato da elementi in pietra finemente scolpiti che ne attestano l’importanza.
Iscrizioni greche trovate inserite nel pavimento della chiesa e decifrate dalla dottoressa Leah Di Segni dell’Università ebraica di Gerusalemme e dal dottor Rosario Pierri dell’Istituto francescano recitano: «Per la memoria e il riposo degli amanti di Cristo (croce) Dio che hanno ricevuto il sacrificio di Abramo, accetta l’offerta dei tuoi servi e dai loro la remissione dei peccati. (croce) Amen».
Al riguardo David Yeger ha aggiunto che «è interessante vedere come la chiesa fosse in uso e potrebbe anche essere stata fondata al tempo in cui Gerusalemme era sotto il dominio musulmano, dimostrando che i pellegrinaggi cristiani nella città continuassero anche durante questo periodo».
Nel corso del Medioevo sul sito vi fu costruito un grande ospizio o monastero con più stanze, sofisticati sistemi idrici e due grandi cisterne adornate con croci modanate sui loro lati.
Gli archeologi hanno trovato prove della distruzione del sito nel XII secolo d.C., probabilmente a seguito della conquista ayyubide (1187 d.C.). Sulla base di fonti storiche, il sultano Salah-a-Din ordinò la demolizione delle chiese e degli edifici sul Monte degli Ulivi e usò le loro pietre per rinnovare le mura della città.
Sempre secondo Amit Re’em «gli scavi al Getsemani sono un ottimo esempio dell’archeologia di Gerusalemme, in cui varie tradizioni e credenze sono combinate con archeologia e testimonianze storiche. I resti scoperti di recente verranno incorporati nel centro visitatori in costruzione nel sito ed esposti a turisti e pellegrini, che speriamo tornino presto a visitare la città».