La notte scorsa è mancata all’età di 96 anni a Roma Rossana Rossanda. Militante comunista, partigiana, parlamentare fino a quando non vene espulsa del Pci, fondò, cinquantuno anni fa, assieme a Luigi Pintor, Lucio Magri e Valentino Parlato il quotidiano “Il Manifesto” dopo la scissione dal Pci. Figura centrale dell’eresia contro il Parito tra il 1968 e il 1969, che si materializzò in un giornale di “sinistra”, Togliatti volle responsabile del settore cultura nel Pci nel dopoguerra diventò, nel ribollire della protesta degli Sessanta e Settanta, il simbolo dell’emancipazione e dell’autonomia femminile rispetto alle convenzioni sociali e conformiste della politica italiana.
Critica rispetto allo stalinismo, ella nacque nel 1924 a Pola in Istria, vivendo l’adolescenza a Milano, dove studiò e si laureò in filosofia, fino a quando, scoppiata la guerra combatté nella Resistenza.
Al Partito Comunista Italiano si iscrisse dopo il 1945 e in breve tempo raggiunse posti di rilievo in quel partito irrigidito dalla Guerra fredda e dalla contrapposizione esacerbata che ne conseguì nei Paesi cerniera europei come l’Italia.