Nella mattinata i ieri i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari della Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza applicativa di otto misure cautelari personali, provvedimento emesso su richiesta della Procura della Repubblica di Bari, dal Gip, nei confronti di imprenditori, professionisti ed ex vertici della Banca Popolare di Bari, indagati, a vario titolo, per i reati di bancarotta concordataria e fallimentare aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio, commessi nel periodo dal 2016 al 2019.
L’ordinanza cautelare costituisce l’epilogo di articolate e complesse indagini avviate a seguito della richiesta di ammissione al concordato preventivo avanzata da Fimco S.p.A. e Maiora Group S.p.A., società dichiarate fallite dal Tribunale di Bari nel 2019.
Nello specifico, sono state contestate agli indagati plurime operazioni societarie «straordinarie» poste in essere in epoca antecedente e prossima al verificarsi dello stato di insolvenza al fine di «distrarre» o “«dissipare» beni immobili e compendi aziendali di rilevante pregio facenti parte del patrimonio delle citate imprese, il cui valore economico è stato stimato in 93 milioni di euro.
Tali condotte sono state poste in essere con il coinvolgimento di compiacenti imprenditori e professionisti e con il determinante concorso degli ex vertici della Banca Popolare di Bari, istituto attualmente commissariato, reiterando nel tempo la concessione di linee di credito, finanziamenti e sconfinamenti di conto corrente in favore delle società facenti parte del gruppo Fimco/Maiora, pur nella consapevolezza del loro stato di dissesto finanziario e della loro incapacità di adempiere alle obbligazioni assunte;
inoltre, agevolando ed incentivato la distrazione di importanti asset dal patrimonio del medesimo gruppo verso società terze, concedendo a queste ultime i finanziamenti necessari al perfezionamento delle relative compravendite.