TERRORISMO, jihadisti. Strage di Vienna: come cambia (se cambia) la strategia e le modalità di azione dei radicali islamisti in Occidente nell’era della pandemia

Il terrorista ucciso era un pregiudicato ventenne che aveva giurato fedeltà a ciò che rimane di Islamic State ed era un soggetto conosciuto ai servizi di intelligence. Per il momento le autorità di sicurezza austriache non hanno fatto trapelare altre informazioni sui suoi contatti e sulla sua rete jihadista, si sa comunque che per la strage di ieri sera (quattro morti e ventidue feriti) la polizia ha fermato quattordici persone; insidertrend.it ha analizzato il problema con il professor MARIO GIRO, esponente della Comunità di Sant’Egidio e già viceministro degli Esteri

Il professor Mario Giro, docente di Storia delle relazioni internazionali presso l’Università per stranieri di Perugia, oltreché appartenente alla Comunità di Sant’Egidio e viceministro degli Affari esteri con delega alla Cooperazione Internazionale nei governi Letta, Renzi e Gentiloni, alcuni anni fa scrisse un saggio sulla radicalizzazione degli islamisti, in particolare dei giovani, volume che si intitola “Noi terroristi, storie vere dal Nord Africa a Charlie Hebdo”.

Nell’intervista con lui siamo partiti proprio da Charlie Hebdo, poiché a quell’altra strage, perpetrata nella redazione di un periodico satirico, si ricollegano i tragici fatti di sangue più recenti verificatisi in Francia e in Austria.

Tutto si lega assieme? C’è una regia dietro a questa recrudescenza della violenza islamista che si manifesta in una fase molto particolare della vita dell’Europa, quella critica della pandemia da Covid-19?

Il professor Giro ritiene di no, semmai siamo di fronte all’ennesima ripetizione di quel clima generatosi nell’ultimo decennio nel mondo musulmano, anch’esso in crisi, laddove nello scontro intra-sunnita la parte più estremista attraverso atti del genere cerca pretesti e fatti simbolici per ricavarne visibilità.

Cattivi maestri e confronti regionali. I foreign fighters di ritorno dalla guerra persa in Siria, uniti al clima dell’attuale jihadismo di atmosfera fa sì che non occorrano più neppure “cattivi maestri” per radicalizzarsi, basta il web.

I cattivi maestri ci sono comunque, e spingono i giovani jihadisti ad azioni come quelle di Nizza e Vienna per terrorizzare l’Occidente.

Secondo Giro dietro Nizza e Vienna non ci sarebbe la Turchia di Erdoğan, non starebbe soffiando sul fuoco, ma in ogni caso approfitta della situazione che si è venuta a determinare, impegnata come è nel duro scontro per il controllo egemonico di parte del Mediterraneo. Ankara fa sicuramente il suo gioco, ergendosi a paladino neo ottomano dei sunniti in contrapposizione ai sauditi e agli emiratini, questi ultimi sempre più attivi, fin giù nel Mozambico.

Una lettura della globalizzazione. Si tratta di una lettura della globalizzazione. Al momento si conosce ancora poco dei terroristi che hanno agito a Vienna, tuttavia si può affermare che dopo al-Qaeda, seguita dal sogno del “califfato” sfumato con la disfatta militare di Islamic State, è possibile affermare che oggi la galassia jihadista sia estremamente frammentata.

In qualche modo il fenomeno della radicalizzazione torna a essere quello che era prima di Islamic State, cioè qualcosa di carsico che si sviluppa soprattutto nell’universo virtuale, senza più bisogno di moschee e predicatori estremisti dei centri culturali islamici. Il meccanismo di reclutamento delle persone disperate, dei soggetti deboli in cerca di un senso per la loro vita è sempre il medesimo.

Gli jihadisti sono in difficoltà sul piano organizzativo e operativo? Forse. Lo testimonierebbe il fatto che si sarebbero ridotti ad agire nel momento immediatamente a ridosso del previsto blocco delle attività nella maggior parte dei Paesi europei, il blockdown.

Ciò non toglie che il problema non esista, poiché questi attentatori, singoli o in gruppo, esistono ancora.

È possibile ascoltare la registrazione integrale dell’intervista con il professor Mario di seguito (A273)                         

A273 – TERRORISMO JIHADISTA, STRAGE DI VIENNA: come cambia (se cambia) la strategia e le modalità di azione dei radicali islamisti in Occidente nell’era della pandemia. Il terrorista ucciso era un pregiudicato ventenne che aveva giurato fedeltà a ciò che rimane di Islamic State ed era un soggetto conosciuto ai servizi di intelligence. La situazione in Italia.

Per il momento le autorità di sicurezza austriache non hanno fatto trapelare altre informazioni sui suoi contatti e sulla sua rete jihadista, si sa comunque che per la strage di ieri sera (quattro morti e ventidue feriti) la polizia ha fermato quattordici persone; insidertrend.it ha analizzato il problema con il professor MARIO GIRO, esponente della Comunità di Sant’Egidio e già viceministro degli Esteri

Nell’intervista con lui siamo partiti proprio da Charlie Hebdo, poiché a quell’altra strage, perpetrata nella redazione di un periodico satirico, si ricollegano i tragici fatti di sangue più recenti verificatisi in Francia e in Austria.

Tutto si lega assieme? C’è una regia dietro a questa recrudescenza della violenza islamista che si manifesta in una fase molto particolare della vita dell’Europa, quella critica della pandemia da Covid-19?

Il professor Giro ritiene di no, semmai siamo di fronte all’ennesima ripetizione di quel clima generatosi nell’ultimo decennio nel mondo musulmano, anch’esso in crisi, laddove nello scontro intra-sunnita la parte più estremista attraverso atti del genere cerca pretesti e fatti simbolici per ricavarne visibilità.

 

A002A1 – TERRORISMO JIHADISTA, ISLAMIC STATE E FOREIGN FIGHTERS. “Noi terroristi, storie vere dal Nord Africa a Charlie Hebdo”, presentazione del libro di Mario Giro, esponente della Comunità di Sant’Egidio e viceministro degli Affari Esteri con delega alla Cooperazione Internazionale, Roma, Istituto Affari Internazionali, 18 febbraio 2016.
Prima parte, interventi di: Ferdinando Nelli Feroci (Presidente IAI), Vincenzo Camporini (Vicepresidente IAI), Maurizio Caprara (editorialista del Corriere della Sera), Mario Giro (esponente della Comunità di Sant’Egidio e Viceministro degli Affari Esteri con delega alla Cooperazione Internazionale), Azzurra Meringolo (ricercatrice IAI).
A002A2 – TERRORISMO JIHADISTA, ISLAMIC STATE E FOREIGN FIGHTERS. “Noi terroristi, storie vere dal Nord Africa a Charlie Hebdo”, presentazione del libro di Mario Giro, esponente della Comunità di Sant’Egidio e viceministro degli Affari Esteri con delega alla Cooperazione Internazionale, Roma, Istituto Affari Internazionali, 18 febbraio 2016.
Seconda parte, interventi di: Mario Giro (esponente della Comunità di Sant’Egidio e Viceministro degli Affari Esteri con delega alla Cooperazione Internazionale), Vincenzo Camporini (Vicepresidente IAI), Renata Pepicelli (docente presso la LUISS Guido Carli).
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