ECONOMIA, DPCm Governo Conte 2. Baldassarri: «Quattro grandi ipocrisie sintetizzano i decreti emanati tra aprile e settembre»

La valutazione dell’ex viceministro sul possibile impatto che avranno le nuove misure anti-Covid alla luce dell’entrata in vigore del provvedimento legislativo emanato dall’esecutivo in carica

Mario Baldassarri, già viceministro dell’Economia e attualmente presidente del Centro Studi Economia Reale (CSER), ha avuto modo di svolgere alcune considerazioni riguardo all’ultimo decreto legislativo emanato dal Presidente del Consiglio dei ministri (DPCm) Giuseppe Conte, valutandone il potenziale impatto sull’economia italiana.

Egli, come ormai di consueto, si è espresso nel corso della trasmissione condotta dal giornalista Claudio Landi andata in onda su Radio Radicale lo scorso lunedì 26 ottobre, proprio in coincidenza della sua entrata in vigore.

Quattro grandi ipocrisie. L’opinione dell’economista formatosi assieme a Mario Draghi presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) è purtroppo negativa, poiché egli vi ravvisa «quattro grandi ipocrisie», che a suo avviso «sintetizzerebbero tutti i decreti emanati dal Governo tra aprile e settembre».

La cassa integrazione ai lavoratori dipendenti è stata pagata soltanto per le mensilità di aprile e di maggio; i lavoratori autonomi hanno ricevuto 600 euro a fronte di una blocco semestrale della loro attività, conseguentemente quell’indennizzo ammonta a 100 euro al mese; l’indennizzo per il mancato fatturato alle imprese è stato erogato solo a copertura del mese di aprile; i prestiti bancari garantiti al 100% dallo Stato sono stati erogati solo in minima parte, mentre, al momento, le banche sono ancora impegnate nello svolgimento delle loro istruttorie.

Con riferimento all’ultimo provvedimento dell’esecutivo in carica, Baldassarri sottolinea poi delle carenze e dei ritardi accumulati soprattutto nei due fondamentali settori dell’istruzione e dei trasporti pubblici, nei quali non sono state trovate alternative in grado di attenuare la concentrazione ravvicinata di persone al momento della ripresa delle previste attività scolastiche.

I ritardi e gli indennizzi promessi. Stesse carenze in campo sanitario, con l’insufficienza nell’effettuazione a tappeto degli esami mediante tampone ai sospetti covidizzati, oggi costretti a restare in fila per ore ai drive-in nelle città.

«Sapevamo già – prosegue Baldassarri – che adesso si sarebbero resi necessari i vaccini contro il normale virus dell’influenza, ma nelle farmacie non si trovano».

Il nuovo DPCm di Conte lascia il problema dei trasporti pubblici irrisolto per il suo 80% e impone la chiusura di bar e ristoranti alle sei del pomeriggio, «cioè, un lockdown mascherato con conseguenze deleterie per gli esercenti, perché è noto a tutti che questo genere di attività rinviene la sua fascia oraria di maggiore fatturato a cena. Una interruzione forzata delle attività accompagnata, come al solito, dalla generica promessa che “verranno indennizzati per il mancato fatturato”, tuttavia con grandi cautele da parte del ministro dell’Economia, che ha subito precisato che coloro i quali hanno ricevuto l’indennizzo ad aprile, poi lo avranno a novembre: ma rispetto a quanto? Quale quota di fatturato verrà concretamente risarcita?».

In effetti, complessivamente si tratta di quasi un milione di persone a essere interessate dal provvedimento.

Il convitato di pietra. Baldassarri – stimolato da Landi sulla situazione dei contagi da Covid-19 in Europa – è tornato poi a parlare del Meccanismo europeo salva stati, quel MES al centro ormai da mesi di una incandescente polemica politica.

«Ammetiamo pure che l’Italia si trovi in una condizione pari o lievemente migliore di quella nella quale versano gli altri Paesi europei – ha replicato al giornalista di Radio radicale -, ebbene: cosa cambia riguardo al problema che hanno gli italiani? Si sapeva già da aprile che in autunno ci sarebbe stata un’altra ondata di contagi, ma cosa si è fatto da aprile ad ottobre per la Sanità, la scuola e i trasporti? Tutte problematiche evidenti e urgenti che avrebbero potuto trovare una soluzione grazie ai fondi resi disponibili a suo tempo attraverso il MES. Se si fosse fatto ricorso a esso, probabilmente non si sarebbe potuta egualmente evitare la nuova ondata di contagi, però ci saremmo certamente trovati in condizioni migliori per affrontarla».

Egli ha aggiunto che «da maggio a settembre il Paese è rimasto in stallo, anche perché illuso durante l’estate dalla temporanea riduzione dei contagi, ma soprattutto con la politica in attesa delle elezioni regionali che erano state indette per il 20 di settembre con i suoi risultati».

Responsabilità politiche. Su questo specifico aspetto Baldassarri è stato equanime nel fare carico delle responsabilità per le conseguenze deleterie di tale inerzia sul livello politico, affermando che: «Il dubbio tremendo verte sulla psicologia della politica, sia da parte del Governo che delle opposizioni, perché queste ultime sarebbero dovute andare in Parlamento a presentare le proprie proposte e a chiedere al Governo di discuterle in quella sede».

Anche qua un altro problema, una soluzione di emergenza derivante dal contagio di non pochi parlamentari e del personale di Camera e Senato che, secondo il presidente del CSER, a questo punto potrebbero svolgersi anche attraverso il collegamento da remoto da parte di coloro i quali non sono nelle condizioni di presentarsi fisicamente in aula. Tuttavia, si tratta di una problema che dovrebbe trovare una soluzione da parte dei costituzionalisti.

Tornando al MES, incalzato da Landi, Baldassarri ha rimarcato che, in ogni caso, nell’eventualità di un ricorso a questo genere di finanziamento in Italia ancora non si è discusso su come impiegarlo.

Conoscere per deliberare. A questo punto l’interlocuzione tra l’economista e il giornalista si è inevitabilmente indirizzata verso la reale coscienza sull’argomento da parte di un’opinione pubblica bombardata e confusa dai continui programmi televisivi.

«La responsabilità primaria dell’attuale situazione va comunque ascritta al Governo e al Parlamento, opposizione inclusa, quindi alla politica, che in sei mesi non è stata in grado di elaborare uno straccio di piano di emergenza su sanità, scuola e trasporti pubblici urbani».

«In condizioni del genere – ha concluso Baldassarri – è sicuramente difficile contemperare il diritto alla salute dei cittadini con il sostegno dell’economia, però adesso il rischio è che non si abbia né l’uno né l’altro».

I possibili rimedi proposti. Detto che da mesi sarebbe occorso un intervento di rinforzo del sistema dei trasporti pubblici, Baldassarri è tornato a riproporre la soluzione del ricorso agli automezzi privati, oggi scarsamente utilizzati a causa del drastico calo di spostamenti di persone nel Paese, «veicoli fermi nelle rimesse, con il personale delle società che ne sono proprietarie che sono in cassa integrazione, che si sarebbero potuti affiancare a quelli pubblici almeno per il trasporto a scuola degli studenti in condizioni di maggiore sicurezza».

In campo sanitario «si sarebbero dovuti incrementare i test Covid mediante tampone, assumere in servizio personale medico e infermieristico, oltreché aumentare i posti letto negli ospedali, in particolare nei reparti di terapia intensiva».

Altre tematiche affrontate. Nel corso della conversazione radiofonica sono stati trattati anche i temi relativi alla situazione negli Usa nei mesi della pandemia, un bilancio a pochi giorni dalle elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre, comparandola con quella nella Corea de Sud e della Germania, un esercizio utile anche alla comprensione dell’efficacia dei diversi sistemi politico-istituzionali.

Inoltre è stato affrontato anche lo storico problema del peso del debito pubblico sull’economia italiana, aggravato dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria in atto, esposizione che rischia di condurre il Paese a un’inesorabile dissesto.

Infine, i fondi del Recovery Fund, la tempistica della loro futura erogazione e le condizionalità alla loro base.

Di seguito è possibile ascoltare la registrazione integrale della conversazione tra Mario Baldassarri e Claudio Landi andata in onda su Radio Radicale lunedì 26 ottobre 2020 (A272)

A272 – ECONOMIA, DPCM, GOVERNO CONTE 2: PER BALDASSARRI È «VIZIATO DA QUATTRO GRANDI IPOCRISIE». Il commento dell’ex viceministro, attualmente presidente del Centro Studi Economia Reale sul possibile impatto che avranno le nuove misure anti-Covid alla luce dell’entrata in vigore del provvedimento legislativo emanato dall’esecutivo in carica.

L’analisi relativa agli effetti dei decreti emanati da Palazzo Chigi da settembre a oggi: statuizioni e blocco di attività; inerzie e responsabilità della politica (opposizioni incluse) per il degradare delle emergenze sanitaria e sociale; reale coscienza della situazione da parte dell’opinione pubblica; bilancio dello Stato, ingigantimento ulteriore del debito pubblico e prossimi aiuti finanziari europei; il convitato di pietra rappresentato dal MES.

Osservazioni, critiche e altre considerazioni su imprese, lavoro, Recovery Fund, trasporti pubblici e scuola, sono state svolte nel corso della trasmissione “Capire per conoscere” andata in onda su Radio Radicale il 26 ottobre 2020, durante la quale l’ex viceministro dell’Economia ha interloquito con il conduttore, il giornalista Claudio Landi.

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