MARKETING, Labellamafia. Miti negativi ed eccessi nella promozione di mutande e tutine: tuttavia, «tutto quanto fa spettacolo», dunque pubblicità gratuita per la società brasiliana che le commercializza

Immediate le parole indignate levatesi nel Paese, a partire dalla Sicilia; insorge anche il sindacato di polizia FSP: «È inammissibile e osceno fare affari esaltando il cancro che ha devastato la società mietendo così tante vittime». Il marchio di dubbio gusto è stato registrato fuori dall’Italia

Afferma Valter Mazzetti, segretario del sindacato FSP Polizia di Stato, che: «È proprio il caso di dire che al peggio non c’è mai fine guardando alla notizia dell’esistenza di un brand americano denominato “Labellamafia” distribuito anche in Italia da una nostra azienda. Un moto di disgusto irrefrenabile accompagna il pensiero che ci si possa accostare con tale cinismo, con tale mancanza di scrupoli a certi temi, anche commercialmente parlando, evocando qualcosa che garantirà sicuramente attenzione e probabilmente guadagni al titolare del marchio, ed anche a chi lo distribuisce, ma al costo di esaltare un “cancro” che ha devastato la società, lasciando sul campo tanti morti e disperazione. Una drammatica espressione di sottocultura, ferocia e crudeltà che non può essere sfruttata per fare affari da un brand che ne valorizza positivamente anche la visione con quell’aggettivo “bella”, che invece offende e calpesta le molte vite spezzate e trucidate tra le forze dell’ordine, magistrati, giornalisti e onesti appartenenti alla società civile, che non si sono piegati a quella logica di terrore e omertà di cui è portatrice la mafia».

Il brand americano di abbigliamento denominato “Labellamafia”, secondo quanto denunciato anche dall’esponente del Partito Democratico Antonio Ferrante, viene distribuito in Italia da un’azienda con sede nella provincia di Parma.

«Indipendentemente dall’esistenza o meno di leggi e regole commerciali che consentano una tale brutale offesa – prosegue Mazzetti -, cui questo marchio sfugge in quanto registrato fuori dal nostro Paese, esistono comunque delle norme non scritte a cui tutti dovrebbero attenersi per rispetto della propria dignità prima ancora che di quella altrui e, tra queste, sicuramente c’è quella di non calpestare il valore stesso della vita umana, l’importanza della legalità come baluardo di libertà, il senso civico, il pudore verso quei fiumi di sangue che hanno intriso la nostra storia. La sola idea di lucrare esaltando quanto di più osceno possa esserci, come qualsiasi tipo di mafia, è totalmente inammissibile».

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