Negli ultimi quindici anni il settore portuale africano ha compiuto enormi progressi, tra questi si registra l’affermarsi di alcuni scali di rilievo mondiale in grado di accogliere navi di nuova generazione.
Un altro aspetto emerso dall’osservazione della realtà infrastrutturale del continente è stato il significativo incremento degli investimenti privati, pari a quindici miliardi di dollari.
Tuttavia, nonostante questi progressi lo sviluppo dei porti africani continua a seguire un andamento irregolare, inoltre si rinverrebbero ancora notevoli margini di miglioramento potenziale nel settore.
Nel 2018, dei venti maggiori porti africani soltanto quelli di Egitto, Marocco e Sud Africa erano in grado di esprimere una capacità di movimentazione merci superiori ai quattro milioni di TEU (unità equivalente a venti piedi).
In un rapporto diffuso di recente, l’Africa CEO Forum, organizzazione che ha una partnership con Okan, vengono suggerite alcune raccomandazioni nel senso di un futuro intervento su basi realistiche oltreché ambiziose in sostegno della complessiva crescita, che faciliti la creazione di un’area di libero scambio continentale, venendo così incontro anche alle aspettative di investitori e imprenditori.
Esse si riassumono in una serie di interventi sui piani degli investimenti, dell’efficienza, dell’attrazione di capitali privati e del contestuale miglioramento della governance, questo anche per salvaguardare gli interessi pubblici.
Semplificare le interazioni porto-città e migliorare la connettività con hinterland e integrare i porti con le zone industriali, modernizzando il segmento non container al fine di incrementare i livelli di sviluppo.