FRODI, vitivinicolo. Partinico: vini e mosti con indicazioni geografiche o di origine contraffatte, nonché sofisticati con zucchero e acqua

Operazione a tutela del Made in Italy nello specifico settore: perquisizioni e sequestri sull’intero territorio nazionale. I responsabili risponderanno dei reati di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine

Su delega della locale Procura della Repubblica di Palermo, i militari del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza, grazie alla collaborazione di funzionari dell’Ispettorato repressione frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, hanno dato esecuzione a decreti di sequestro, emessi dal Procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal Sostituto Procuratore Vincenzo Amico, titolari dell’indagine, di un laboratorio clandestino e di uno stabilimento enologico, entrambi con sede a Partinico, di 250 quintali di zucchero solido, di 300 ettolitri di zucchero già disciolto in acqua nonché di oltre 37.000 ettolitri di vini e mosti recanti indicazioni geografiche o denominazioni di origine contraffatti nonché sofisticati con zucchero e acqua.

Vino adulterato ed etichette contraffatte

Sono altresì in corso perquisizioni e sequestri su tutto il territorio nazionale al fine di bloccare le partite di prodotto contraffatto e adulterato distribuite dai cinque responsabili dell’attività illecita, che risponderanno dei reati di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, di frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine.

In particolare, le investigazioni svolte dalle Fiamme gialle della Compagnia di Partinico, avviate a seguito di una segnalazione dell’ICQRF e da una conseguente attività di verifica fiscale, hanno portato all’accertamento del fatto che, alcune aziende con sede in quella località, riconducibili a un cinquantaseienne pluripregiudicato per reati fiscali (con particolare riguardo all’emissione e all’utilizzo di false fatturazioni, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, associazione per delinquere, anche di tipo mafioso, e violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale), avevano posto in essere complessi artifizi contabili grazie all’ausilio di altre società consorelle costituite ad hoc e di «cartiere», annotando fittizie introduzioni di mosti, uve e vini, con il mero fine di creare un presupposto di apparente legalità ai prodotti vitivinicoli, commercializzati con false denominazioni di origine e indicazioni geografiche siciliane, ottenuti mediante l’utilizzo fraudolento di zucchero, miscelato con acqua.

90.000 ettolitri di prodotto vinoso venduto a cantine e acetifici.

Infatti, le partite di zucchero di barbabietola e zucchero di canna – acquistate in nero da imprese con sede in Campania, giungevano presso un vero e proprio laboratorio clandestino – gestito da un partinicese con numerosi precedenti per estorsione, truffa, violenza privata, reati contro l’economia, ricettazione, falso e altro -, dove veniva effettuata la miscelazione con acqua, ottenendo così un composto liquido strumentale alla preparazione di falsi vini e mosti.

Dopo la miscelazione, il prodotto liquido ottenuto era destinato a uno stabilimento enologico di Partinico, sede delle imprese vinicole coinvolte nell’attività illecita, che poi lo commercializzava alla clientela.

Grazie alle videoriprese effettuate presso il laboratorio clandestino e alla parallela attività di analisi documentale, è stato possibile accertare che tra il 2018 e il 2020 erano stati venduti oltre 90.000 ettolitri di prodotto vinoso a cantine vitivinicole e acetifici dislocati su tutto il territorio nazionale, risultati estranei alla frode agro-alimentare.

La vasta operazione antifrode odierna è stata resa possibile anche grazie anche alla preziosa collaborazione assicurata dai funzionari dell’Unità investigativa centrale dell’ICQRF, assieme alla quale la Guardia di Finanza opera nella cornice definita dal protocollo d’intesa stipulato il 22 luglio 2020 tra il Comando Generale del Corpo e il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.

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