Prosegue l’annosa polemica sulla proposta di introduzione di identificativi alfanumerici da applicare alle uniformi degli agenti delle Forze dell’Ordine impiegati nei servizi di Ordine pubblico.
Al commento espresso dal parlamentare di Liberi e Uguali (Leu), che allo specifico riguardo si era rivolto nei confronti del segretario generale del sindacato del comparto Sicurezza Fsp Polizia di Stato Valter Mazzetti, affermando che «quello che il segretario generale Fsp Polizia fa finta di non capire è che il codice identificativo è uno strumento di tutela per i membri delle forze dell’ordine», la replica è stata nel solco dell’indignazione:
«Quello che il deputato fa finta di non capire – ha infatti dichiarato – è che la vera tutela per i membri delle Forze dell’Ordine passa per il riconoscimento, la condanna, la concretezza della pena per chi delinque aggredendole e il doveroso risarcimento del danno. La vera tutela per gli operatori della Sicurezza sono le telecamere sulle uniformi e norme molto più severe per chi li aggredisce. Perché Palazzotto deve sapere, quantomeno in veste di parlamentare della Repubblica, che non si possono in alcun caso mettere le mani addosso a un poliziotto, né opporsi a una sua richiesta legittimamente espressa durante il servizio».
In altri paesi gli identificativi esistono – ha proseguito il segretario generale del Fsp – perché le forze dell’ordine sono ampiamente tutelate «e se si tocca un agente si finisce in galera senza se e senza ma, nemmeno poi in maniera tanto garbata come avviene in Italia».
Ogni anno in Italia si svolgono 1.000 manifestazioni di piazza, che comportano anche numerosi episodi di violenza e, in ogni caso, impegnano duramente i reparti di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza preposti al mantenimento dell’Ordine pubblico.
Nelle sue conclusioni Mazzetti ha avuto toni caustici: «Aggressioni e veri atti di terrorismo di piazza non riguardano affatto la mancanza di numeretti da buoi che non abbiamo addosso e che incentiverebbero solo la calunnia organizzata e preordinata, ma piuttosto il fatto che ci vedono sempre soccombere come vittime. Ringraziamo Palazzotto per quella che riteniamo una finta considerazione che rispediamo al mittente, ma per sapere come si tutelano i poliziotti decisamente non serve il suo aiuto e non serve certo una marchiatura».