START-UP, digitalizzazione. I ragazzi del centralino

Dietro la nascita di Voxloud due ragazzi con un solo obiettivo: rendere accessibile alle PMI italiane la tecnologia di un centralino aziendale in «cloud». Serviva un software che permettesse di telefonare non attraverso il cavo telefonico, ma attraverso Internet grazie alla tecnologia VoIP

Non è uno spin-off al maschile della nota serie spagnola disponibile su Netflix, però gli elementi per quella che poi si è rivelata essere una storia di successo ci sono tutti. Protagonisti due trentenni romani, Leonardo Coppola e Gabriele Proni, sangue dei sette colli ma cuori e menti proiettati verso quella striscia di terra californiana nota come Silicon Valley. Lì dove i sogni non sono mai abbastanza visionari e l’innovazione non è futuro ma già realtà.

Essi sono i due founder di Voxloud (https://www.voxloud.com/it/) la prima azienda in Italia a sviluppare e vendere sul mercato nazionale una soluzione di centralino telefonico interamente in cloud.

Una vera e propria piccola rivoluzione nel settore italiano delle telecomunicazioni.

«Con Voxloud l’obiettivo ci è stato chiaro fin da subito: democratizzare un servizio che fino allora era stato appannaggio solo di società che avevano grandi disponibilità economiche e renderlo fruibile e accessibile alle PMI che costituiscono la colonna portante dell’economia del nostro Paese», ha al riguardo affermato  lo stesso Coppola.

Tecnologia cloud. Voxloud si basa sulla tecnologia cloud, che in Italia è un affare da 2,7 miliardi di euro e di cui si parla ormai dal 2011. Oggi è una realtà con cui noi tutti abbiamo a che fare e che rappresenta ormai una tappa imprescindibile del processo di digitalizzazione di tutte quelle aziende che intendono restare al passo con i tempi. Un’opportunità per essere più produttivi, più efficaci, ma anche per tagliare i costi.

Ma come nasce l’idea di creare un centralino aziendale totalmente in Cloud? Come spesso accade anche nel caso di Voxloud l’idea ha preso forma allo scopo di rispondere a un problema incontrato dai due founder, che nel 2014 si occupavano di consulenza informatica alle piccole e medie imprese (Pmi). «Quello che poi è diventato l’early adopter di Voxloud era un nostro cliente titolare di un’azienda con ben tre sedi a Lugano, Roma e Dubai che lamentava gravi falle nel suo centralino aziendale, causa di diversi rallentamenti nelle comunicazioni con i clienti e i fornitori – ha spiegato Gabriele Proni -, ogni sede aveva infatti un proprio centralino fisico che smistava le chiamate in entrata e in uscita e che spesso, pur a fronte di un cospicuo investimento economico, non funzionava a dovere».

La richiesta del cliente era tanto chiara quanto complicata: un centralino aziendale che lavorasse per tutte e tre le sedi e che permettesse l’assistenza a distanza, senza la necessità di un intervento in loco. Inoltre un centralino che permettesse di gestire le linee in modo centralizzato, così da smistare e ottimizzare al meglio il traffico telefonico e soprattutto che consentisse di abbattere i costi delle chiamate interne tra gli uffici dei diversi Paesi.

All’epoca, spiegano i founder, non c’era nessuno strumento fisico che consentisse di gestire le comunicazioni telefoniche per un’attività che si svolgeva in tre nazioni diverse.

L’unica soluzione era un software. Fondamentalmente serviva un software che permettesse di telefonare non attraverso il cavo telefonico, ma attraverso Internet grazie alla tecnologia VoIP. Bisogna tener conto che era il 2014, il 53% delle aziende aveva un centralino ma la totalità di queste aveva solo un centralino fisico. La problematica incontrata era sicuramente una sfida impegnativa ma che avrebbe potuto aprire un mercato in cui si presentava l’opportunità ai due giovani consulenti di essere dei pionieri.

L’idea prende corpo e diventa “realtà” e la soluzione proposta dai due giovani comincia quindi a essere conosciuta e ad essere indicata come la migliore per questo tipo di problemi da risolvere.

«Ho cominciato a pensare al fatto che sarebbe stato davvero magnifico creare un’azienda che potesse offrire soluzioni di alto livello a portata di piccola azienda – prosegue Coppola -, era chiaro che sul mercato non c’era una grandissima innovazione di prodotto e servizio, come era chiaro che c’era un bisogno rimasto ancora insoddisfatto. Ci siamo dunque creati una possibilità, perché abbiamo saputo vedere oltre».

La nascita di Voxloud e primi passi da startup. Come per tante realtà innovative, anche la storia di Voxloud ha attraversato tutte le tappe canoniche di moltissime startup capaci di fare poi un consistente salto e diventare a tutti gli effetti un’azienda.

Alla nascita dell’idea è seguita una prima fase di sviluppo della tecnologia, supportata da Unidata, storica azienda romana che opera nel settore delle telecomunicazioni.

«Lavoravamo in una sorta di sgabuzzino ma per noi andava benissimo – racconta Proni -, mi ricordo che a un certo punto abbiamo tagliato una parete per fare la reception, visto che la stanza non aveva una porta diretta e per entrare dovevi passare per altri uffici».

Inizia poi il giro presso diversi venture capital in occasione del quale Voxloud entra in contatto con Gianluca Granero, un investitore seriale e imprenditore in più aziende, che prende in simpatia il progetto. Voxloud diventa così il suo primo investimento da Business Angel. Offre inoltre al team la possibilità di “insediarsi” gratuitamente a PiCampus, una piccola Silicon Valley nel cuore di Roma, immersa nel verde romano dell’EUR. Successivamente l’accesso al programma di accelerazione, Luiss Enlabs, presieduto da Augusto Coppola. La stessa persona che aveva tenuto il corso sull’avviare startup (Innovaction Lab) nel quale si erano conosciuti anni prima i due Founder.

L’accesso a un simile programma di accelerazione consente a Voxloud di ottenere un primo finanziamento di 60.000 euro e in seguito di poter presentare la propria idea ad una platea di circa cinquecento investitori del fondo.

Si tratta del punto di svolta per la startup che in quell’occasione, siamo nel 2015, raccoglie mezzo milione di euro di fondi, grazie al quale assume altri sviluppatori (in dodici mesi diventano sei) per lavorare al potenziamento della tecnologia proposta. Finalmente, inoltre Voxloud integra un reparto di assistenza al cliente che si occupa solamente di questo aspetto, svolgendolo al meglio.

«È in questa fase che prende forma il nostro concetto di “specialista” – testimonia Coppola -, ovvero il consulente dedicato al boarding del cliente, alla formazione iniziale e alla configurazione del sistema secondo le esigenze e i desideri di chi ha sottoscritto l’abbonamento».

I clienti iniziano a crescere e in appena due anni Voxloud arriva ad averne oltre quattrocento.

La libertà ritrovata e l’entrata in gioco di Wildix. Ad una crescita importante però consegue una perdita di “libertà” di gestione e sviluppo dell’azienda dei due founder, che si ritrovano spesso in posizioni divergenti rispetto ai membri del CdA. Nasce così l’intenzione di ricercare un socio che intendesse investire ed entrare nel progetto. La realtà interessata è la multinazionale Wildix, pioniera del VoIP in Italia e tra le prime già nel 2012, e poi successivamente assieme a Voxloud, a intuire che tutta la rete telefonica passerà su internet. «Non siamo concorrenti, ma complementari. Infatti, loro si rivolgono alle grandi aziende, quelle che hanno dai 25 dipendenti in sù, fino ad arrivare a veri e propri colossi. Mentre noi abbiamo un taglio rivolto alle piccole e medie imprese», afferma ancora Coppola.

L’accordo tra le due realtà viene firmato nel dicembre del 2018 con Wildix che rileva tutte le quote del precedente Fondo d’Investimento.

Il 2020, tra smartworking e prospettive future. Nell’ultimo anno e mezzo Voxloud è cresciuta ulteriormente, grazie anche all’entrata in scena di Wildix che le ha permesso di farsi conoscere da molte più aziende, sfruttando anche il canale indiretto di vendita formato da centinaia di installatori, tecnici, system integrator e Managed service provider.

Oggi Voxloud è composta da un team di venti persone che lavorano tutte in full remote da sempre. Aspetto organizzativo che ha permesso all’azienda di non essere colta in modo impreparato dall’emergenza coronavirus e dal successivo lockdown.

Ed è proprio sullo smart working che i due founder hanno le idee ben chiare definendolo come un modello organizzativo in grado di portare notevoli vantaggi alle aziende che lo adottano: in termini di produttività, di raggiungimento degli obiettivi, ma anche in termini di welfare e qualità della vita del lavoratore.

Crescita e prospettive future: verso il milione di fatturato. Una crescita costante è quella che sta investendo Voxloud che ha chiuso il 2019 con un fatturato di 500.000 euro e ha in previsione di raddoppiarlo entro la fine del 2020, puntando al traguardo del milione di euro.

La recente crisi legata al coronavirus e al lockdown non ha infatti rallentato la corsa dell’azienda: lo attestano ad esempio le vendite, aumentate nell’ultimo periodo del +27% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, segno che un centralino full VoIP non è più visto come qualcosa di lontano e inaccessibile quanto una proposta concreta ed efficiente da poter implementare in totale autonomia.

Una storia d’impresa che oggi conta oltre un migliaio di clienti e che non dimentica il suo obiettivo finale: supportare le Pmi e aiutarle nell’adozione di tecnologie sempre più centrali per il miglioramento dell’organizzazione aziendale e della sua produttività.

«Il cliente e la sua soddisfazione rimane l’aspetto più importante del nostro lavoro, soprattutto operando in un mercato come quello delle telecomunicazioni, che dovrebbe essere completamente incentrato sui propri customer – conclude Coppola -, quando pensi al cliente finale, alla delivery del prodotto stesso, riesci a trovare soluzioni migliori per lui, rispetto a una classica distribuzione del prodotto come fanno tutti gli altri operatori e infine ad aiutarlo concretamente nel soddisfare le sue esigenze».

L’innovazione a servizio della persona, quella spinta che a due ragazzi ha fatto nascere sui banchi dell’università la voglia di mettersi in gioco.

Voxloud è la prima azienda a sviluppare e vendere sul mercato italiano una soluzione di centralino telefonico interamente in cloud attivabile in 59 secondi per le piccole e medie imprese. I clienti all’attivo spaziano dal settore immobiliare a quello della ristorazione, dagli studi professionali e associati alle agenzie di viaggio, dalle società di consulenza agli e-commerce.

Condividi: