CINA, religioni e diritti umani. Chanukkà proibito: gli ebrei cinesi lo festeggiano in segreto

Un quadro allarmante sulla situazione delle piccole comunità ebraiche rimaste nella Repubblica Popolare cinese

da “Mosaico” del 18 dicembre 2020, a cura di Paolo Castellano – La religione ebraica è messa al bando da Pechino, quindi i nostri correligionari hanno immense difficoltà a seguire le tradizioni, trovare cibo Kosher, potersi riunire in preghiera, esternare i propri simboli, dovere fare tutto di nascosto col timore di essere scoperti. Questo accade ancora oggi in uno dei principali Stati del mondo.

Come in tutte le circostanze, nonostante ciò, i rapporti tra Israele e Cina continuano, come con quei Paesi che si definiscono democratici che lottano contro le persecuzioni.

Gli interessi prevalgono ovunque, a danno delle minoranze che non si trovano tutelate.

Visto l’impossibilità di portare la Cina a riconoscere i diritti degli ebrei, Israele dovrebbe organizzare una Aliyah generale, convincendo i più restii.

Ben di altro avviso, non comprendo in base a cosa, è Anson Laytner, rabbino in pensione e presidente dell’Istituto sino-giudaico, che ritiene la politica del Partito comunista cinese non essere un atteggiamento antisemita. La Cina non ha mai esternato antisemitismo, anzi, ha espresso apprezzamento per tutti quegli ebrei che hanno raggiunto il successo, considerandoli un esempio da imitare. Inoltre, il paese asiatico ha accolto diversi rifugiati ebrei durante la Shoah.

Laytner ha poi spiegato che gli atteggiamenti cinesi riguardo all’ebraismo non causeranno tensioni nelle relazioni con Israele. Secondo il rabbino, lo Stato ebraico non vuole mettere a rischio i rapporti diplomatici con la Cina per una piccola comunità di ebrei che accoglie anche membri che provengono da matrimoni misti.

Condividi: