È di tre morti e numerosi feriti il bilancio dell’attentato compiuto stamane da un terrorista islamista nella cattedrale di Notre Dame a Nizza.
L’attacco con un coltello è avvenuto questa mattina intorno alle nove nella cattedrale nel centro di Nizza, in Avenue Jean-Medecin. L’aggressore ha decapitato una donna e ha sgozzato il sacrestano, che sono morti sul colpo all’interno della chiesa, poi ha colpito alla gola un’altra donna che è fuggita cercando rifugio in un bar, dove però è deceduta dopo poco.
Uno degli assassini è stato arrestato dalla polizia francese dopo essere stato ferito dagli agenti intervenuti sul posto. Secondo il sindaco della città gridava «Allah Akbar», aspetto che fugherebbe ogni dubbio sulla matrice jihadista dell’attentato.
Cui prodest? Un’azione efferata perpetrata nella scia di altre, che si inquadra in una fase di estrema tensione che vede la Francia coinvolta direttamente in un duro confronto di natura geopolitica ed energetica in modo particolare con la Turchia.
Qualcosa che potrebbe sfuggire di mano ai registi del terrore che sfruttano gli emarginati delle banlieu che si sono radicalizzati.
Si cerca dunque la radicalizzazione politica, e sociale. Una condizione ottimale per la sopravvivenza e il prosperare dei mallevadori della paura, che mostrano di saper utilizzare in maniera professionale lo “strumento” dello scontro fra civiltà.
E infatti si moltiplicano gli attacchi, sia in Francia che all’estero.
Lo sconcerto dei credenti. «La mia tristezza è infinita – così si è espresso nell’immediatezza del fatto monsignor Andrè Marceau, vescovo di Nizza -, in questo momento, tutte le chiese di Nizza sono chiuse fino a nuovo avviso e poste sotto la protezione della polizia. Tutte le mie preghiere vanno alle vittime, ai loro cari, alla polizia in prima linea in questa tragedia, ai sacerdoti e ai fedeli feriti nella loro fede e nella loro speranza. Che lo spirito di perdono di Cristo prevalga di fronte a questi atti barbari».
«È un dramma – ha quindi commentato monsignor De Moulins, presidente della Conferenza episcopale francese – sono vicino al vescovo di Nizza e alle persone colpite», mentre il portavoce padre Hugues de Woillemont, ha auspicato che «i cristiani non diventino un obiettivo da colpire».
«Siamo commossi –ha aggiunto -, molto commossi e in una sorta di stupore per questo tipo di atto indicibile. C’e’ un urgente bisogno di combattere questa cancrena che è il terrorismo, c’è l’urgenza di mettere in piedi in modo concreto una fraternità nel nostro Paese».
Segnali premonitori. «Eravamo stati avvisati qualche giorno fa che c’era il rischio di attacchi supplementari con l’approssimarsi delle festa di Ognissanti, stavamo in guardia ma non pensavamo che sarebbe potuto accadere in questo modo», ha dichiarato intervenendo alla televisione francese il parroco di Nice-Centre.
Non è il primo attacco del genere compiuto in Francia con chiara matrice di persecuzione anticristiana, poiché nell’estate 2016 il sacerdote ottantacinquenne Jacques Hamel venne sgozzato in chiesa a Rouen durante la celebrazione della messa da parte di un integralista islamico.
Le preghiere del pontefice. «Il Papa è informato della situazione ed è vicino alla comunità cattolica in lutto. Prega per le vittime e per i loro cari, perché la violenza cessi, perché si torni a guardarsi come fratelli e sorelle e non come nemici, perché l’amato popolo francese possa reagire unito al male con il bene».
Lo ha reso noto il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, in un comunicato diffuso ai giornalisti.
«È un momento di dolore, in un tempo di confusione. Il terrorismo e la violenza non possono mai essere accettati. L’attacco di oggi ha seminato morte in un luogo di amore e di consolazione, come la casa del Signore».