MUSICA, musica elettronica contemporanea. Kevin Follet: “Desperate Consciunsness”

Il «disperato flusso di conoscenza» è da oggi disponibile sui principali canali di distribuzione digitale

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Ossimoro: nell’immobile scorrimento delle immagini del videoclip “Desperate Consciunsness” di Kevin Follet tutto fluisce ordinato e inquietante. L’angoscia è sovrastante, ma non fa male.

Il fluire ordinato e inquietante verso la fine. Come se quella moltitudine di esseri umani che sfrecciano all’interno degli abitacoli delle loro automobili sulla strada dalle ampie carreggiate fossero consapevoli del destino che li attende. Che è ormai calata la notte sulla grande città e che il sole si sta inesorabilmente  spegnendo. Che il pianeta Terra è condannato.

Una consapevolezza che è in alcuni e che altri, al contrario, si ostinano a rifiutare. Un po’ come nel film di Lars von Trier, dove tutti attendono con angoscia l’arrivo del pianeta Melancholia, che a giorni, soltanto a giorni, impatterà sulla Terra distruggendo ogni forma di vita.

Tuttavia, sulle ampie carreggiate gli umani continuano nel loro ordinato, nevrotico e depresso transito. Persone che di lì a poco raggiungeranno le proprie abitazioni, dove troveranno le loro famiglie oppure vivranno le loro solitudini.

In qualcuno di quegli anonimi appartamenti, qualcuno, più fragile compirà il passo decisivo e anticiperà la catastrofe. Qui, al pari della sfera luminosa che apre il video, il veloce susseguirsi delle immagini cessa per lasciare spazio alla riflessione.

Un disperato flusso di conoscenza. Ovviamente questa è soltanto un’interpretazione di chi scrive, che non vuole affatto costringere o deformare attraverso una spersonalizzazione indotta l’interpretazione del girato abilmente montato dall’artista che ognuno può darne.

Tuttavia, facendo leva sul trinomio musica-luci-forme, Follett crea una dimensione nordica, «scandinava», estremamente marcata. Ma non solo, poiché trasmette anche un disperato flusso di conoscenza che non si arresta né a un punto di non ritorno e neppure alla fine dei sistemi solari. Infatti, egli infonde un buio senso di continuità.

I suoni elettronici che Follett padroneggia, non solo nella sua veste di producer, perché oltre che musicista è anche ricercatore e sperimentatore, e il suo ambito è quello della musica elettronica contemporanea.

Al suo attivo vanta la realizzazione di numerose opere, non poche delle quali è possibile visionare in Rete. Quali, per citarne soltanto alcuni, “Bucefalo”, che vede quale protagonista un serial killer che imperversa per le strade di Tokyo; oppure “Nautilus”, videoclip che esprime sonorità e colori evocativi della psichedelia, del robot ferito che gemendo emette un ultimo lamento; ma anche “Bad day beginning”.

Il viaggio del polistrumentista dalle molteplici identità musicali. Ma, cos’è oggi la musica elettronica? Questo interrogativo è stato posto a Follett nel corso dell’intervista che rilasciato a insidertrend.it in occasione dell’uscita sui principali canali di distribuzione digitale della sua ultima opera, “Desperate Consciunsness” appunto, intervista il cui audio integrale è possibile ascoltare su questo sito web (A281).

Desperate Consciunsness, un disperato flusso di conoscenza, un pieno fluire di sensazioni tradotte in segnali analogici e onde sonore da questo polistrumentista veronese dalle molteplici identità musicali. Un brano da ascoltare, disponibile assieme all’intervista anche in questa stessa pagina web.

A281 – MUSICA ELETTRONICA CONTEMPORANEA, “DESPERATE CONSCIUNSNESS”: PARLA KEVIN FOLLET, PRODUCER MUSICISTA E RICERCATORE. Cos’è oggi la musica elettronica? L’interrogativo è stato posto a Follet nel corso dell’intervista che rilasciato a insidertrend.it in occasione dell’uscita sui principali canali di distribuzione digitale della sua ultima opera, “Desperate Consciunsness”.
Desperate Consciunsnes, un disperato flusso di conoscenza, un pieno fluire di sensazioni tradotte in segnali analogici e onde sonore da questo polistrumentista veronese dalle molteplici identità musicali.
Facendo leva sul trinomio musica-luci-forme, egli crea una dimensione nordica, «scandinava», estremamente marcata. Ma non solo, poiché trasmette anche un disperato flusso di conoscenza che non si arresta né a un punto di non ritorno e neppure alla fine dei sistemi solari. Infatti, egli infonde un buio senso di continuità.
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