AEROSPAZIO, velivoli senza pilota. Arriva il drone-elicottero russo

Anche alla luce delle «lessons learned» nel conflitto nel Nagorno-Karabakh e delle ultime esperienze maturate in Medio Oriente e in Libia, Mosca starebbe accelerando lo sviluppo di una propria macchina in grado di distruggerne altre similari. Ma in Russia non tutti si dicono convinti di un orientamento del genere, continuando a confidare sui classici radar della difesa aerea

La Russia sta sviluppando un drone-elicottero allo scopo di integrare i sistemi d’arma antiaerei nella loro missione anti-UAV (Unmanned Air Vehicle). Il progetto, il cui sviluppo è stato accelerato a seguito dei recenti eventi bellici nel Nagorno-Karabakh, è stato concepito per colmare una lacuna rimasta aperta nelle capacità militari difensive russe.

Secondo quanto reso noto alcuni giorni fa da una fonte riconducibile al complesso militare-industriale della Federazione Russa, che si è espressa attraverso l’agenzia di stampa RIA Novosti, il nuovo drone «sarà in grado di intercettare UAV e UCAV nemici, anche piccoli e a bassa velocità, a quote basse ed estremamente basse».

Sempre la stessa fonte ha aggiunto che il drone elicottero è in fase di sviluppo da novembre e gli sforzi di ricerca e sviluppo hanno ricevuto un’ulteriore impulso in ragione delle accresciute minacce emerse con il ruolo crescente svolto dai droni di attacco durante gli ultimi conflitti locali.

La fonte moscovita non ha fornito elementi specifici, tuttavia, vari tipi di UAV e di UCAV di fabbricazione turca hanno trovato ampio impiego durante la guerra tra Erevan e Baku, contribuendo in maniera decisiva alla rottura da parte azera del fronte armeno e al travolgimento delle difese.

A Mosca si afferma che, al fine di ridurre i tempi di sviluppo, il nuovo sistema d’arma incorporerà le tecnologie esistenti.

Sempre dalla Russia si sono però levate voci critiche riguardo al progetto in corso di sviluppo. Mikhail Khodaryonok, ex colonnello in forza alla Difesa aerea sovietica e attualmente analista militare, ad esempio si dice scettico circa l’utilizzo di droni-elicottero in questo genere di missioni.

In un recente articolo di Alexander Bratersky, pubblicato dalla rivista online di settore Defense News, egli ha dichiarato che il carico bellico ed elettronico del drone-elicottero sarà notevole e costoso, quindi, «meglio sarebbe fare ricorso ai classici radar terrestri, che inoltre sono più precisi».

Da Mosca non stati forniti dettagli riguardo al programma in atto, tuttavia, non si tratterebbe dell’unico l’unico sistema d’arma del genere attualmente in fase di sviluppo in Russia.

Infatti, la governativa “Rossiyskaya Gazeta” – citando un rapporto dell’Istituto scientifico centrale dell’Aeronautica russa, ente partecipe dello sviluppo -, ha riferito che nel Paese è in fase di realizzazione un nuovo drone-elicottero d’attacco avente un peso dalle 2,5 alle 3 tonnellate e un raggio di azione fino a trenta chilometri.

Alla luce di queste informazioni, Bratersky giunge alle conclusioni che, se così fosse, cioè se Mosca fosse giunta davvero a realizzare una macchina del genere, per le sue forze armate si tratterebbe di una novità assoluta, in quanto attualmente disporrebbero soltanto di velivoli senza pilota impiegabili nella raccolta di informazioni a fini di intelligence.

L’idea di utilizzare dei droni-elicottero è stata a lungo accarezzata dalla marina russa, al punto che nel 2012 si giunse a testare alcuni Horizon Air S-100 prodotti localmente su licenza dell’impresa austriaca Schiebel, ma, pare che il progetto venne successivamente abortito.

L’Orion, macchina per le medie quote e dalla lunga autonomia di volo, originariamente concepito per la raccolta di informazioni, è stato successivamente presentato anche come velivolo multi-impiego nel corso dell’Army 2020 Defense Expo di Mosca in agosto. I primi tre Orion, realizzati dalla Kronstadt di San Pietroburgo, sono stati poi consegnati al ministero della difesa russo.

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