Nel quadro del Green Deal europeo, la Commissione punta a rendere l’Europa il continente leader sulla strada della decarbonizzazione a livello globale, proponendo un menù di tecnologie e di politiche economico-ambientali che, adattate ai diversi contesti, possono attivare altrettanti percorsi di transizione energetica.
Parallelamente la Commissione europea sta lavorando a meccanismi di tutela dei settori produttivi europei, esposti a concorrenza sleale proprio dagli sfidanti obbiettivi ambientali adottati.
Il Carbon Border Adjstument Mechanism per il quale si è conclusa lo scorso ottobre la fase di consultazione pubblica dovrebbe essere un sistema di perequazione carbonica per l‘accesso esterno al mercato europeo di servizi e di prodotti, come incentivo allo sviluppo sostenibile globale che, però, già evidenzia non poche criticità rispetto alle regole dell’organizzazione mondiale del commercio, ai costi redistributivi e alle questioni geopolitiche che caratterizzano questa fase storica.
L‘appuntamento della Conferenza è stato occasione di confronto tra operatori di settori esposti al problema e rappresentanti delle istituzioni europee, e si è concentrato sulle diverse possibilità di attuazione del meccanismo: quella che sostiene l’applicazione di un dazio secco alle frontiere da applicare a tutti i prodotti e servizi di importazione, come nelle intenzioni del Parlamento europeo, quella che intende applicarlo solo ai settori più energivori come cemento, acciaio, prodotti chimici e fertilizzanti, che sembra essere più vicina alle volontà della Commissione.
Nel dibattito ha riscontrato condivisione, anche come possibile proposta italiana per l’attuazione del meccanismo, la proposta ImEA (Imposta sulle Emissioni Aggiunte), elaborata da Agime Gerbeti, che gli Amici della Terra sostengono da anni. Uno strumento di fiscalità ambientale che si propone di introdurre a livello dell’Unione europea uno sgravio fiscale tramite l’Iva sui prodotti con bassa intensità emissiva e contemporaneamente un incremento dell’Iva per i prodotti emissivi che superino gli standard europei di emissione.
La proposta è compatibile con le regole del WTO in quanto non discriminatoria sulla provenienza del bene ma solo sulla sostenibilità reale e sulle emissioni puntuali, con effetti che consentirebbero, oltre a ridurre le emissioni globali, il recupero della competitività industriale europea.
Al dibattito hanno partecipato i giornalisti Davide Carretta di Radio Radicale, Federico Fubini del Corriere della Sera, i Parlamentari europei Simona Bonafè e Eleonora EVI, il Consigliere della Direzione Energia della Commissione europea Guido Bortoni, Marco Bentivogli di Base Italia, Armando Cafiero di Confindustria ceramiche, Ester Benigni di A2A, Flavio Bregant di Federacciai, Fabrizio Pedetta di Federbeton, Daniele Agostini di Enel, Ilaria Restifo di EDF Italia.