SOCIETÀ, memoria storica. La scomparsa a di Nedo Fiano, uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah

Era stato internato ad Auschwitz assieme alla sua famiglia. Aveva 95 anni ed era il papà del parlamentare Emanuele Fiano. Ruth Dureghello (Comunità ebraica): «Esempio di vita per tutti noi»

Nedo Fiano, uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah, è morto oggi a Milano all’età di 95 anni. Con lui se ne va una memoria storica della tragedia che fu la deportazione e lo sterminio nel corso della Seconda guerra mondiale, qualcosa che in Italia ebbe inizio alcuni anni prima, nel 1938, con la promulgazione delle leggi razziali da parte del regime fascista di Benito Mussolini, un articolato provvedimento normativo controfirmato da re Vittorio Emanuele III, che anticipò con le discriminazioni sui posti di lavoro e nelle scuole quella che sarebbe stata la carneficina successiva all’occupazione del territorio italiano da parte delle truppe della Germania nazista.

Nato a Firenze nel 1925 ma da tempo residente a Milano, poiché gli fu difficile tornare dopo la fine della guerra convivere i suoi luoghi originari dai quali venne strappato, è stato uno dei primi sopravvissuti all’Olocausto a confrontarsi in pubblico sulla sua drammatica esperienza, aprendo in questo modo nuovi percorsi d’incontro e racconto con le nuove generazioni.

“Moked”, portale dell’ebraismo italiano, riporta che Fiano fu «l’unico della sua famiglia a sopravvivere all’inferno del lager. Venne catturato da un fascista in borghese nella fiorentina Via Cavour, rinchiuso nelle carceri cittadine e poi, dopo l’internamento a Fossoli, destinato prima ad Auschwitz e poi a Buchenwald. Straziante l’ultimo abbraccio alla madre, sulla banchina del lager. Un abbraccio segnato dalla consapevolezza che mai più si sarebbero rivisti».

Nicola Zingaretti, segretario del partito del quale fa parte il figlio di Nedo Fiano, il parlamentare Emanuele Fiano, ha dichiarato che: «Da oggi il mondo è più povero, poiché con la scomparsa di Nedo Fiano il mondo perde un uomo che dopo essere sopravvissuto all’orrore della Shoah, ha passato il resto della vita trasmettendo ai giovani il valore della memoria. Un grande abbraccio a Emanuele Fiano e alla sua famiglia».

«Ciò che ha connotato tutta la mia vita – testimoniò Fiano nel corso di uno dei suoi numerosi interventi pubblici – è stata la mia deportazione nei campi di sterminio nazisti. Con me ad Auschwitz finì tutta la mia famiglia, vennero sterminati tutti. A diciotto anni sono rimasto orfano e quest’esperienza così devastante ha fatto di me un uomo diverso, un testimone per tutta la vita».

Sempre il portale Moked ha sottolineato come si tratti di «lacerazioni incurabili, ma anche la forza di costruire e ricostruirsi una vita insieme all’amata Rina Lattes, la compagna di scuola ritrovata dopo la Shoah, assieme alla quale avrebbe messo al mondo i tre figli Enzo, Andrea ed Emanuele».

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