di Mario Baldassarri, presidente Centro Studi Economia Reale, pubblicato da “Formiche!” il 30 ottobre 2020 – In tutta Italia gli alberghi sono vuoti e decine di migliaia di autobus turistici sono fermi in garage. In entrambi i comparti il personale è in cassa integrazione.
Sapevano dallo scorso mese di aprile che ad ottobre avremmo avuto la seconda ondata del Covid. Da tutti gli ospedali è stato detto che un problema serio è quello di accogliere migliaia di malati in appositi reparti Covid e purtroppo anche nelle terapie intensive.Oggi però, per circa il 90%, i nuovi contagiati presentano sintomi lievi che necessitano magari di pochi giorni di ricovero ospedaliero oppure del tutto asintomatici. Pertanto gli ospedali potrebbero essere fortemente alleggeriti per concentrarsi verso i pazienti più gravi se avessimo approntato strutture “esterne” dove il paziente possa essere accolto con le necessarie norme di isolamento e quarantena, laddove il rientro a casa non consenta un adeguato distanziamento dagli altri familiari. Ecco allora che l’utilizzo a questo fine degli alberghi vuoti risolverebbe il problema e per di più farebbe lavorare aziende ferme e lavoratori in cassa integrazione.
Con la riapertura delle scuole si sapeva che 9 milioni di persone tra studenti e personale sarebbero usciti ogni mattina per andare a scuola e poi tornare a casa. Per questo stiamo assistendo ad autobus, treni e metropolitane affollate dove, con il criterio suggerito dal Comitato Tecnico Scientifico e fatto proprio dal governo di una presenza “ridotta” all’80%, ci sono cinque passeggeri per ogni metro quadrato di spazio. Pertanto, ammesso e non concesso che le scuole e tutti i posti di lavoro siano nel frattempo stati resi “sicuri”, il tema vero è che il contagio si prende durante il trasporto da casa a scuola e da casa al lavoro e viceversa. Anche qui l’utilizzo di tutti i mezzi di trasporto turistici (e magari anche Ncc e taxi) potrebbero affiancare i mezzi pubblici ed in entrambi i casi garantire una presenza non superiore al 30%. In tal caso gli autobus smetterebbero di essere fermi nei garage e gli autisti fermi in cassa integrazione.
Perché non si è fatto? Perché non si sa chi paga?
Ma abbiamo fatto 100 miliardi di deficit in più trovando anche soldi per monopattini e biciclette elettriche e comunque bastava prendere anche qualche spicciolo dei 37 miliardi del Mes e pagare ad alberghi ed aziende private di trasporto questi due tipi di servizio che sarebbe certamente un servizio pubblico di vera emergenza. Ora siamo nel pieno di una dirompente seconda ondata di pandemia e rischiamo un nuovo generalizzato lock-down con effetti devastanti sulle condizioni economiche e sociali del Paese.
Ma allora il governo cosa aspetta? Certo avremmo potuto prendere queste decisioni già mesi fa ed oggi siamo in palese ritardo. E purtroppo non solo su questo.
Ma mai come ora… Meglio tardi che mai.