GIUSTIZIA, carcere. Corruzione: Busto Arsizio, concedevano ai detenuti permessi premio e di lavoro all’esterno dietro il pagamento di “mazzette”

La Guardia di Finanza di Varese ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sette persone per i reati di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, detenzione di armi da guerra, furti e ricettazione di merce di provenienza furtiva. Le indagini hanno tratto origine da una segnalazione della Polizia Penitenziaria sulla possibile esistenza di trattamenti di favore assicurati ad alcuni detenuti della casa circondariale lombarda

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Varese, in collaborazione con la Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale di Busto Arsizio, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sette persone, cinque in carcere e due agli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Busto Arsizio.

I destinatari del provvedimento risultano indagati, a vario titolo, per i reati di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, detenzione di armi da guerra, furti e ricettazione di merce di provenienza furtiva.

L’inchiesta ha tratto origine da una segnalazione effettuata dalla Polizia Penitenziaria in ordine a una possibile esistenza di trattamenti di favore assicurati ad alcuni detenuti della casa circondariale. Le successive indagini. svolte dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Varese sotto la direzione della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, hanno consentito di individuare, anche grazie alla fattiva collaborazione del Corpo di Polizia penitenziaria, un sistema illecito di natura corruttiva a opera dell’allora responsabile dell’area trattamentale della casa circondariale bustocca.

È emerso che i detenuti, per poter ottenere benefici (assegnazione di lavori all’interno e all’esterno dell’istituto penitenziario, nonché permessi premio da trascorrere in famiglia), si rivolgevano a un ex appartenente al Corpo della Penitenziaria, responsabile dell’articolazione preposta, che a fronte della promessa o dazione di utilità e/o somme di denaro, faceva ottenere relazioni nelle quali venivano omesse delle informazioni che, altrimenti, qualora fossero state rappresentate all’Autorità concedente, avrebbe precluso l’ottenimento dei benefici richiesti.

Tra i destinatari della misura cautelare figurano anche i responsabili di una cooperativa sociale di Busto Arsizio che, sempre a fronte della promessa di denaro rivolta al principale indagato, ottenevano l’invio al lavoro di detenuti.

Nel corso delle attività sono stati acclarati i contatti in essere tra l’ex poliziotto e persone risultate pregiudicate che erano dedite alla commissione di furti.

Tale sodalizio criminale, oltre a ricettare la merce di provenienza furtiva, sempre tramite il principale indagato aveva anche cercato di reperire alcune componenti di un’arma da guerra, la nota mitraglietta di produzione israeliana UZI.

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