Il presidente della Repubblica del Kenya Uhuru Kenyatta ha incontrato ieri nella capitale l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi per discutere di alcune possibili iniziative green da sviluppare nel Paese africano, creando un accesso efficiente e sostenibile alle risorse energetiche per le comunità locali.
Tra le iniziative valutate rientrano lo sviluppo dell’economia circolare attraverso il recupero, la rigenerazione e il riutilizzo degli scarti agricoli e alimentari prodotti mediante una trasformazione industriale che ne valorizzi il contributo energetico in parziale sostituzione delle le fonti fossili, contribuendo così al processo di de-carbonizzazione del Paese.
In particolare, sono state identificate le linee strategiche per la realizzazione di un piano pluriennale finalizzato all’incentivazione della raccolta differenziata dei rifiuti e degli scarti dei residui agricoli, che sono la materia prima ideale per impianti di trasformazione e generazione di biocarburanti quali bio-diesel, bio-jet e bio-etanolo, facendo leva sulle tecnologie di economia circolare sviluppate da Eni.
Il piano include anche lo studio per la conversione della raffineria di Mombasa in bio-raffineria. Con queste iniziative, il Kenya assumerà un ruolo di leadership nel processo di de-carbonizzazione del continente africano.
Il Gruppo di piazzale Mattei investe oltre la metà del proprio budget in Africa, supportando e promuovendo lo sviluppo locale.
A margine dell’incontro sono stati firmati emendamenti ai contratti di Production Sharing (PSC) in vigore, relativi a tre permessi esplorativi nell’offshore antistante Mombasa. Eni è presente in Kenya dal 2013 attraverso la controllata Eni Kenya, che gestisce come operatore sei blocchi esplorativi offshore.
Il Pase dell’Africa occidentale si pone inoltre al primo posto nella sua regione per crescita e domanda di servizi digitali, seguito da Ruanda e Tanzania. Il dato emerge da un’indagine del Digital Intelligence Index, che ha classificato i tre Paesi come economie break out in virtù della loro rapida evoluzione e della significativa crescita.
La sempre più capillare penetrazione di Internet, il miglioramento delle infrastrutture e un maggior numero di giovani esperti in materia di tecnologia digitale rappresentano alcuni dei fattori che hanno reso Kenya e Ruanda attraenti agli occhi degli investitori esteri.
A marzo Kenya e Gibuti sono stati collegati per il tramite del condotto sottomarino Djibouti Africa Regional Express 1 (DARE 1) a una velocità di 30 Terabit al secondo, incrementando così la connettività nel Corno d’Africa, poiché esso va ad aggiungersi ad altri cavi che collegano il Kenya, quali Seacom, East African Marine System (Teams), Eastern African Submarine Cable System (EASsy) e Lion2.
Contestualmente viene sottolineato come uno degli aspetti più evidenti di tutto questo sia la crescita del fenomeno del mobile banking, emblematizzato da M-Shwari, una App keniana di trasferimento di denaro che divenuto leader con 20,4 milioni di conti attivi, seguito da M-Pawa della Tanzania, che è stato introdotto nel maggio 2014 e MoKosha dell’Uganda e del Ruanda.