AMBIENTE, emissioni climalteranti. Fughe ed emissioni di gas metano: come intervenire per evitarle

Secondo l’organizzazione ambientalista Amici della Terra per la transizione energetica sarebbero necessarie azioni urgenti al fine di ridurre le emissioni della filiera del gas naturale. Nel primo studio presentato ieri in Italia, vengono formulate tre proposte, auspicando l’indispensabile coinvolgimento idei paesi esportatori

Gli Amici della Terra, organizzazione ambientalista, ha presentato ieri il primo studio italiano in grado di offrire un quadro completo sulle cifre relative alle fughe e alle emissioni di metano nella filiera industriale del gas naturale, individuando tre possibili azioni per l’Italia e l’Europa.

Nel documento si afferma che per non rendere vani gli sforzi europei è indispensabile coinvolgere i paesi esportatori, poiché nella transizione energetica resta fondamentale il ruolo del gas naturale per la sostituzione di carbone, petrolio e nucleare.

Methane Strategy europea. Le conclusioni dello studio sono state rese note all’indomani della pubblicazione della Methane Strategy europea sotto forma di comunicazione della Commissione al Parlamento e al Consiglio europeo.

La Commissaria all’Energia Kadri Simson ha al riguardo dichiarato che: «Oggi abbiamo adottato la prima strategia di lotta alle emissioni di metano dal 1996. I settori dell’energia, dell’agricoltura e dei rifiuti hanno tutti un ruolo da svolgere, ma l’energia è il settore in cui le emissioni possono essere ridotte più rapidamente al minor costo. L’Europa aprirà la strada ma non possiamo muoverci da soli. Dobbiamo collaborare con i partner internazionali per far fronte alle emissioni di metano dell’energia che importiamo».

Nei giorni scorsi è stato pubblicato anche il World Energy Outlook 2020 (WEO 2020) da parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), nel quale si afferma che: «Si è sulla strada di una maggiore trasparenza sulle emissioni di metano, con conseguenze sulla valenza ambientale delle differenti origini del gas».

L’evento ha rappresentato la prima opportunità di discutere sul tema della riduzione delle emissioni di metano per associazioni di settore e Istituzioni. La presidente della Commissione parlamentare Ambiente della Camera dei Deputati ha ribadito l’importanza del gas nella transizione energetica e «la necessità di approfondire il quadro conoscitivo sulle emissioni sistemiche della filiera».

Le tre proposte. Le proposte degli Amici della Terra si basano sulla regolazione e sugli strumenti di mercato, eccone di seguito una sintesi:

Adozione di una stringente regolazione con obblighi e incentivi per la riduzione delle emissioni di metano dalle reti di distribuzione, trasporto e stoccaggio a fini di tutela climatica, oggi assente.

Nell’Unione europea il 74 % delle emissioni di metano della filiera del gas naturale provengono dalle infrastrutture di trasporto e stoccaggio (21%) e dalle reti distribuzione (53%). Va espressamente implementata la regolazione vincolante di Arera e delle altre Autorità per l’energia europee.

Le Autorità per l’energia possono introdurre, senza attendere la definizione delle norme europee e la loro trasposizione nelle legislazioni nazionali, disposizioni vincolanti per l’esercizio delle infrastrutture.

Le Autorità possono anche introdurre dei benchmark di performance emissiva e prevedere incentivi e disincentivi economici nella remunerazione dei gestori di reti e stoccaggi.

Estensione dell’Emission Trading System (Ets) alle emissioni specifiche di metano di tutte le infrastrutture della filiera del gas naturale.

Le centrali di compressione della rete di trasporto del gas naturale e i terminali di ri-gassificazione sono già soggetti al regime Ets per le emissioni di CO₂. L’Ets va adesso esteso alle specifiche emissioni di metano di queste infrastrutture e di tutte le altre della filiera: trasporto, distribuzione, compressione, stoccaggio. Secondo gli Amici della Terra l’Ets dovrebbe essere applicato alle infrastrutture le cui emissioni dirette di metano in termini di CO₂ equivalente superano un determinato limite, come oggi già avviene per la CO₂ emessa da rigassificatori e grandi compressori.

Adozione dell’IMEA per le emissioni di metano di giacimenti e produzione del gas naturale, in Europa e paesi esportatori.

Applicazione di un meccanismo di IMEA (Imposta sulle Emissioni Aggiunte) in attuazione del Carbon border tax adjustement mechanism previsto dall’European Green Deal, alle emissioni di metano nella produzione di gas naturale estratto nel mercato interno e importato da paesi extra Unione europea.

Come previsto dalla proposta di IMEA per le emissioni di CO₂ importate per i prodotti dell’industria manifatturiera, è possibile ipotizzare un meccanismo di fiscalità ambientale non discriminatorio anche per le di emissioni dirette di metano nelle fasi di estrazione e processing di gas naturale prodotto nell’Unione europea o importato da paesi extra Unione europea.

Per certificare l’intensità di emissioni di metano prodotto o importato da paesi comunitari, produttori e importatori possono avvalersi della la certificazione denominata Carbon footprint basata su norme ISO riconosciute a livello internazionale come la 14067.

«Il metano – ha affermato la presidente degli Amici della Terra Monica Tommasi – è il secondo gas oggetto delle politiche di riduzione delle emissioni climalteranti, su cui pesa per l’11% nell’Unione europea, ma è anche una fonte indispensabile per la transizione energetica. Crediamo che l’introduzione di strumenti di mercato efficaci come quelli proposti oggi possa costituire il perno di un set complessivo di strumenti necessario per l’indispensabile salto di qualità per la riduzione delle emissioni climalteranti. Il nostro studio offre il primo inquadramento della tematica in Italia con una serie di proposte che verranno sottoposte al governo e alle istituzioni dell’Unione europea, nell’ambito della consultazione sulla Methane Strategy attesa entro la fine dell’anno»

Al convegno, che è stato incluso nella cornice degli eventi del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da Asvis, hanno partecipato le associazioni industriali di riferimento del settore, che hanno potuto interagire anche con i rappresentati istituzionali di ARERA, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente.

Lo studio completo è disponibile al seguente link: https://rb.gy/asvhf7

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