Il lancio di agenzia, che ha citato una fonte del ministero dell’energia di Riyadh, ha parlato di «una imbarcazione carica di esplosivo» esplosa dopo aver colpito la petroliera BW Rhine, la cui società armatrice, la Hafnia, ha sede a Singapore.
La petroliera è stata attaccata mentre erano in corso delle operazioni di scarico e ha subito danni allo scafo. Sempre secondo il resoconto fornito dall’agenzia di stampa governativa, non ci sono state vittime e neppure interruzioni delle forniture di petrolio o di carburante, tutti i ventidue marinai che in quel momento si trovavano a bordo della BW Rhine sono rimasti illesi, tuttavia è possibile che una parte del petrolio contenuto nelle cisterne possa essere fuoriuscito riversandosi in mare.
L’attacco, che assume con evidenza le forme di un sabotaggio delle infrastrutture energetiche del Regno, è stato compiuto a sole tre settimane di distanza da un’altra azione di danneggiamento di una petroliera, forse a causa di una mina navale posata nelle acque del terminal di Shuqaiq, negli stessi giorni nei quali i ribelli yemeniti Huthi, sostenuti dall’Iran, avevano rivendicato un attacco missilistico su un deposito di carburante della Saudi Aramco sempre a Gedda.
Immediati i riflessi sui mercati petroliferi internazionali, poiché l’attacco ha contribuito a flettere i prezzi al barile. Infatti, dopo un’apertura in positivo, sia il Brent (quotato 49,51 dollari, -0,98%) che il Light crude (45,95 dollari, -1,27%) hanno registrato una flessione.
Recentemente l’OPEC (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) in un suo rapporto mensile aveva comunicato la proiezione relativa alla riduzione dei consumi globali di carburante per il primo trimestre del 2021, quantificata in un milione di barili al giorno, rettificando la sua precedente previsione.