ECONOMIA, Nadef 2020. Un documento realistico ma eccessivamente ottimistico

Le incognite sul futuro della ripresa italiana alla luce della (ipotetica) disponibilità di un vaccino anti-Covid nel mondo già all’inizio del 2021, sulla quale punterebbe il Governo italiano per uscire dalla crisi e riavviare la crescita. Il commento del professor Mario Baldassarri, presidente del Centro studi economia reale

A parere dell’economista Mario Baldassarri, già viceministro dell’Economia e attualmente presidente del Centro studi economia reale (CSER), nella Nadef, cioè la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza dello Stato, la parte relativa alle previsioni tendenziali, quelle a legislazione vigente dunque in assenza di alcuna manovra, le previsioni «sembrerebbe quasi tutto risolto», poiché quest’anno la perdita di prodotto interno lordo (Pil) viene indicata nella cifra del 9% (diverse le previsioni di Baldassarri, che si attestano invece a oltre il 10% del Pil), tuttavia, nel 2021, data l’attesa ripresa dell’economia mondiale il recupero dovrebbe superare il 6%, per condurre, di fatto, fuori dalla crisi generata dalla pandemia all’inizio del 2022.

L’ipotesi di ripartenza. Tutte queste previsioni sono però «appese» a una ipotesi, quella di una ripresa a livello internazionale resa possibile dalla disponibilità del vaccino anti-Covid già nei primi mesi del 2021 in tutto il mondo, una dinamica che trascinerebbe fuori dai guai anche l’Italia.

Tuttavia, malgrado certa informazione, di questo non vi certezza, mentre, al contrario, in queste ultime settimane i contagi stanno invece aumentando.

Una visione ottimistica dunque, questo a fronte di una non chiara indicazione – sempre secondo l’economista marchigiano – nella Nadef appena presentato dal Governo degli impulsi in termini di politica economica dell’esecutivo in carica in grado di sostenere la fase di ripresa economica del Paese.

«In realtà – prosegue a riguardo il presidente del CSER – quel rimbalzo del 6% di crescita nel 2021, sulla base delle nostre valutazioni, sarebbe potuto derivare a due condizioni: la prima che dal mese di aprile si fosse già fatto ricorso ai fondi europei del MES per scuola e sanità, la seconda che dal primo trimestre del 2021 il Governo italiano fosse in grado di definire dieci grandi progetti di riforme e investimenti da avviare con i fondi del Recovery Fund.

Mes e Recovery Fund. Solo a queste condizioni – ha dunque precisato Baldassarri –  potremmo avere un rimbalzo del 6% l’anno prossimo, «però questo nella Nadef non c’è scritto. Al contrario, perché il Mes è del tutto trascurato, mentre per quanto concerne il Recovery Fund si immagina un primo utilizzo nel 2021 per una quota di venti miliardi di euro di euro. Quindi tutto è affidato all’impulso trasmesso dalla futura ripresa mondiale, ma poco c’è di contributo in termini di politica economica italiana».

Nel corso della trasmissione radiofonica “Capire per conoscere”, condotta dal giornalista Claudio Landi e andata in onda su Radio Radicale lunedì 12 ottobre, Baldassarri ha sottolineato un altro aspetto correlato alle attività poste in essere in campo economico in questa critica fase dal Governo Conte, la mancanza di chiarezza che a suo avviso caratterizzerebbe la parte della Nadef relativa alla destinazione dei cento miliardi ricavati in deficit attraverso i tre noti ultimi decreti.

Dalle carte si evincerebbe che l’esecutivo in carica non avrebbe (almeno per il momento) elaborato una vera e propria politica di stimolo ulteriore all’economia nazionale che si aggiunga al meccanismo di traino dell’economia mondiale, che si suppone in fase di ripresa, e in questo senso è stato onesto e trasparente, infatti lo ha indicato nella premessa alla Nadef.

La seconda ondata di contagi. Ma se invece dovesse verificarsi una seconda ondata di contagi nel periodo autunnale e invernale (come si inizia a registrare), quale sarebbero le conseguenze sul piano economico?

Prova a rispondere Baldassarri: «Se questo dovesse accadere, anche al netto di eventuali nuovi lockdown, il Pil italiano scenderebbe a -11% , e nel 2021, invece di assistere a un rimbalzo della crescita economica al 6%, la cifra si attesterebbe tra l’1,5% e il 2%, cioè il Paese resterebbe in fondo al pozzo per tutto il 2021 e il 2022».

Si tratta di una delle ipotesi alternative, quella pessimistica, esplorata dalla stessa Nadef.

«Oggi, a mio personalissimo parere, la probabilità che tale pessimistica ipotesi si concretizzi è maggiore di quella che invece si realizzi quella più ottimistica».

Nel corso della trasmissione Baldassarri e Landi sono poi tornati sull’argomento del Mes, assente nella Nadef, inoltre, sono state fatte delle previsioni sella possibile ripresa della crescita economica mondiale nei prossimi due anni.

A268 – RIPARTENZA, NADEF 2020: UN DOCUMENTO REALISTICO, MA ECCESSIVAMENTE OTTIMISTICO. Il commento del professor MARIO BALDASSARRI riguardo alle incognite sul futuro della ripresa italiana alla luce della (ipotetica) disponibilità di un vaccino anti-Covid nel mondo già all’inizio del 2021, sulla quale punterebbe il Governo italiano per uscire dalla crisi e riavviare la crescita.

Afferma l’economista già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro Studi Economia Reale, che nella Nadef (Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza dello Stato) la parte relativa alle previsioni tendenziali, quelle a legislazione vigente dunque in assenza di alcuna manovra, le previsioni «sembrerebbe quasi tutto risolto», poiché quest’anno la perdita di prodotto interno lordo (Pil) viene indicata nella cifra del 9% (diverse le previsioni di Baldassarri, che si attestano invece a oltre il 10% del Pil), tuttavia, nel 2021, data l’attesa ripresa dell’economia mondiale il recupero dovrebbe superare il 6%, per condurre, di fatto, fuori dalla crisi generata dalla pandemia all’inizio del 2022.

Osservazioni, critiche e altre considerazioni sono state svolte nel corso della trasmissione “Capire per conoscere” andata in onda su Radio Radicale il 12 ottobre 2020, durante la quale l’ex viceministro dell’Economia ha interloquito con il conduttore, il giornalista Claudio Landi.

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